Anche io faccio la stessa scelta. In caso di coma vegetativo che si protragga per più giorni ( giorni non settimamane), con consistenti probabilità di risvegliarmi con gravi problemi invalidanti, non vorrei risvegliarmi.
A me non fa paura la morte, che da laico agnostico penso coincida con l’annullamento totale, ma fa paura morire, fase in cui comprendo la parte finale della vita, vissuta con gravi handicap e sofferenze, ossia non vorrei vivere non solo nel caso di coma vegetativo, ma anche in situazioni di grave sofferenza e come esempio mi riferisco al caso Welby.
Capisco che dire: gravi problemi invalidanti, comporta un giudizio soggettivo che ,in caso di impossibilità di esprimermi, lascio ai miei famigliari ed in particolre ai miei figli che conoscono il mio pensiero in proposito.