Il discorso di Geri Steve era un po’ più fine e poggiava su una semplice applicazione del primo principio della termodinamica.
Diciamo che sulla terra abbiamo a disposizione, grossolanamente parlando, 3 forme di energia:
quella proveniente dal sole, in tutte le sue forme (fra cui anche gli idrocarburi, in un certo verso);
l’energia termica del pianeta;
l’energia di massa, che risponde alla legge di Einstein E=mc^2.
Geri Steve dice che,dato che l’energia si deve conservare, se usiamo
tutte le forme provenienti dal sole, che comunque si disperdono
normalmente sulla superficie terrestre e in atmosfera, allora la
temperatura (strettamente legata all’energia) del sistema in cui viviamo
rimarrebbe invariata (in media) nel tempo. Usando invece le reazioni
nucleari, il cui calore comunque alla fine finisce sempre in atmosfera,
si otterrebbe un graduale aumento dell’energia, e dunque di temperatura,
nel sistema ambiente.
Ciò sarebbe però valido solo in un sistema isolato, ossia non in
grado di scambiare calore con l’esterno: la Terra invece, oltre a
ricevere luce dal sole, cede calore allo spazio profondo, e cede tanto
più calore quanto più la sua temperatura è elevata.
Inoltre il discorso ha anche un rovescio della medaglia: dato che
tutte le energie rinnovabili sono forme diverse dell’energia solare, che
normalmente permette lo sviluppo di (quasi) tutti gli organismi
viventi, allora usare tali fonti potrebbe intaccare lo stretto rapporto
fra sole e vita. Un esempio banale è quello del campo di pannelli, su
cui l’erba non può più crescere per il irraggiamento del terreno.
Infine anche i combustibili fossili, per quanto originati anche dal sole stesso, sono a tutti gli effetti degli agenti esterni al sistema ambiente che avrebbero lo stesso effetto delle reazioni nucleari: quindi, come si diceva, in effetti Geri dovrebbe veramente smettere di bollire la pasta, a meno che non disponga di un boiler e di pannelli fotovoltaici...
Ad ogni modo, senza studi seri e sufficientemente approfonditi,
questi discorsi appartengono più alla filosofia che alla scienza.