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Wikileaks: la Monsanto e gli affari "diplomatici"

La multinazionale americana Monsanto, spesso al centro di polemiche, è tra le principali compagnie che si occupano di biotecnologia. E diplomatici americani si occupano dei suoi interessi in Europa.
Sulle pagine di Agoravox si sono lette già alcune cose riguardo la Monsanto (9 maggio 2009, 13 maggio 2009, 1 giugno 2009, 29 dicembre 2010).
Forse non è abbastanza. In effetti nel 2010 la Monsanto è stata nominata tra le 10 compagnie più immorali al mondo.
 
Ha cercato di bloccare la proliferazione di latte proveniente da mucche non trattate con ormoni della crescita sintetici. E ha cercato di sopprimere, con la cooperazione della Fox News (di Rupert Mudoch), l’inchiesta di due reporter, poi licenziati, che evidenziavano i rischi di salute degli ormoni sintetici. Nell’azione legale che è seguita il tribunale ha sentenziato che la Fox non è obbligata a riferire fedelmente. Anche se poi il reporter può rifiutare di mentire.
 
Ha scaricato rifiuti tossici in una cittadina dell’Alabama per circa 40 anni, conoscendo e nascondendo i danni all’ambiente.
Un simile caso di contaminazione lo ha provocato per anni anche in Gran Bretagna.
 
Ha corrotto alti funzionari in Indonesia “per evitare valutazione di impatto ambientale” sulla sua produzione di cotone.
 
In India una società affiliata alla Monsanto impiega bambini a paghe bassissime (18 Rupie al giorno, circa 30 centesimi di euro) ed esponendoli a pericolosi pesticidi.
 
Il documentario “The World Accordino to Monsanto” (Il mondo secondo la Monsanto) evidenzia l’immoralità e la corruzione di questa compagnia.
 
Wikileaks rivela come alcuni Diplomatici USA siano coinvolti negli affari della Monsanto. 
In un cablogramma del 2007, l’ex ambasciatore statunitense in Francia, Craig Stapleton, chiede al proprio governo di punire gli stati Europei che si oppongono alle coltivazioni Geneticamente Modificate.
Secondo Stapleton l’Europa non sta facendo passi avanti a favore di queste coltivazioni. In particolare la Francia, Italia, Austria e la stessa Commissione Europea. È preoccupato soprattutto per il comportamento della Francia che ha sospeso la coltivazione di MON 810 (varietà di mais geneticamente modificato, sviluppato dalla Monsanto Company). La Francia è accusata di avere un ruolo leader in Europa.
Il diplomatico USA raccomanda di organizzare attentamente “una serie di ritorsioni” che causi “un po’ di sofferenze in Europa” e ciò viene visto come “responsabilità collettiva”. Invece quanto viene considerato in Europa come “principio di precauzione” e “interesse comune” per l’ambasciatore sono precedenti pericolosi.
Da un lato raggirerebbero “decisioni scientifiche” (ma non spiegherebbero la volontà di ritorsioni), dall’altro si dichiara più apertamente che intaccherebbero gli “enormi affari” Americani nel continente europeo.
Per Stapleton la via delle ritorsioni (credo sarebbe meglio tradurre rappresaglie) servono a chiarire che la strada intrapresa “ha costi reali per gli interessi dell’UE” e può servire a “rafforzare le voci europee a favore delle biotecnologie”.
Quindi l’ambasciatore continua avvisando di ponderare bene l’azione da intraprendere, “deve poter essere mantenuta a lungo, dal momento che non c’è da aspettarsi una vittoria veloce”. 
 
Un cablogramma del 2009, dall’ambasciata statunitense a Madrid chiede un intervento del Governo Americano per favorire le “pressanti richieste” sia di Josep Puxeu, Segretario di Stato Spagnolo per gli Affari Rurali e le Risorse Idriche (“da lungo tempo sostenitore delle biotecnologie”), che della Monsanto (principale fonte d’informazione dell’ambasciatore). Si chiede che il governo americano faccia pressione a Bruxelles.
 
Preoccupano le varie proibizioni del MON 810 in Europa. Ultima la Germania “seguendo Francia, Austria, Ungheria, Grecia e Lussemburgo”. Come anche sviluppi in questo senso in Catalogna e nei Paesi Baschi.
Si fa presente che “la Spagna è stata il primo paese europeo a coltivare mais geneticamente modificato e ora coltiva quasi il 75 per cento del MON 810 in Europa”. Quindi “Se la Spagna cade, seguirà il resto d’Europa”.
In risposta alle “misure di salvaguardia ed emergenza per sospendere la coltivazione di MON 810 in Francia”, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) dichiara di non aver trovato “nuove scientifiche evidenze di rischi connessi alla piantagione di MON 810. Ma il rapporto EFSA è stato messo in dubbio”.
Perciò si chiede al Governo americano di appoggiare la posizione “scientifica” spagnola sulle biotecnologie, attraverso un “intervento ad alto livello” a favore di quanto dichiarato dalla EFSA. Allo stesso tempo si chiede al governo USA l’appoggio per “uno scienziato non americano”, così da poter parlare con “influenti interlocutori spagnoli e assistenza per sviluppare un piano d’azione sulle biotecnologie agricole per la Spagna”.
 
Non c’è da meravigliarsi che per l’infezione di Escherichia Coli alcuni scienziati abbiano accusato ingiustamente, prima di verificare, un’azienda agricola organica.
 
In questo periodo di siccità in Est Africa chi produce cibi geneticamente modificati cerca di farsi strada, nonostante le proteste. La Monsanto è già lì e come un avvoltoio attende le sue prede.

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