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Commento di

su Processo Eternit: condannati i manager


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15 febbraio 2012 20:02

La legge ha con la sentenza di Casale Monferrato ha stabilito la colpevolezza dell’ Eternit ovvero dei vertici di tali stabilimenti in Italia nei quali  l’amianto ha ucciso moltissimi lavoratori in quasi 40 anni di attivita’ lavorativa,essa rappresenta una condanna esemplare per il piu’ grande processo ambientale mai intentato in Europa.Tale condanna pero’ si contrappone a quell’ amarezza per quell’ intervenuta prescrizione nello stabilimento di bagnoli nella nostra citta’ per gli stessi fatti .
La giustizia deve obbligatoriamente restituire sempre quella speranza a quella sete di verita’ di chi resta,verita’ come fulcro principale di motivazione di quelle cause intentate per tali fatti.La prescrizione intervenuta come da sentenza per tali fatti nella nostra citta’ si contrappone a quella condanna in un altra citta’ d’italia,tale stato di cose rende oltre che imbarazzo alle leggi dello Stato,ma aggiunge anche dolore al dolore gia’ esistente per quegli operai morti nell’intento delle loro mansioni per il contatto con quel minerale killer.
Quei familiari di quegli operai che hanno trovato la morte per assolvere quei compiti ovvero quel lavoro a contatto con quel minerale che dal 1992 e’ stato dichiarato fuorilegge ma gia da molti anni prima era considerato cancerogeno non hanno avuto con tale sentenza di prescrizione per lo stabilimento di bagnoli quella condizione d equita’ di giustizia con quegli altri familiari di Casale Monferrato  per un diritto alla salute gravemente violato a scapito della vita. Tale sentenza di intervenuta prescrizione per gli stesi fatti li dove vi e’ stata una condanna rende paradossale anche quella forma di verita’ che non e’ stata riconosciuta ma dai nostri codici o dalle interpretazioni di essi ?
Quel diritto alle condizioni di vivibilita’ lavorative violato e’ stato accertato, non e’ stato rispettato visto che si conoscevano quelle situazioni altamente pericolose con quel contatto respirando quel minerale killer ovvero l’amianto esso e’ stato riconosciuto in quel di casale Monferrato li dove il tempo non ha cancellato quella pena prevista.
Quelle piccolissiime particelle di polvere che si insinuavano nei polmoni sono state quelle condizioni per quelle morti che si dovevano necessariamente evitare ,condizioni che quantomeno anche se non c’era quella certezza venuta dalla messa al bando negli anni 90 di tale minerale-amianto si ipotizzavano e si conoscevano di altissima pericolosita’ da molti anni prima .

 A fronte di cio’ le sentenze che non potranno restituire alla vita dei familiari quelle persone che non ci sono piu’ diventano quel mezzo per annullare almeno in parte quelle umiliazioni e quella disperazione di chi e’ rimasto ovvero dei familiari, delle mogli,dei figil,dei parenti di quei lavoratori morti per quel lavoro.Esse nell’ attuale diventano l’unico mezzo per attuire quel dolore che mai potra’ avere fine ma solo sollievo,dolore che non ha avuto quel conforto dalla giustizia nella nostra citta’ di Napoli.
 
  Tale condanna per omissione dolosa dell’ Eternit rappresenta che chi sapeva ha taciuto,che chi poteva immaginar non ha preso quelle dovute precauzioni ha taciuto unicamente per quel profitto aziendale che e’ stato messo in primis come fonte esclusiva di interesse a scapito delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro.Quel profitto aziendale ha scavalcato in questo caso quelle vite umane che non ci sono piu’.
Restiamo con quell’ amarezza per l’intervenuta prescrizione di tali fatti nello stabilimento della nostra citta’ di Napoli per quelle vite umane che non ci sono piu,’ quei familiari non hanno trovato quella che non sarebbe stata una soddisfazione ma un giusto riconoscimento. 
Vogliamo sperare auspicandone la certezza che quelle verita’ sommerse dal tempo che la legge non ha riconosciuto vengano riconosciute in qualunque modo,tale e’ doveroso per uno Stato di diritto e per una legge che sia uguale per tutti.
                                                            Antonello Laiso

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