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Zombie ass: the toilet of the dead – il film più disgustoso che abbia mai visto

Di film disgustosi ne ho visti, lo sapete, e sapete anche il genere non mi dispiace. Però questo Zombie ass, the toilet of the dead li batte tutti e non tanto per la parte splatter che è notevole ed inevitabile, quanto per la quantità di escrementi che Noboru Iguchi butta in faccia ai protagonisti (ed agli spettatori). Se lo splatter è sangue e merda come dicono alcuni, allora questo è il film più splatter di sempre.

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Gruppetto di amici va in vacanza tra i boschi ma finisce in un villaggio con un problemino. C’è un’invasione di zombie creata da una specie di tenia superforte e gigante, che entra nei corpi ospiti dal culo (non userò mezzi termini in questa recensione), ne prende possesso, depone le uova e arriva fino al cervello.

C’è naturalmente anche un dottore pazzo che ha parte nella faccenda e la protagonista è una ragazzina che non può resistere alla vergogna di una scorreggia e per questo ha già perso la sorella. Ovviamente si trova nel posto giusto al momento giusto.

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La trama è inevitabilmente blanda, tutto il film è fatto dalle scene sempre più eccessive. È un continuo inquadrare culi (una vera perversione) che sparano in serie mega scorregge, abbiamo zombie che escono da latrine piene di escrementi e circondati da ovvie mosche non disdegnano di attaccare i malcapitati a colpi di cacca (dei veri stronzi, insomma).

La prima parte è disgustosa nel vero senso della parola, poi appaiono i parassitoni e la merda lascia il posto ad uno splatter più tradizionale, ed allora c’è da osservare sti vermoni giganti che entrano nei culi (o in bocca, a seconda) delle giovani protagoniste e solitamente escono dalla parte opposta, ma le varietà sul tema sono diverse. Ogni riferimento sessuale non è puramente casuale.

Stride il continuo scontro tra la pudicizia delle protagoniste, che si vergognano di mostrare culetti nudi e l’esagerazione di tutto il resto.

Poi però arriva un finale che è un capolavoro del trash.

Solo per veri appassionati.

 

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