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Watt what, Watt who?

Alla Fiera del Libro di Torino, lo scorso 14 maggio, uno dei prodotti editoriali che più ha attirato la mia attenzione è stato Watt.
 
Vedendolo fisicamente, quanto meno nella prima veste, non passa inosservato per formato, qualità, e sfogliandolo per contenuti e abbinamenti tra parole e immagini.
 
Ho chiesto a Leonardo G. Luccone - che assieme a Elvira Grassi e Giuliano Boraso ha fondato Oblique Studio (un ensable che si occupa di editoria e comunicazione) - di raccontarmi di questo progetto, del suo essere molte cose e delle intenzioni di mutarlo in futuro.
 
Consiglio l’acquisto di almeno un volume, per saggiarne pagine, pieghe, odori, storie tra parole e illustrazioni. Vederlo probabilmente spiega molto più di quanto possano fare etichette o facili catalogazioni. Certi progetti è bene toccarli, anche se con la virtualità può essere più facile visionare e rintracciare, certe forme creative vanno guardate da vicino.
 
Sfogliando il primo volume, ascoltando Luccone allo stand Oblique, ho avvertito una cura, una voglia di sperimentare con entusiasmo, una curiosità per i linguaggi che raccontano, non comuni.
 
________
 
1.
“Watt non è una rivista, è una collana editoriale che va guardata come un catalogo, letta come un libro, pur non essendo nessuna delle due cose”. In un qualche modo, dal comunicato stampa sembra tutto chiaro, ma nella sostanza lo è un po’ meno specialmente per chi ha visto e sfogliato Watt ad esempio alla Fiera del libro di Torino.
Stando alle vostre dichiarazioni, “Watt nasce dallo sforzo di due studi: Oblique e Ifix”.
Dunque, esattamente di cosa si tratta? In cosa si concretizza?
 
Semplificando al massimo si può immaginare Watt come una rivista di racconti e illustrazioni che dialogano tra loro. Guardandola meglio Watt assomiglia più a un libro, ma nessun libro contemporaneo ha queste dimensioni, questo peso. Un libro cinquecentesco? Una rivista d’arte? Un catalogo? La verità è che le definizioni non sono importanti. È ben più importante che Watt non entra nelle librerie casalinghe e quindi va lasciato sul tavolo, che Watt richiede due mani per essere letto o guardato, che quando ce l’hai di fronte ti viene voglia di toccarlo. Come vede, noi stessi trattiamo Watt sia al maschile sia al femminile. Teniamoci queste ambiguità per ora. Forse tra dieci numeri sarà tutto più chiaro.
Insomma, Watt è una piattaforma di scouting, una vetrina, il nostro bloc-notes per fissare i segni – scritture e illustrazioni – che più ci interessano e sui quali vogliamo investire. Volevamo dimostrare che l’unione fa la forza, che l’unione dà ricchezza. Oblique+Ifix è più potente di Oblique e Ifix.
 
 
2.
Nel volume zero compaiono quattordici narratori e altrettanti illustratori. Come avvengono le scelte degli artisti? Ci sono collegamenti, tra di loro, di qualunque tipo (provenienza, genere, tematiche…)? Nell’insieme Watt ha un target a definire così le caratteristiche di chi vi può partecipare?
 
 
Attingiamo dai nostri archivi, dai nostri ricordi – anni e anni di appunti –, ma ci avvaliamo pure di un meccanismo di selezione tradizionale. Ci sono arrivati molti contributi spontanei. È bastato un annuncio su uno dei nostri siti e chi si identificava con il nostro modo di lavorare ci ha mandato i propri lavori. La selezione, l’accoppiamento narratore-illustratore sono operazioni difficili e delicate, ma allevare questi equilibri, innescare il dialogo e la propulsione mutuamente creativa è la cosa che più ci ha affascinato.
Watt volume zero è atematico, anche se una lettura attenta permette di individuare uno scheletro che accomuna tutte le narrazioni.
No, non abbiamo un target. Ci piacerebbe che chi si mette in contatto con noi abbia coscienza di chi si trova di fronte.
 
 
3.
Il volume zero si presenta in un formato decisamente grande, non soltanto per gli standard del mercato. Si tratta di una pubblicazione molto curata, in questa prima ‘veste’ colpisce decisamente l’ampiezza che non ne favorisce la ‘portabilità’ quanto un impatto e una cura inusuali.
È una scelta identitaria o pensate di mutarne il formato nei prossimi volumi?
 
Watt proseguirà con numeri speciali – contraddistinti dalla numerazione 0,5, 1,5 eccetera –, e con numeri istituzionali. Gli speciali non hanno obblighi di formato, carta, allestimento e saranno di volta in volta diversi. I numeri istituzionali – 1, 2, 3 eccetera – manterranno il formato grande. Ogni volta però ci sarà qualcosa di nuovo. Certi princìpi invece non muteranno mai.
 
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4.
Quali sono le dinamiche che legano racconti e illustrazioni? Come vengono abbinati gli autori e con che processi creativi?
 
Ragioniamo per analogia, per frizione, per ossimoro, per puro esperimento. La narrazione innesca l’illustrazione o viceversa, è un procedimento per successive affinazioni.
 
 
5.
L’associazione tra storie narrate e storie illustrate non è comune, per il mercato italiano, non in questa veste che ‘impasta’ parole e immagini generate dalle mani di autori diversi in una sequenza veloce e accurata. A chi si rivolge, Watt, quali lettori e fruitori di contenuti pensate poter coinvolgere, comunque interessare, con il progetto?
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Spero interessi a chiunque. Alcuni hanno comprato Watt perché sembrava loro un oggetto bello da regalare. Una persona mi ha detto: “Sono sicuro che ci metterò un sacco di tempo per capire cos’è Watt e forse non lo capirò. Però già mi è venuta voglia di leggerlo, e io sono uno che non legge”. Ecco, un’affermazione come questa ci cambia la giornata.
 
 
6.
Dove e come si può trovare Watt? Con che modalità è possibile seguire questo “luogo di ricerca e sperimentazione”?
 
Watt si trova nelle librerie, nelle gallerie d’arte e nei negozi che aderiscono al progetto. Per ora sono una decina sparsi strategicamente in tutta Italia, ma aumentano di giorno in giorno. Watt si può ordinare su internet (dal nostro sito www.wattmagazine.it); Watt sarà presente nelle principali fiere editoriali e d’arte.
 
 
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Nel volume zero
 
Mario Pistacchio, Aspettami, illustrato da Rocco Lombardi
Emanuele Tonon, Amore, illustrato da Maurizio Ceccato
Ferdinando Morgana, Elenco completo delle cose pensabili, illustrato da Ciro Fanelli
Anna Bruni, Soldatini bruciacchiati, illustrato da Stefano Guerriero
Athos Zontini, Per quanto meschini ho i miei interessi, illustrato da Claudio Parentela
Camilla Corsellini, Mostri, illustrato da Marilena Pasini
Mauro Paneghel, La merda di Amedeo, illustrato da Carlo Emilio Zummo
Pablo Echaurren, Marinetti was a punk rocker, illustrato da Maurizio Ceccato
Mattia Zuccatti, Io sono una festa, illustrato da Elena Miele
Paolo Piccirillo, La corrida, illustrato da Laura Giardino
Sergio Claudio Perroni, Il backup mentale, ovvero Greatest Hits della tua vita, illustrato da Flavia Barbera
Luciano Funetta, Noi stessi abbiamo dimenticato, illustrato da Maurizio L’Altrella
Marianna Garofalo, Come la polvere, illustrato da Armin Barducci
Alcìde Pierantozzi, Gli spiriti del Vij, illustrato da Giovanni Di Modica
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Ringrazio Leonardo G.Luccone.

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