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Venezuela. Ok, il prezzo è giusto

Il fantasmagorico ex autista di autobus divenuto capo-tipografo del Venezuela, al secolo Nicolas Maduro, ha annunciato una grande iniziativa per combattere l’inflazione. La tragicommedia prosegue.

Durante un fluviale discorso programmatico davanti all’Assemblea Nazionale, Maduro ha annunciato la creazione di una Soprintendenza per il Prezzo Giusto, un nuovo “organismo civico-militare” che risolverà anche il problema della disoccupazione, visto che disporrà di “un milione di ispettori”, ma avrà pure al proprio fianco “tutto il popolo come ispettore” per combattere contro l’inflazione, che nel 2013 ha toccato il 55%.

Tale “inflazione indotta”, ha spiegato Maduro, è frutto della “guerra economica” nata dalla “complicità della borghesia parassita e dell’impiegato pubblico corrotto, che vogliono persuadere il nostro popolo che il modello bolivariano non funziona” e vuole “distruggere la rivoluzione usando mezzi economici”. Perché, diciamola tutta,

«Come definire chi fa sparire il latte in polvere dagli scaffali dei negozi, se non criminale?»

Per mostrare di non essere da meno di un altro illustre socialista che opera dall’altra parte del globo, ed accettare quindi il ruolo dell’iniziativa privata, Maduro ha annunciato che sarà fissato un tetto del 30% ai profitti delle imprese (qualcosa che qui da noi farebbe salivare copiosamente molti compagni, di destra e sinistra), ma col trascurabile dettaglio di calcolare in base al cambio ufficiale i margini su beni importati, e che di conseguenza si agirà con “una mano di acciaio” contro “i delitti di usura e speculazione”. Che, per un paese col 55% di inflazione, è già un vaste programme.

Maduro ha smentito ogni ipotesi di svalutazione del cambio ufficiale del bolivar, che resta a 6,3 contro dollaro, anche se il cambio al mercato nero è dieci volte tanto. Verranno utilizzate in modo crescente le aste segrete per assegnare valuta agli amici degli amici. Ogni paese ha i comici che si merita, del resto.

Nel frattempo, nell’altro paradiso dei tipografi, l’Argentina, è stato bloccato il tentativo di applicare l’imposta patrimoniale ordinaria sul valore di mercato degli immobili, tentativo che serviva ad aumentare il gettito fiscale e dare un attimo di requie alle surriscaldate presse monetarie del paese, riconoscendo al contempo l’esistenza di un’elevata inflazione. Semplicemente deliziosi, tutti quanti. I politici italiani ne hanno di strada da fare, prima di raggiungere simili vette di perfezione.

 

Foto: Andreas Lehner/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.245) 17 gennaio 2014 14:01

    Bene!
    Fa molto bene e se non basta, chi non è d’accordo, può sempre andare nei paradisi occidentali ove l’inflazione non esiste, la borsa è positiva, lo spread è basso e gli investitori e la finanza, si interessano attivamente ed in prima persona di scrivere le leggi che servono agli stati per mantenere tale meraviglia della natura.
    Chiaramente ci si auspica che anche il giornalista che ha scritto l’articolo, ci lasci alle nostre miserie, ma perlomeno non rimpiangeremo di aver letto le sue balle!

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.245) 17 gennaio 2014 14:01

    Bene!
    Fa molto bene e se non basta, chi non è d’accordo, può sempre andare nei paradisi occidentali ove l’inflazione non esiste, la borsa è positiva, lo spread è basso e gli investitori e la finanza, si interessano attivamente ed in prima persona di scrivere le leggi che servono agli stati per mantenere tale meraviglia della natura.
    Chiaramente ci si auspica che anche il giornalista che ha scritto l’articolo, ci lasci alle nostre miserie, ma perlomeno non rimpiangeremo di aver letto le sue balle!

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