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Commento di Gian Carlo Zanon

su Dimenticare Pasolini. Per non guardarsi allo specchio


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Gian Carlo Zanon Gian Carlo Zanon 3 novembre 2010 02:11

Vedo dai commenti che il velo ideologico su una certa cultura che plaudiva la pedofilia e difficile da abbattere. Eppure è noto ormai che molti "intellettuali" sono stati esecutori e complici di questo orrendo crimine che rovina, a volte per sempre, l’identità umana dei minori.
Sull’onda del ’68, Sartre, Simone Beauvoir, Jack Lang firmarono una petizione in cui si chiedeva la legalizzazione dei rapporti sessuali con i minori. Arbasino, amico di Pasolini, nel 2005 scrisse. " Pier Paolo amava i minorenni, un’inclinazione che oggi sarebbe oggetto di riprovazione assoluta"
Mi sembra chiaro chi fosse Pasolini e chi fossero i "maestri del pensiero" del sessantotto. Certo se si vuole separare l’opera dall’autore si faccia pure. Attenzione però che certe affermazioni potrebbero essere prese per apologia di reato.
Per quanto mi riguarda un pedofilo è un criminale che distrugge bambini e minorenni anche se scrive la poesia più bella mai esistita. Dubito molto che chi vive nello squallore del sesso a pagamento e nel dominio del socialmente più debole possa essere uno di quei poeti che toccano i cuori degli esseri umani. A me le opere di Pasolini non piacciono, per niente e neppure la sua condotta verso le donne che egli platealmente odiava. Sono famose le sue affermazioni misogine sull’aborto.


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