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Commento di Vito Enzo Salatino

su Colera a Napoli nel 1973 a causa dei rifiuti. Nel 2011 cosa è cambiato?


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Vito Enzo Salatino 1 maggio 2011 12:29

@Roberta Lemma

condivido sempre quello che lei scrive sul dramma psichico, tecnico, delinquenziale e morale dei rifiuti napoletani e campani e le faccio i mei complimenti per la costanza e dedizione che lei dedica a questa tragedia dei napoletani, che trova origine nelle forme di alienazione e dissociazione civile e mentale degli stessi.

Mi viene da dire però su questo problema che "chi è causa del suo mal pianga sè stesso", anzichè protestare con gli altri, attribuendo al prossimo le cause del proprio male, che invece trae appunto origine dalla dissociazione civile napoletana, chiaramente in primis di tutti i suoi capoccia, nessuna autorità, partito o confraternita, o loggia camorristico-mafiosa esclusa, giacchè tutti si sostengono l’uno con l’altro a solo scopo di lucro personale e di gruppo spillando soldi illeciti dappertutto con la scusa dei rifiuti, contro l’interesse della società civile e della popolazione in generale.

Si può dire, vista la situazione dei rifiuti napoletani e la precisa volontà generalizzata presso i capoccia di non volere deliberatamente risolvere il problema degli stessi per fini di lucro personale, che costoro preferiscono vivere infettati e contaminati con i rifiuti a marcire per le strade, ma con qualche soldo in tasca, piuttosto che ripulire e smaltire come si deve, come fanno tutti oltre Napoli, i rifiuti, ma restare in salute senza un centesimo.
Tra i due mali, preferiscono la cacca e l’elemosina, ma con qualche centesimo in tasca.

Una delle dimostrazioni di questo fatto sta, per esempio, nella lettura attenta del piano regionale dei rifiuti redatto dalle autorità, che è un aborto tecnico, sociale, morale, completo, concepito solo allo scopo di perpetuare il problema a fini di lucro, non sapendo fare altro che disperdere rifiuti e contaminazione ambientale per sopravvivere con l’elemosina e la pietà degli altri (inclusa l’Europa) per questo psico-dramma tragi-comico dei rifiuti, non sapendo fare altro di meglio per sopravvivere con i tempi che corrono.

Verrebbe da dire per lei, invitandola a commentare come sa fare lei i’aborto del piano regionale dei rifiuti napoletani, che la sua è una "vox clamans in deserto", dato quanto sopra detto, ma comunque invitandola a non desistere dalle sue denunce e ringraziandola per quanto lei fa in proposito per risolvere il problema.
Notando anche che la sua è una voce che grida "in domu insanorum et latronum", e che quindi ci vuole una bella costanza.
A sua disposizione per le sue battaglie verbali, le porgo i miei più distinti saluti e auguri.


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