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 Home page > Tribuna Libera > Vilipendio al popolo italiano

Vilipendio al popolo italiano

La cosa che fa più male è il silenzio complice dell’informazione di regime e la manipolazione delle notizie. Milioni di cittadini percepiscono quanto avvenuto il 20 aprile, e non a torto, come un colpo basso alla democrazia, un golpe bianco, un’umiliazione democratica. L’informazione non racconta i rilevanti dubbi costituzionali della rielezione di Napolitano e delle condizioni politiche, tutt’altro che garanti, che lo stesso presidente ha posto ai parlamentari ed al Paese intero, condizioni meglio note con il termine “inciucio”.

Sono stata a Montecitorio dalle tre del pomeriggio fino a sera ed il giorno dopo a SS. Apostoli. Era tanta, tantissima gente. Non erano solo attivisti del M5S, erano elettori del PD, di rifondazione, di rivoluzione civile, di SEL, erano cittadini, tutti uniti dallo sdegno per quello che stava accadendo e per quello che poi è accaduto. A tutti appariva impossibile che avessero questo coraggio fino in fondo, eppure l’hanno avuto. Ci sono stati momenti in cui la voce che si levava da quella piazza era talmente forte ed intensa che ci s’illudeva e si sognava che l’avrebbero ascoltata.

Si urlava Rodotà fino allo sfinimento, si urlava democrazia. E loro votavano e si applaudivano. Che incubo. Che umiliazione. Sono stata a centinaia di manifestazioni ma ieri davvero si percepiva qualcosa di diverso: si era uniti, spontaneamente ed istintivamente, dinanzi alla massima degenerazione del potere. Era un baluardo a difesa della democrazia. Gente che piangeva. Gente che parlava di incubo. Gente che diceva mafiosi, che urlava vergogna e che restava lì, inflessibile, senza che qualcuno l’intrattenesse se non la loro coscienza. L’informazione ha diffuso immagini spaurite della piazza davanti al palazzo ma in realtà i palazzi erano circondati, lungo via Del Corso, dietro Montecitorio, verso il Quirinale. Un fiumana di persone che non si arrendeva e non si arrenderà.

L’informazione ha deviato la realtà raccontando lo spauracchio della marcia su Roma o raccontando la presenza di Casapound (non c’era niente di tutto ciò!). Raccontano l’elezione di Napolitano come soluzione garantista di un uomo generoso. La realtà è che la gente ha vissuto e vive la rielezione di Napolitano come il crollo di ogni minima tutela democratica e come lo sfregio più grave fatto alla sovrana volontà popolare che, poco meno due mesi fa, si è espressa con il voto, chiedendo un cambiamento.

La realtà è che in quelle piazze c’era gente che, mossa dalla propria coscienza democratica, ha interrotto o disdetto impegni personali per correre lì, perché la situazione era grave, perché c’era bisogno di difendere la democrazia. Gente consapevole, molto più di quel che si pensa, delle regole democratiche brutalmente stuprate. Si parlava e ci si confrontava sulla gravità dei fatti e sulle soluzioni possibili.

C’era tensione sì, era tanta. Era forte la tentazione di andare oltre, superare quelle transenne ed entrare lì dentro. Tutti sapevano che il voto a Rodotà poteva rappresentare la svolta democratica che metteva fine al ventennio berlusconiano e dalemiano, era forte la percezione di essere ad un punto di non ritorno e che il voto a Napolitano rappresentava la più violenta delle restaurazioni. Anche una conoscenza elementare della Costituzione porta a ritenere una rielezione del medesimo Presidente della Repubblica come una consacrazione di un regime.

Un Presidente che, travalicando ampiamente la Costituzione, invece di essere figura garante del sistema democratico, ritiene di avere delle responsabilità politiche paramonarchiche, tali da sovrastare l’art. 1 della Costituzione (la sovranità appartiene al popolo) e consentirgli di dettare quale governo e quale politica debba governare il paese. Lui stesso, in più di una occasione e come altri Presidenti prima di lui, avevano diffusamente chiarito che il nostro equilibrio democratico, come delineato dalla Carta Costituzionale, non rendeva possibile la rielezione del Capo dello Stato, in virtù proprio del suo ruolo di massimo garante della Costituzione.

Perché ha forzato in maniera così grave la Costituzione e la democrazia? Quali interessi devono essere tutelati? Non c’è alcun soggetto che può discutere sulla costituzionalità della sua rielezione? Dovrebbero essere quei parlamentari che in seduta comune l’hanno rieletto! Dovrebbe essere l’informazione nazionale ed internazionale a vigilare e denunciare! L’informazione che non racconta della sollevazione popolare, e si limita a descrivere l’indignazione come un “caso grillino”, è complice di questo attentato alle regole democratiche e sarà maggiormente responsabile laddove, i cittadini umiliati e lasciati soli, si troveranno ad oltrepassare quelle transenne.

Ed un giorno saranno tutti riconosciuti responsabili, insieme a Napolitano e ai parlamentari che hanno determinato questo, per la deriva antidemocratica che il nostro Paese sta vivendo. Vergogna! Questo è vilipendio al popolo italiano!

I commenti più votati

  • Di OLINDA MORO (---.---.---.203) 25 aprile 2013 14:28
    OLINDA MORO

    Gent. Paolo,

    avevo già avuto modo di leggere gli atti dell’Assemblea costituente, sia in commissione e sia in plenaria, riferibili anche all’art. 85 della nostra Costituzione. Un’attenta lettura mi ha sostenuto nel mio convincimento circa la grave forzatura costituzionale che questa rielezione ha determinato. I costituenti discussero diffusamente circa la non rieleggibilità e alla fine votarono per non inserire il termine “non rieleggibile”. Premesso che allora si poneva il problema di rendere possibile la rieleggibilità del Capo provvisorio dello Stato, il punto di partenza dei costituenti, o se vogliamo il presupposto fondante della questione, fu l’irresponsabilità politica del Presidente. Venne detto e ribadito che la questione della rieleggibilità si poneva dinanzi al fatto che il Presidente, nella nostra repubblica spiccatamente parlamentare, non aveva e non avrebbe mai avuto alcun potere politico. A sostegno di ciò venne chiarito che la diversa durata delle Camere andava proprio a garantire e rafforzare la totale separazione del ruolo di garante del Presidente da qualsiasi altro potere legislativo ed esecutivo. Ed in tal senso la lunga durata della carica presidenziale stava a significare e cementare l’irresponsabilità politica dello stesso Presidente. Alla fine decisero sì di non escluderla nettamente ma neanche di ammetterla chiaramente, lasciando un spiraglio con il solo unico presupposto, fine e ruolo di garanzia costituzionale. Diversi Presidenti della Repubblica, e lo stesso Napolitano, hanno avuto modo di chiarire, a tal proposito ed ufficialmente, che l’equilibrio dei poteri costituzionali, pensato dai nostri costituenti e consolidato dalla susseguente prassi costituzionale, non ammetteva la rieleggibilità del Presidente la cui durata in carica era già di per se lunga. Ciò detto appare evidente che anche il solo buon senso ed una minimo esercizio di cognizione democratica porta a ritenere un incarico presidenziale di 14 anni un’enormità, che non ha eguali in altre democrazie! Il Presidente Napolitano, soprattutto nell’ultimo anno del suo settennato, ha notoriamente svolto un ruolo politico di primo piano appalesatosi chiaramente con la nomina del Governo Monti meglio noto come il “Governo del Presidente”! Governo che, lungi dall’essere tecnico o garante, ha svelato tutta la sua caratura politica  proprio candidandosi alle elezioni e perdendole sonoramente. Il ruolo politico del Presidente si è poi rinforzato all’indomani del voto laddove Napolitano ritenne e pretese una fiducia precostituita per il “presunto” incaricato Bersani, scavalcando chiaramente il rapporto fiduciario che lega il Governo alle Camere ai sensi dell’art. 94 della Costituzione ed ai sensi del quale, non già i gruppi parlamentari consultati per mera cortesia costituzionale, quanto i singoli parlamentari sono nominalmente chiamati a dare la fiducia al Governo. Fiducia che non è mai stata messa in condizioni di essere espressa ma che invece lo stesso Napolitano ha assurdamente ritenuto esistente tra il Governo dimissionario Monti e le Camere neoelette, legittimando di fatto il SUO governo, bocciato dagli elettori,  ad una proroga (sarebbe necessaria una legge costituzionale!) e non ad una mera prorogatio! Il ruolo politico del Presidente è stato suggellato infine con la nomina dei 10 saggi (non previsti in costituzione) e con l’agenda politica dal loro stilata. Il settennato del Presidente è stato viepiù segnato anche da un notevole conflitto con il potere giurisdizionale laddove lo stesso Napolitano, presidente anche del CSM, ha ritenuto di dover sollevare un conflitto dinanzi alla Corte Costituzionale in merito alle intercettazioni che lo riguardavano e che (sarà solo un caso?) sono state distrutte proprio il giorno stesso in cui lui veniva rieletto. E fa specie che proprio nell’agenda politica dei 10 saggi è stato inserito il problema delle intercettazioni e della giustizia. E fa specie che proprio il neoincaricato Letta dal neorieletto Presidente Napolitano parli di riforma costituzionale di sapore presidenzialista. Sono queste le ragioni ed i fatti  per cui si parla di “golpe bianco” e di forzatura democratica. Concludo informandoti che ho votato rivoluzione Civile e lo sottolineo non per prendere le distanze dal M5S (i cui cittadini parlamentari ed i loro elettori stanno dimostrando una sensibilità democratica ed istituzionale di non poco conto) quanto piuttosto per trasmettere l’idea che la battaglia per la democrazia e la difesa della Costituzione travalicano qualsiasi schieramento e questa era l’idea ed il comune sentire di chi il 20 aprile 2012 era davanti a Montecitorio. E ciò è maggiormente vero proprio oggi, data in cui scrivo, ovvero 25 aprile!

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.121) 24 aprile 2013 16:29

    Olinda , mi citi l’articolo della Costituzione che vieta espressamente la rielezione del Presidente ?Mi risulta che l’art.85 dispone soltanto che il presidente della Repubblica è eletto per sette anni . La prima sezione della seconda Sottocomissione ,aveva poi aggiunto la modifica ".. non rieleggibile " ,modifica poi successivamente stralciata . Ti risulta? o hai un testo personalizzato M5S .

    Poi ,ti risulta che siamo in una repubblica parlamentare e che il Presidente della Repubblica è eletto a Camere congiunte + i grandi elettori regionali ? Se si,come è ,dove è il golpe ? Che non vi piacia è un conto (per inciso neanche a me) , ma che c’entra il golpe .

    E’ mai possibile che tutte le cretinate che escono dalla testa di Grillo ve le ciucciate come perle di saggezza ?

    Poi ,e chiudo , statisticamente parlando quelli che erano in piazza a gridare "Rodotà " sono una inezia di fronte a 60 milioni di cittadini . Ma davvero pensi che il mondo sia come lo volete voi? Ovvero eleggere parlamentari con 15 preferenze su un campione di 40.000 clic ,oppure eleggere un Presidente della Repubblica con un campione di 28.000 clic e 4.000 preferenze?

    L’inciucio cara Olinda lo avete voluto voi ,non rigirate la frittata .Il vero inciuciio lo ha fatto Beppe con Silvio ,salvando i suoi clic e rimettendo in pista il Cavaliere di Arcore .

    Complimenti per i tuoi due meravigliosi bambini ,sono sicuro che sei una mamma perfetta .
    ciao

    • Di (---.---.---.203) 25 aprile 2013 14:03

      Gent. Paolo,

      avevo già avuto modo di leggere gli atti dell’Assemblea costituente, sia in commissione e sia in plenaria, riferibili anche all’art. 85 della nostra Costituzione. Un’attenta lettura mi ha sostenuto nel mio convincimento circa la grave forzatura costituzionale che questa rielezione ha determinato. I costituenti discussero diffusamente circa la non rieleggibilità e alla fine votarono per non inserire il termine “non rieleggibile”. Premesso che allora si poneva il problema di rendere possibile la rieleggibilità del Capo provvisorio dello Stato, il punto di partenza dei costituenti, o se vogliamo il presupposto fondante della questione fu l’irresponsabilità politica del Presidente. Venne detto e ribadito che la questione della rieleggibilità si poneva dinanzi al fatto che il Presidente, nella nostra repubblica spiccatamente parlamentare, non aveva e non avrebbe mai avuto alcun potere politico. A sostegno di ciò venne chiarito che la diversa durata delle Camere andava proprio a garantire e rafforzare lo totale separazione del ruolo di garante del Presidente da qualsiasi altro potere legislativo ed esecutivo. Ed in tal senso la lunga durata della carica presidenziale stava a significare e cementare l’irresponsabilità politica dello stesso Presidente. Alla fine decisero sì di non escluderla nettamente ma neanche di ammetterla chiaramente, lasciando un spiraglio con il solo unico presupposto, fine e ruolo di garanzia costituzionale. Diversi Presidenti della Repubblica, e lo stesso Napolitano, hanno avuto modo di chiarire, a tal proposito ed ufficialmente, che l’equilibrio dei poteri costituzionali pensato dai nostri costituenti e consolidato dalla susseguente prassi costituzionale non ammetteva la rieleggibilità del Presidente la cui durata in carica era già di per se lunga. Ciò detto appare evidente che anche il solo buon senso ed una minimo esercizio di cognizione democratica porta a ritenere un incarico presidenziale di 14 anni un’enormità, che non ha eguali in altre democrazie! Il Presidente Napolitano, soprattutto nell’ultimo anno del suo settennato, ha notoriamente svolto un ruolo politico di primo piano appalesatosi chiaramente con la nomina del Governo Monti meglio noto come il “Governo del Presidente”! Governo che, lungi dall’essere tecnico o garante, ha svelato tutta la sua caratura politica  proprio candidandosi alle elezioni e perdendole sonoramente. Il ruolo politico del Presidente si è poi rinforzato all’indomani del voto laddove Napolitano ritenne e pretese una fiducia precostituita per il “presunto” incaricato Bersani, scavalcando chiaramente il rapporto fiduciario che lega il Governo alle Camere ai sensi dell’art. 94 della Costituzione ed ai sensi del quale, non già i gruppi parlamentari consultati per mera cortesia costituzionale, quanto i singoli parlamentari sono nominalmente chiamati a dare la fiducia al Governo. Fiducia che non è mai stata messa in condizioni di essere espressa ma che invece lo stesso Napolitano ha assurdamente ritenuto esistente tra il Governo dimissionario Monti e le Camere neoelette, legittimando di fatto il SUO governo, bocciato dagli elettori,  ad una proroga (sarebbe necessaria una legge costituzionale!) e non ad una mera prorogatio! Il ruolo politico del Presidente è stato suggellato infine con la nomina dei 10 saggi (non previsti in costituzione) e con l’agenda politica dal loro stilata. Il settennato del Presidente è stato vieppiù segnato anche da un notevole conflitto con il potere giurisdizionale laddove lo stesso Napolitano, presidente anche del CSM, ha ritenuto di dover sollevare un conflitto dinanzi alla Corte Costituzionale in merito alle intercettazioni che lo riguardavano e che (sarà solo un caso?) sono state distrutte proprio il giorno stesso in cui lui veniva rieletto. E fa specie che proprio nell’agenda politica dei 10 saggi è stato inserito il problema delle intercettazioni e della giustizia. E fa specie che proprio il neoincaricato Letta dal neorieletto Presidente Napolitano parli di riforma costituzionale di sapore presidenzialista. Sono queste le ragioni ed i fatti  per cui si parla di “golpe bianco” e di forzatura democratica. Concludo informandoti che ho votato rivoluzione Civile e lo sottolineo non per prendere le distanze dal M5S (i cui cittadini parlamentari ed i loro elettori stanno dimostrando una sensibilità democratica ed istituzionale di non poco conto) quanto piuttosto per trasmettere l’idea che la battaglia per la democrazia e la difesa della Costituzione travalicano qualsiasi schieramento e questa era l’idea ed il comune sentire di chi il 20 aprile 2012 era davanti a Montecitorio. E ciò è maggiormente vero proprio oggi, data in cui scrivo, ovvero 25 aprile!

  • Di (---.---.---.63) 24 aprile 2013 20:54

    Il fatto che a gridare fossero un’inezia ripsetto a 60 milioni di italiani mi sembra un argomento davvero risibile: quale sarebbe il limite oltre il quale una mnifestazione è rappresentativa?
    Poi, formalmente nessun golpe - certo. Ma dal punto di vista della sostanza le forzature costituzionali ci sono eccome. Non appena passerà questa periodo di idolatria verso Napolitano, finalmente leggeremo e ascolteremo fior di costituzionalisti esprimersi al riguardo.
    Per quanto riguarda Grillo, ha fatto benissimo a non fidarsi del PD che, nei fatti, ha dimostrato quel che è: il pdmenoelle, appunto.

  • Di (---.---.---.19) 24 aprile 2013 22:15

    E’ vero tutto ma è anche vero che al popolo sovrano che ha votato Berlusconi lo ha fatto perchè lo stesso aveva promesso di tenere lontano i comunisti dall’Italia il fatto che l’ultimo comunista con tessera PCI Berlusconi lo ha proposto come presidente della Repubblica, forse non rispetta la volontà del popolo sovrano che lo ha votato forse non voleva un comunista come Presidente questo lei come lo definisce?

  • Di (---.---.---.90) 24 aprile 2013 23:24

    Ma il figlio di Paladin qui sopra ha mai sentito parlare di prassi e consuetudini? Conosce la distinzione tra costituzione formale e materiale?

  • Di OLINDA MORO (---.---.---.203) 25 aprile 2013 14:28
    OLINDA MORO

    Gent. Paolo,

    avevo già avuto modo di leggere gli atti dell’Assemblea costituente, sia in commissione e sia in plenaria, riferibili anche all’art. 85 della nostra Costituzione. Un’attenta lettura mi ha sostenuto nel mio convincimento circa la grave forzatura costituzionale che questa rielezione ha determinato. I costituenti discussero diffusamente circa la non rieleggibilità e alla fine votarono per non inserire il termine “non rieleggibile”. Premesso che allora si poneva il problema di rendere possibile la rieleggibilità del Capo provvisorio dello Stato, il punto di partenza dei costituenti, o se vogliamo il presupposto fondante della questione, fu l’irresponsabilità politica del Presidente. Venne detto e ribadito che la questione della rieleggibilità si poneva dinanzi al fatto che il Presidente, nella nostra repubblica spiccatamente parlamentare, non aveva e non avrebbe mai avuto alcun potere politico. A sostegno di ciò venne chiarito che la diversa durata delle Camere andava proprio a garantire e rafforzare la totale separazione del ruolo di garante del Presidente da qualsiasi altro potere legislativo ed esecutivo. Ed in tal senso la lunga durata della carica presidenziale stava a significare e cementare l’irresponsabilità politica dello stesso Presidente. Alla fine decisero sì di non escluderla nettamente ma neanche di ammetterla chiaramente, lasciando un spiraglio con il solo unico presupposto, fine e ruolo di garanzia costituzionale. Diversi Presidenti della Repubblica, e lo stesso Napolitano, hanno avuto modo di chiarire, a tal proposito ed ufficialmente, che l’equilibrio dei poteri costituzionali, pensato dai nostri costituenti e consolidato dalla susseguente prassi costituzionale, non ammetteva la rieleggibilità del Presidente la cui durata in carica era già di per se lunga. Ciò detto appare evidente che anche il solo buon senso ed una minimo esercizio di cognizione democratica porta a ritenere un incarico presidenziale di 14 anni un’enormità, che non ha eguali in altre democrazie! Il Presidente Napolitano, soprattutto nell’ultimo anno del suo settennato, ha notoriamente svolto un ruolo politico di primo piano appalesatosi chiaramente con la nomina del Governo Monti meglio noto come il “Governo del Presidente”! Governo che, lungi dall’essere tecnico o garante, ha svelato tutta la sua caratura politica  proprio candidandosi alle elezioni e perdendole sonoramente. Il ruolo politico del Presidente si è poi rinforzato all’indomani del voto laddove Napolitano ritenne e pretese una fiducia precostituita per il “presunto” incaricato Bersani, scavalcando chiaramente il rapporto fiduciario che lega il Governo alle Camere ai sensi dell’art. 94 della Costituzione ed ai sensi del quale, non già i gruppi parlamentari consultati per mera cortesia costituzionale, quanto i singoli parlamentari sono nominalmente chiamati a dare la fiducia al Governo. Fiducia che non è mai stata messa in condizioni di essere espressa ma che invece lo stesso Napolitano ha assurdamente ritenuto esistente tra il Governo dimissionario Monti e le Camere neoelette, legittimando di fatto il SUO governo, bocciato dagli elettori,  ad una proroga (sarebbe necessaria una legge costituzionale!) e non ad una mera prorogatio! Il ruolo politico del Presidente è stato suggellato infine con la nomina dei 10 saggi (non previsti in costituzione) e con l’agenda politica dal loro stilata. Il settennato del Presidente è stato viepiù segnato anche da un notevole conflitto con il potere giurisdizionale laddove lo stesso Napolitano, presidente anche del CSM, ha ritenuto di dover sollevare un conflitto dinanzi alla Corte Costituzionale in merito alle intercettazioni che lo riguardavano e che (sarà solo un caso?) sono state distrutte proprio il giorno stesso in cui lui veniva rieletto. E fa specie che proprio nell’agenda politica dei 10 saggi è stato inserito il problema delle intercettazioni e della giustizia. E fa specie che proprio il neoincaricato Letta dal neorieletto Presidente Napolitano parli di riforma costituzionale di sapore presidenzialista. Sono queste le ragioni ed i fatti  per cui si parla di “golpe bianco” e di forzatura democratica. Concludo informandoti che ho votato rivoluzione Civile e lo sottolineo non per prendere le distanze dal M5S (i cui cittadini parlamentari ed i loro elettori stanno dimostrando una sensibilità democratica ed istituzionale di non poco conto) quanto piuttosto per trasmettere l’idea che la battaglia per la democrazia e la difesa della Costituzione travalicano qualsiasi schieramento e questa era l’idea ed il comune sentire di chi il 20 aprile 2012 era davanti a Montecitorio. E ciò è maggiormente vero proprio oggi, data in cui scrivo, ovvero 25 aprile!

    • Di paolo (---.---.---.121) 25 aprile 2013 15:58

      Cara Olinda ,premesso che non sto assolutamente prendendo le parti di Napolitano che ho avuto modo di criticare duramente in miei articoli e commenti proprio su questo blog ,quello che ritengo inaccettabile , sul piano della correttezza intellettuale e della pura e semplice verità ,è quello di far passare una indubbia forzatura della prassi , che c’è stata ,come un "golpe" della Costituzione .

      Una cosa è l’opportunità di certe escelte e procedure (che ho duramente criticato in tempi non sospetti) ,altra cosa è mistificare il tutto come una lesione della Costituzione .Non c’è stato nessun golpe (né bianco ,né rosso né di altro colore ) e Grillo pertanto afferma il falso ed è dovere civico denunciarlo ,se non si è dei succhiatutto come i grillini.

      Tutto ciò che accaduto dopo il rifiuto in streaming dei grillini di chiudere per sempre la berlusconeiade ,è ascrivibile unicamente a Grillo (e soci )che ,ripeto fino alla nausea ,ha interessi concreti da difendere e deve pertanto alimentare la protesta . I fatti successivi ,nel solco delle forzature di questo poliedrico Presidente che ben conosco dai tempi in cui votavo PCI ,sono stati e sono una inevitabile conseguenza .

      Quindi è del tutto inutile che Grillo continui a ciurlare nel manico ,gridando alla luna ,lui e solo lui è il vero inciuciatore con Silvio Berlusconi e l’inciucio è in un cointeresse evidente nei fatti ,ovvero Beppe salva i clic e Silvio salva il posteriore . Chiaro ?

      Infine ,tanto per essere ancora più chiari ,il sottoscritto ,culturalmente di sinistra ,nato e cresciuto in ambienti di sinistra ,elettore per decenni del PCI pur con indicibili incazzature ,alle ultime elezioni ,dopo venti anni di assenza dalle urne per raggiunto limite di sopportazione , ha votato ,pensa un po’ , Mario Monti , dichiarandolo prima delle elezioni . E sai perché ? Perché non potendo combattere Berlusconi ed il berlusconismo da sinistra ,ho disperatamente cercato di contribuire a far nascere una destra decente che erodesse il Pdl . Una pensata della quale ora mi vergogno, ma la disperazione a volte gioca brutti scherzi.

      ciao

  • Di GeriSteve (---.---.---.91) 28 aprile 2013 12:12

    Caro Paolo e cara Olinda,
     scusatemi se intervengo con tanto ritardo: è da una settimana che non mi collego.
    Io ritengo che voi due siate sostanzialmente d’accordo, ma che state discutendo su un polverone di parole sbagliate, utilissimo a che nulla cambi.
    Olinda fa benissimo ad indignarsi e Paolo fa benissimo ad analizzarne le parole e a rilevare che formalmente non c’è stato un golpe.
    C’è stato però un pesantissimo golpe "sostanziale", che quindi è sbagliato chiamare "golpe", ma che deve essere chiamato con le parole giuste: "TRADIMENTO" e/o "INCIUCIO".

     

    Al di là del polverone c’è una realtà chiarissima: un quarto degli italiani, schifato dalla classe politica, non ha votato: non ha visto nessun partito a cui dare fiducia, come impone loro questo schifoso sistema elettorale.

    Il restante tre quarti degli elettori a grande maggioranza ha votato per PD, SEL, RCivile, M5S : tutti partiti che si dichiaravano contrari all’inciucio con Berlusconi, alla distruzione della legalità, al monopolio dell’informazione, delle banche e delle aziende.

    La conquista della maggioranza parlamentare ha alimentato la legittima aspettativa che quelle promesse sarebbero state rispettate, e invece no: quelle aspettative e quelle promesse sono state tradite, quindi il tradimento è indiscutibile. Si può soltanto discutere se il tradimento è stato premeditato, cioè se il tradimento è l’effetto dell’inciucio, e se questa premeditazione e quest’inciucio sono recenti o di lungo corso.

    L’esegesi della costituzione che fa Olinda è corretta, ma perfettamente inutile a rispondere a questa domanda sostanziale, quindi è fuorviante.

    Per rispondere si devono guardare i fatti, le persone, i loro legami (le alternanza al potere di zio e nipote, di moglie e marito in partiti opposti) e soprattuto la storia sostanziale, quella dei poteri forti, storia spesso oscurata dalla storia formale, quelle delle alternanze al potere e delle finte contrapposizioni, comprese le guerre, che sono verissime per le popolazioni che le subiscono ma finte per quelli che le decidono e ci lucrano politicamente ed economicamente.

    In un mio recente commento su Agoravox ho scritto che: le decisioni politiche importanti vengono prese in organizzazioni occulte e trasversali: in Italia abbiamo avuto P1 (la prima loggia Propaganda, quella che ha programmato l’entrata in guerra e poi il fascismo), P2 e chissà quante altre; a livello internazionale Rockefeller ci ha dato l’Aspen, Trilateral, Bilderberg, tutte organizzazioni in cui complottano leader che dovrebbero essere concorrenzialmente contrapposti: finta concorrenza politica o commerciale o finanziaria.

    La decisione strategica dell’inciucio è stata presa oltre vent’anni fa e le tattiche vengono messe a punto di volta in volta, con attentissimo rispetto dei diversi ruoli, perchè il "pubblico" (Trilussa lo chiamava "quel popolo cojone") continui a credere che quei personaggi siano davvero in conflitto fra loro.

    A questi "inciuci di lunghissimo corso" si devono quindi aggiungere quelli più tattici, recenti e locali, tipo associazioni "Vedrò", "Arel", gli ultimi incontri dell’Aspen e Bielderberg in cui segretamente inciuciarono Enrico Letta con Emma Bonino, Amato, Monti e Tremonti sotto alte e internazionali bendizioni.

    Con così tante cospirazioni, così diffuse e ben consolidate, non è facile capire se certi strani fatti politici italiani siano stati accidentali o accuratamente premeditati.

    Faccio un esempio preciso: i macroscopici "errori di conduzione" di Grillo e Casaleggio sono stati davvero degli errori? Meditiamo sul fatto che noi non saremmo al punto attuale se il M5S avesse fatto precise e praticabili proposte di governo, e soprattutto che il M5S e l’Italia intera ha perso una grande occasione:

    il M5S avrebbe potuto appoggiare l’elezione di Prodi, eleggerlo in modo determinante alla Presidenza, e dopo sostenere la candidatura di Rodotà al Governo.

    Faccio un altro esempio:

    il tradimento di 101 grandi elettori del PD, quasi "uno su quattro" come ha poi affermato Bersani.

    101 "onorevoli PD" che hanno unanimamente dichiarato l’appoggio a Prodi e che poi in segreto se lo sono rimangiato il giorno dopo.

    Io sono un complottista dichiarato, ma c’è qualcuno così coglione-credulone da credere che quei 101 abbiano cambiato idea durante la notte?

    E quando lo avevano segretamente deciso e concordato il loro tradimento? Prima o dopo la campagna elettorale in cui hanno giurato sulla loro volontà di radicale cambiamento?

     

    GeriSteve

  • Di (---.---.---.207) 28 aprile 2013 20:16
    A proposito di Trilussa

    “Finora semo stati troppo boni”,

     

    Un giorno li Cavalli, stufi de fa’ er Servizzio, tennero un gran comizzio de protesta.

    Prima parlò er Cavallo d’un caretto:

    Compagni! Si ve séte messi in testa de mijorà la classe, bisogna arivortasse a li padroni.

    Finora semo stati troppo boni sotto le stanghe de la borghesia!

    Famo un complotto! Questo qui è er momento d’arubbaje la mano e fasse sotto!

    Morte ar cocchiere!

    Evviva l’anarchia!

    Colleghi, annate piano:

    Strillò un polledro giovane d’un principe romano ché se scoppiasse la rivoluzione io resterebbe in mezzo a un violetto perché m’ammazzerebbero er padrone.

    Sarà mejo, piuttosto, de presentà un proggetto ne la quale...- Odia micchi, gras tibbi, è naturale! disse un morello che da ventun’anno stracinava el landò d’un cardinale. – Ma se ce fusse un po’ de religione e Sant’Antonio nostro c’esaudisse...

    L’Omo, che intese, disse:

    Va benone! Fintanto che ’sti poveri Cavalli vanno così d’accordo io faccio er sordo e seguito a frustalli!”

  • Di Piero Tucceri (---.---.---.221) 1 maggio 2013 09:40

    Il reato di vilipendio del popolo italiano può essere consumato in diversi modi, come per esempio quello di avermi impedito di pubblicare su questa testata argomenti scomodi al regime. L’ultimo di tali abusi è proprio di questi giorni. Ma è così: ormai, con paggi e paggetti, la situazione nazionale ha raggiunto il massimo degrado socioculturale.

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