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Commento di Ugo Di Girolamo

su In Egitto è cambiato tutto per non cambiare nulla


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Ugo Di Girolamo 27 maggio 2011 19:48

E’ probabile che l’entusiasmo degli europei abbia sopravvalutato quanto accadeva in Egitto, come pure è credibile che Gamal fosse indigesto ai vertici militari e che questi abbaino approfittato dell’occasione per regolare i conti, ma ridurre il tutto - come fai tu Luca - ad una manovra di palazzo accompagnata da una sceneggiata di piazza mi sembra davvero eccessivo.
 Chiunque abbia un minimo di esperienza di movimenti e manifestazioni sa che per portare 100.000 persone in piazza (in un paese democratico) occorre un numero dieci volte superiore di persone che condividono gli obiettivi, figuriamoci tenere trecentomila persone in piazza per più giorni, sfidando una polizia odiosa e criminale, che ha fatto molti morti.
 E’ ragionevole sospettare che i militari vogliano tenersi per se tutto, o quanto più possibile, il potere, ma è altrettanto ragionevole pensare che coloro i quali non hanno fatto le comparse ma gli attori protagonisti vorranno continuare a farlo. La partita è aperta.
 Per quanto riguarda poi la indubbia crisi dei regimi militari arabi,sorti nei primi anni 50 sul modello turco, incapaci di realizzare l’obiettivo della occidentalizzazione dei loro paesi, evito di entrare nel merito di quanto dici, il discorso si farebbe molto lungo. In ogni caso la mia posizione in merito è quella delineata da Luciano Pellicani in "Jiad, le radici" e da Avishai Margalit, Jian Buruma in "Occidentalismo".


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