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Francesca

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  • Di Francesca (---.---.---.64) 1 marzo 2011 15:18

    Purtroppo, le vessazioni e le difficoltà dell’Avvocatura non possono rimanere confinate entro le proteste dei soli colleghi, ma devono necessariamente investire il Paese tutto. Il problema che Tu sollevi e sul quale bisogna intervenire non è semplicemente quello dell’aumento dei contributi, ma di che tipo di amministrazione della giustizia si sceglie e di riflesso di che tipo di società stiamo costruendo. L’annientamento delle nuove leve della professione forense attraverso il sistema dell’innalzamento dei contributi altro non è che l’affermazione di una società che viene sempre più governata dal censo, dove l’individuo precarizzato dalla propria condizione non è messo in grado di pensare, di organizzare, di costruire la propria esistenza e di partecipare nella società. Il problema dei giovani avvocati rientra nell’ambito di un precariato che annichilisce la dimensione umana. L’annientamento dei giovani avvocati produce una giustizia per pochi, dove solo chi ha i mezzi per pagare può forse ottenere ragione dei suoi diritti. Infatti, chi difenderà l’operaio, la casalinga, lo studente, il pensionato, l’immigrato, posto che i contribuenti della Cassa e quindi i superstiti dell’Avvocatura saranno i colleghi che hanno per clienti società a cui emettono laute parcelle, la finanza, la grande industria, cioè gli stessi soggetti contro cui il cittadino comune dovrebbe far valere i propri diritti? Ne deriva che, a fronte del costante impoverimento della società dove la classe media diventa sempre più un ricordo lontano, il cittadino cui sarà reso difficile o costoso far valere i propri diritti diventerà suddito da controllare, sfruttare e asservire. Questo è un problema sociale e a nulla rileva il fatto che il numero di avvocati sia di grande proporzione. Infatti, una selezione basata sul merito che inizi dalle scuole primarie e una seria riforma forense che imponga ai vari “domini”di prendersi seriamente cura dei loro praticanti, oltre ad altre possibili soluzioni possono essere la strada per risolvere questa situazione. Quello che spaventa, invece, e che riguarda la società tutta è il modo di controllare e dominare una Nazione. Si desti l’Avvocatura! Si desti l’Italia!

  • Di Francesca (---.---.---.64) 1 marzo 2011 15:05

    Caro Collega,

    ciò che rappresenti fedelmente è la situazione attuale e invereconda nella quale versa l’Avvocatura.

    Purtroppo, le vessazioni e le difficoltà dell’Avvocatura non possono rimanere confinate entro le proteste dei soli colleghi, ma devono necessariamente investire il Paese tutto. Infatti, il problema che Tu sollevi e sul quale bisogna intervenire non è semplicemente quello dell’aumento dei contributi, ma di che tipo di amministrazione della giustizia si sceglie e di riflesso di che tipo di società stiamo costruendo.

    L’annientamento delle nuove leve della professione forense attraverso il sistema dell’innalzamento dei contributi altro non è che l’affermazione di una società che viene sempre più governata dal censo, dove l’individuo precarizzato dalla propria condizione non è messo in grado di pensare, di organizzare, di costruire la propria esistenza e di partecipare nella società. Il problema dei giovani avvocati e non solo, rientra nell’ambito di un precariato che annichilisce la dimensione umana.

    L’annientamento dei giovani avvocati produce altresì una giustizia per pochi, dove solo chi ha i mezzi per pagare può forse ottenere ragione dei suoi diritti. Infatti, chi difenderà l’operaio, la casalinga, lo studente, il pensionato, l’immigrato, posto che i contribuenti della Cassa e quindi i superstiti dell’Avvocatura saranno i colleghi che hanno per clienti società a cui emettono laute parcelle, la finanza, la grande industria, cioè gli stessi soggetti contro cui il cittadino comune dovrebbe far valere i propri diritti? Ne deriva che, a fronte del costante impoverimento della società dove la classe media diventa sempre più un ricordo lontano, il cittadino cui sarà reso difficile o costoso far valere i propri diritti diventerà suddito da controllare, sfruttare e asservire.

    Come appare, quindi, questo è un problema sociale e a nulla rileva, come si vuol far credere, il fatto che il numero di avvocati sia di grande proporzione. Infatti, una selezione basata sul merito che inizi dalle scuole primarie e una seria riforma forense che imponga ai vari “domini”di prendersi seriamente cura dei loro praticanti, oltre ad altre accortezze e possibili soluzioni possono essere la strada per risolvere questa situazione. Quello che spaventa, invece, e che riguarda la società tutta è il modo di controllare e dominare una Nazione.

    Si desti l’Avvocatura! Si desti l’Italia!


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