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Commento di Roberto Calabrò

su Attraversare lo Stretto: un inferno quotidiano


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Roberto Calabrò 4 dicembre 2008 16:47

Anch’io replico a Calabria, tenendo comunque a precisare che il focus dell’articolo era sulla situazione dei pendolari che ogni giorno attraversano le due sponde per motivi di studio e/o lavoro.
Al di là della discussione più ampia sul Ponte, ciò che non è tollerabile è l’atteggiamento di Bluvia nei confronti dei passeggeri/clienti e la totale assenza delle istituzioni a salvaguardia di un diritto fondamentale (quello al lavoro, ma anche al libero spostamento) dei propri cittadini e della loro qualità della vita.

Tornando alla "querelle" sul Ponte non è solo Calzona a sostenere l’irrealizzabilità della struttura sulla base del progetto esistente, ma molti altri studiosi (ingegneri, geologi, ecc.), italiani e stranieri. Ho citato il professor Calzona perchè è la prima volta che viene fuori una critica "interna" al sistema che ha progettato e sostenuto la fattibilità della struttura.
Singolare che non siano solo gli "acerrimi nemici" del Ponte a sostenere l’irrealizzabilità dello stesso, ma anche un apprezzato professionista che ha lavorato sia per l’Anas che per la società "Stretto di Messina" e che è probabilmente la persona che meglio conosce in ogni suo risvolto il progetto dell’opera.

Per quanto riguarda invece la situazione dei trasporti sullo Stretto, l’idea originaria del Ponte era pensata per il traffico passeggeri di lunga distanza e per il traffico merci pesante.
Un’idea superata che rende inutile la costruzione di una struttura faraonica come questa.

Il traffico sullo Stretto è in calo esponenziale da almeno 10 anni, sia perchè i passeggeri di lunga percorrenza viaggiano prevalentemente in aereo (la Sicilia dispone oggi di 6 aeroporti per 12 piste in totale, più 5 piste solo commerciali), sia perchè le merci viaggiano non più prevalentemente sui TIR ma via mare: una nave portacontainer di medio calibro contiene il corrispettivo di 1.000 TIR e la Sicilia ha 9 porti industriali, quasi del tutto inutilizzati, che devono essere - e saranno - riconvertiti in commerciali.

Sulla base di questi dati, il traffico che rimarrà sullo Stretto sarà di tipo locale. Cioè composto in prevalenza dai pendolari di cui mi occupo nel mio pezzo e per i quali andrebbe pensato un sistema di attraversamento veloce con più navette a fare la spola, in particolare negli orari di maggiore afflusso.

Il resto sono solo chiacchiere.


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