...la Turchia era Roma, era Bisanzio, era Costantinopoli ed era l’impero più grande in Occidente dopo Roma e Alessandro Magno. Mustafà Kemal "Ataturk" ha spinto il suo paese verso l’ovest, verso occidente, scindendo definitivamente il potere temporale dello stato da quello spirituale della religione. laicità dello stato gestita con carattere militare forse eccessivo, ma chi non ha peccato scagli la prima pietra oppure taccia, e apra la mente ai ricordi...
i diritti umani della Turchia e delle sue minoranze non sono meno importanti di quelli della Cina e dell’India, ma di fronte e due colossi in piena espansione, l’occidente opulento e immorale china la schiena, allettato da laute promesse di guadagno facile, a spese dei lavoratori cinesi e indiani.
la Turchia è in piena espansione economica e rappresenterebbe la parte d’Europa con più possibilità di sviluppo e quindi utile traino per l’economia ristagnante che ci contraddistingue ultimamente. Non dimentichiamoci che è la più esposta ai pericoli dall’Est ...e per questo è importante averla in Europa. E poi i Turchi , ceppo Unno-Finnico, sono sempre esistiti in Europa: la religione è servita alla Turchia moderna a limitarsi nelle pretese e nella condotta, a moralizzare le decisioni per il bene comune e anche per sentirsi più uniti. nessun cattolico vede in questo un cattivo esempio o, peggio, un presagio funesto.
credo che la Turchia debba stare in Europa in quanto parte integrante della sua storia, della sua economia e del suo futuro.
ciao, pat.