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Commento di Francesca

su La crisi dell'Avvocatura e la ferma presa di posizione contro il Sistema


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Francesca 1 marzo 2011 15:05

Caro Collega,

ciò che rappresenti fedelmente è la situazione attuale e invereconda nella quale versa l’Avvocatura.

Purtroppo, le vessazioni e le difficoltà dell’Avvocatura non possono rimanere confinate entro le proteste dei soli colleghi, ma devono necessariamente investire il Paese tutto. Infatti, il problema che Tu sollevi e sul quale bisogna intervenire non è semplicemente quello dell’aumento dei contributi, ma di che tipo di amministrazione della giustizia si sceglie e di riflesso di che tipo di società stiamo costruendo.

L’annientamento delle nuove leve della professione forense attraverso il sistema dell’innalzamento dei contributi altro non è che l’affermazione di una società che viene sempre più governata dal censo, dove l’individuo precarizzato dalla propria condizione non è messo in grado di pensare, di organizzare, di costruire la propria esistenza e di partecipare nella società. Il problema dei giovani avvocati e non solo, rientra nell’ambito di un precariato che annichilisce la dimensione umana.

L’annientamento dei giovani avvocati produce altresì una giustizia per pochi, dove solo chi ha i mezzi per pagare può forse ottenere ragione dei suoi diritti. Infatti, chi difenderà l’operaio, la casalinga, lo studente, il pensionato, l’immigrato, posto che i contribuenti della Cassa e quindi i superstiti dell’Avvocatura saranno i colleghi che hanno per clienti società a cui emettono laute parcelle, la finanza, la grande industria, cioè gli stessi soggetti contro cui il cittadino comune dovrebbe far valere i propri diritti? Ne deriva che, a fronte del costante impoverimento della società dove la classe media diventa sempre più un ricordo lontano, il cittadino cui sarà reso difficile o costoso far valere i propri diritti diventerà suddito da controllare, sfruttare e asservire.

Come appare, quindi, questo è un problema sociale e a nulla rileva, come si vuol far credere, il fatto che il numero di avvocati sia di grande proporzione. Infatti, una selezione basata sul merito che inizi dalle scuole primarie e una seria riforma forense che imponga ai vari “domini”di prendersi seriamente cura dei loro praticanti, oltre ad altre accortezze e possibili soluzioni possono essere la strada per risolvere questa situazione. Quello che spaventa, invece, e che riguarda la società tutta è il modo di controllare e dominare una Nazione.

Si desti l’Avvocatura! Si desti l’Italia!


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