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Commento di Paolo Praolini

su Sorpesa: l'Italia è il paese meno razzista d'Europa


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Paolo Praolini 1 dicembre 2008 21:56

Le sfaccettature ed i significati intrinsechi della parola razzismo sono infiniti!
Approcciare un discorso completo su questo argomento richiederebbe 100 pagine e non so se possano bastare.
Il limite tra razzismo e violenza comune è infinitesimo.
Fai questo raffronto, se un gruppo di giovani italiani picchiasse un proprio coetaneo di stessa nazionalità sarebbe considerato un codardo atto di violenza, se invece picchiasse un ragazzo senegalese sarebbe considerato un vile atto di razzismo.
Ma alla fine dov’è la differenza?
Perchè dobbiamo puntare il dito su un fenomeno che rispetto alla violenza comune è infinitamente inferiore come numero di atti violenti?
Vogliamo finirla con il generare allarmismi?
I media ci stanno bersagliando con questo fenomeno che sarebbe in paurosa crescita, ma nessuno è in grado di mettere nero su bianco dati statistici attendibili, perchè è un fenomeno difficilmente circoscrivibile ed incassellabile in uno schema preciso e valutabile.
Il nostro paese ha solo un problema, che in tanti anni non ha mai voluto affrontare il fenomeno dell’immigrazione.
La convivenza multietnica, come diceva qualcuno prima di me, dovrà coesistere e scontrarsi indiscutibilmente con le differenze culturali e religiose che comunque esistono.
In paesi come Inghilterra e Francia che vivono questo problema da molti anni prima di noi le cose con gli anni non sono migliorate e non miglioreranno.
Vediamo oggi che esistono differenze culturali all’interno della nostra stessa nazione con meridionali, padani, sud-tirolesi, valdesi, etc., con altre nazionalità le differenze sono notevolmente più profonde rispetto alla cultura, religione, etc.
Non facciamoci illusioni il ’razzismo’ se così volete chiamarlo sempre ci sarà, ma allora è più importante mettere freno alla violenza comune che deve evitare l’eccesso violento che mette un uomo contro un altro uomo, un uomo contro un bambino, un poliziotto contro uno studente, etc.
Guardiamoci negli occhi, accettare un uomo di un’altra cultura in casa nostra è certamente nostro dovere, ma finchè questo rimanga negli schemi della nostra società e quindi si adegui ad essa lasciandogli la libertà di professare la propria religione e vivere la propria quotidianità nel suo stile di vita. Ogni eccesso che danneggi la comunità va punito come andrebbe punito se fosse un italiano.
Casi come l’uccisione di Giovanna Reggiani a Roma sono certamente da valutare come un tragico evento, ma guardando nella storia passata questi si sono ripetuti molte volte e vanno condannati come atti di violenza, ma come questi ce ne sono altre migliaia commessi anche da cittadini italiani.
Perciò bando alle statistiche ed agli allarmistici SOS, non ci crediamo più.



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