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Commento di

su Caso Schettino: l'oblio del perdono


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6 febbraio 2012 11:16

"Il paragone mediatico con l’omicidio Scazzi non c’entra nulla ,qui le responsabilità primarie sono evidenti e tutto l’intervento di xxx.246 è fuori luogo perché non è in discussione l’iter processuale" 

Già, immagino che quando lo Zio Misseri s’era autoaccusato di un delitto da lui non compiuto, nessuno parlava di responsabilità primarie evidenti e tutti stavano lì ad odiarlo per prove indiziarie. Quel caso è sintomatico perché è l’esempio lampante di come tutto ciò che viene dato per certo dai media, addirittura con una confessione del sedicente mostro, non possa rivelarsi falso un giorno dopo. E cosa succede il giorno dopo? Forse qualcuno si interroga su come sia stato sciocco inveire sul presunto colpevole che poi si scopre che è comunque responsabile, ma per altre cose? No, nessuno se lo chiede, si continua ad odiare. Stavolta la cugina e la zia, così, senza la minima riflessione su cosa significhi quell’odio cieco e su quanto sia manipolabile o indirizzabile a piacere dai media.

Non c’è nessuna differenza col caso in esame perché allo stato dei fatti Schettino è responsabile del macello da lui combinato, così come lo era (per percezione poi rivelatasi erronea) lo Zio Misseri che si era addirittura autoaccusato di un delitto. Che c’era da mettere in dubbio all’epoca? La sua, Paolo, è dietrologia. Lei ragiona con la consapevolezza attuale di una parziale innocenza di Misseri, e quindi di una svista mediatica, e la traspone al passato, come se nel passato vi fossero stati dubbi. C’erano le stesse certezze di oggi, solo che nel caso della Concordia difficilmente (per fortuna) Schettino riuscirà a rimangiarsi responsabilità. Lei, Paolo, continua a non capire che in questa discussione non si parla di Schettino, della sua responsabilità che nessuno mette in dubbio, ma del pubblico plaudente. Che il feedback del caso Schettino è solo l’ultimo esempio di un comportamento sistematico di anni ed è quello che si stigmatizza. Nessuno mette in dubbio la dinamica del caso Concordia, ma si ragiona sulle reazioni esagerate ed esasperate che genera.

Reazioni indotte ad arte, perché se Lei, Paolo, si premurasse di ragionare sulle parole scritte, invece di limitarsi ad una insensata accusa nei riguardi di Schettino (insensata quanto inutile perché verrà condannato anche se Lei lo difendesse), si renderebbe conto che l’ora d’odio a cui ci stiamo abituando non è altro che l’attuazione pratica di 1984 di Orwell. Che il cambiamento del modo di riportare i fatti di cronaca non fa altro che sobillare questo odio, questa mancanza di razionalità, questo anticipare i fatti prima che vengano accertati, perché così si controllano le persone. Basta anticipare in un modo o nell’altro in tv e il pubblico bove segue. Non è la sua opinione che contesto, Paolo: che ne lei abbia una diversa dalla mia non mi cambia la vita, anzi lo trovo sacrosanto. E’ il meccanismo che induce a certe reazioni, che a mio avviso non sono spontanee ma volute, che cerco di analizzare.

"A xxx.246 voglio puntualizzare che se si passa a 150 Km/h con il semaforo rosso e si ammazza un pedone ,non c’è bisogno di attendere un processo per stabilire che quell’automobilista è un disgraziato , semmai il processo dovrà definirne la sanzione"

Ma disgraziato ci sta tutto, benché sia poco rispettoso. Colpevole è un altro paio di maniche e non devo spiegarglielo io, è scritto nella costituzione che sicuramente conosce. E se fa bene attenzione, nessuno dei giornalisti o pseudo opinionisti che girano in tv si permetterà mai di definire Schettino colpevole in questa fase, perché rischierebbe una richiesta di risarcimento che Schettino, pur responsabile (o disgraziato come preferisce lei), quasi sicuramente vedrebbe accolta. Se si parlasse di querela forse no, perché si entrerebbe nel merito dei fatti e forse, a condanna di Schettino avvenuta, l’opinione dello pseudoopinionista risulterebbe legittima. Ma se Schettino inoltrasse una richiesta di risarcimento in sede civile, forse riuscirebbe a spuntarla.

Le parole sono importanti, sono armi.

" purtroppo,quasi sempre in questo paese ,largamente al di sotto della giustizia proprio grazie al diffuso "perdonismo" e allo scarso senso di responsabilità personale di cui è intrisa nostra cultura . E’ attualità sotto gli occhi di tutti ,nostri politici in primis ."

Ma di quale perdonismo parla, dove lo vede? Lo spieghi a chi ha scritto la costituzione che aspettare una sentenza definitiva per dichiarare qualcuno colpevole è perdonismo. Per altri potrebbe essere la differenza tra processi sommari o razionali. Nessuno vieta però di farsi un’opinione e considerare qualcuno responsabile, specie se si autoaccusa.


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