Il cancelliere venezuelano, Jorge Arreaza, ha accennato in un'intervista che il presidente dell'Assemblea Nazionale (AN) Juan Guaidó, si trova presumibilmente presso l'ambasciata francese per proteggersi da un possibile arresto da parte delle forze di sicurezza ufficiali.
Durante una conversazione, con la giornalista Maripili Hernández di Unión Radio, ad Arreaza, è stato chiesto se avrebbe intrapreso un'azione per chiedere che Francia e Spagna consegnino rispettivamente Juan Guaidó e Leopoldo López alla giustizia venezuelana, per la loro partecipazione all'operazione golpista Gideon e altri piani violenti per rovesciare Nicolás Maduro. Arreaza, nonostante abbia dichiarato che Guaidó si trovi nell'ambasciata francese, senza indicare alcuna fonte, ha risposto che il Chavismo non viola il diritto internazionale, quindi il governo venezuelano non si permetterebbe mai di entrare, con forza, negli affari di un altro stato sovrano e che tutto dipenderà dalla decisione presa da entrambi gli stati.
"Rispettiamo il diritto internazionale, non possiamo entrare nell'ambasciata di nessun paese, che si tratti di Francia o Spagna (…). Speriamo che questi governi rettifichino e rispettino le leggi dello Stato venezuelano e consegnino i fuggitivi alla giustizia del proprio paese", ha dichiarato. Alla domanda se il governo Nicolás Maduro abbia inviato denunce ai governi di Spagna e Francia o qualche altra misura per forzare la resa di entrambi i leader politici, il ministro degli Esteri venezuelano ha eluso la domanda e ha risposto che questa domanda "dovrebbe essere posta al governo Francese".
«Leopoldo López dell'ambasciata spagnola continua a cospirare, ha preso le decisioni per eseguire l'operazione Gideon. È il capo di Guaidó, Guaidó non è nessuno», ha assicurato.
Un breve excursus sulla scena internazionale.
Spagna, Francia, Regno Unito, Germania e altri paesi europei avevano annunciato, si dal 2018, di riconoscere ufficialmente Juan Guaidó come "presidente ad interim“ del paese sudamericano, dopo aver prestato giuramento il 23 gennaio 2018.
In quella lista c'erano già gli Stati Uniti, il Canada e altri 12 paesi dell'America Latina, tra gli altri.
Nicolás Maduro, che ha assunto il suo secondo mandato presidenziale il 10 gennaio 2018, dopo aver regolarmente vinto le elezioni che l'opposizione non riconosce, ha respinto l'auto-proclamazione di Guaidó come "tentativo di colpo di stato".
A questo proposito, il governo di Maduro, aveva annunciato dal Ministero degli Esteri di chiudere le relazioni bilaterali con i paesi europei che annunciavano il loro riconoscimento a Guaidó.
"Fino a quando non ha luogo una rettifica che esclude il suo sostegno ai piani di colpo di stato e li reindirizza verso il rispetto illimitato per il diritto internazionale", ha affermato la nota.
Sebbene l'elenco dei paesi che supportano Guaidó sia stato sostanzialmente ampliato, Maduro ha ancora un forte sostegno internazionale, in primis quella delle due potenze internazionali emergenti, come Cina e Russia.
Il principale partner venezuelano è appunto la Russia, che ha dichiarato che farà "tutto il necessario" per sostenere Maduro come "legittimo presidente" del Venezuela.
Mosca, infatti, ha accusato l'Europa di intromissione negli affari interni del paese sudamericano, violando espressamente il diritto internazionale.
"Imporre una sorta di decisione o cercare di legittimare un tentativo di usurpare il potere è un'interferenza diretta e indiretta", ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Ma Maduro ha anche il sostegno della Cina (il più grande creditore del Venezuela), della Turchia, dell'Iran e di altri paesi della regione come la Bolivia, Cuba e il Nicaragua.
I manifestanti a favore del governo sono usciti per protestare lo scorso sabato a Caracas.
Inoltre, Maduro conserva il prezioso sostegno dei comandanti dell'esercito venezuelano, sebbene recentemente il generale dell'aviazione Francisco Yánez sia diventato un militare attivo, di alto rango, per il sostegno a Guaidó.
Il primo membro dell'Unione Europea ad annunciare il sostegno a Guaidó è stato il Presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, dopo la scadenza degli otto giorni che vari paesi europei hanno dato a Nicolás Maduro per la richiesta di "elezioni presidenziali libere, democratiche e trasparenti".
"Voglio ribadire, ancora una volta, che la posizione comune nell'ambito dell'Unione Europea è stata concordata su iniziativa del governo spagnolo con diversi paesi europei", ha dichiarato Sánchez in un'apparizione davanti ai media.
Il presidente francese Emmanuel Macron aveva dichiarato su Twitter: "La Francia riconosce Guaidó come presidente responsabile per l’attuazione di un processo elettorale".
Maduro, nel frattempo, ha asserito di non accettare alcun "ultimatum" da parte di nessuno. "È come se avessi detto all'Unione Europea: 'Ti do sette giorni per riconoscere la Repubblica di Catalogna e, in caso contrario, agiremo", ha commentato.
Tra le nazioni europee che hanno annunciato di riconoscere il golpista Guaidó ci sono:
- Spagna
- Germania
- Francia
- Regno Unito
- Svezia
- Portogallo
- Danimarca
- Austria
- Olanda
- Estonia
- Lettonia
- Lituania
- Polonia
- Repubblica Ceca
- Lussemburgo
La decisione dei paesi europei non rappresenta tuttavia la posizione ufficiale dell'Unione Europea, poiché Italia, Grecia e Irlanda non hanno approvato la dichiarazione congiunta.
L'autoproclamazione di Juan Guaidó come "presidente in carica" ricevette il sostegno immediato degli Stati Uniti e la conseguente imposizione di sanzioni unilaterali contro il governo di Nicolás Maduro.