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Wall Street: rischio Hindenburg Omen?

31 maggio: scatta l'Hindenburg Omen, un modello elaborato al fine di prevedere eventuali crisi di mercato. Su Wall Street cala così la mannaia del rischio bailout, ma le testate finanziarie sono discordi: "aria fritta" oppure rischio di crash imminente? Nel frattempo potrebbero approfittarne gli squali.

Ideato da Jim Miekka - professore di fisica alle superiori - il modello dell'Hindenburg Omen nasce con lo scopo di prevedere eventuali crash del sistema. L'impostazione è relativamente semplice: quando il numero di titoli che superano il record su base annua - negativo o positivo - di valore azionario supera una certa soglia, si accende l'allarme di instabilità del mercato. Un po' come una fase di turbolenza in aereo, solo che un numero significativo di signori in giacca e cravatta inizia a perdere parecchia della propria liquidità.

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Andamento dell’indice Dow Jones (fonte: CNBC)
Andamento dell’indice Dow Jones (fonte: CNBC)

Il punto è però che con l'indice Dow Jones nelle condizioni indicate si è finora trattato di instabilità, non di collasso. Se si osserva l'immagine, si evidenziano chiaramente oscillazioni del valore azionario, come se il mercato non riuscisse a trovare un proprio punto di equilibrio; al contrario segnali a favore di una bolla - ossia di prezzi delle azioni gonfiati senza alcuna base reale - non se ne trovano, almeno non nel modello elaborato da Miekka. Vero è che di necessità nel groviglio della borsa ci si affida principalmente alla tesi miracolistica delle serie storiche al fine di poterci infine capire qualcosa.

Anche qui però i dati sono divergenti. Se Il Sole 24 Ore parla di un indice che ha fallito la previsione "solo 4 volte su 32", al contrario il Wall Street Journal indica come soglia di successo un risicato 25%. L'unico dato a favore - si fa per dire - sembrerebbe quell'ascesa del Dow Jones negli ultimi nove mesi del 2010 seguiti alla predicazione di Miekka e saliti del 24% (fonte: CNBC). Ciò che sale in fretta - anche in borsa - deve necessariamente scendere.

L'ideatore avverte: "Ogni tanto è un falso allarme, ma lo ignorate a vostro rischio e pericolo". Centrale in questo è però proprio l'effetto domino che ne può derivare. In sociologia è detto Teorema di Thomas, un parolone per dire che "se gli uomini definiscono reali certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze". 

È facile quindi che il crash finisca per derivare, invece di essere previsto dal sistema elaborato da Miekka. Così come è facile che invece di crashare per l'onnipotente mano di Dio e del suo profeta l'algoritmo, la Borsa di New York finisca per essere vittima di una paranoia artefatta, nel caso qualche soggetto si muova con lo scopo di produrre un circolo vizioso di vendite per poi comprare in blocco a prezzi ribassati. Accaparrandosi quella liquidità che tanto gelosamente si vorrebbe conservare dalle oscillazioni del mercato. È l'effetto moltiplicatore dei disastri: la stupidità. Quella sì, proprio dietro l'angolo.

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