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Venezia – Marie/Antoinette del Malandain Ballet Biarritz al Teatro La Fenice

In prima esclusiva italiana la coreografia di Thierry Malandain su musiche di Franz Joseph Haydn e Christoph Willibald Gluck

In una Venezia solitaria e assai decadente costellata di negozi chiusi e imposte delle case - oramai b&b - serrate, a bordo di un vaporetto mezzo vuoto, ci rechiamo ad assistere al balletto in programma che ha debuttato nel 2019 all’Opéra Royal du Château de Versailles.

La coreografia vuole essere un ritratto danzato della controversa figura della regina di Francia, nel particolare periodo di Versailles, contraddistinto da frivolezze, intrighi di corte e giochi di potere. I due diversi font del titolo già raccontano da soli di Marie/Antoinette: il “corsivo” di Marie, la regina adorata da un intero popolo, e la squarcio costituito dalla sbarretta che separa lo “stampato” di Antoinette, donna dal tragico, noto epilogo.

Uno spettacolo in cui senza riserve vanno promosse le elegantissime e sobrie scene di Jorge Gallardo che firma anche costumi, colorati e stupendi, di ispirazione settecentesca, ma evoluti nella realizzazione. Scene e costumi hanno saputo evocare un Settecento senza tempo, anche grazie al sapiente light design di François Menou.

Scelte sapientemente a enfatizzare la narrazione, le Sinfonie di Haydn accompagnano quasi tutto il balletto salvo la parentesi della maternità della regina, danzata sulle note di Gluck.

La compagnia di ballo si è dimostrata di primissimo livello e in particolare Claire Lonchampt ha esibito un’incantevole leggerezza di gesti quanto di intenzioni nell’intrepretare la freschezza della giovane Marie-Antoinette e Mickaël Conte, Louis XVI, ha dimostrato un professionale dominio il suo personaggio. Irma Hoffren ha incarnato l’Impératrice Marie-Thérèse; Frederik Deberdt, Louis XV, grand-père de Louis XVI; la comtesse du Barry è stata Patricia Velazquez; Guillaume Lillo ha danzato nelle vesti del comte de Mercy-Argenteau; Raphael Canet ha interpretato Axel von Fersen e Jeshua Costa, Joseph II.

Di fronte a tanta tecnica, grazia, alto livello coreutico ha stupito tuttavia una certa ripetitività dei gesti che induce a chiedersi se l’intenzione non fosse anche quella di suscitare nel pubblico l’idea delle mollezze della vita a corte.

Uno spettacolo gradito dal pubblico con applausi riservati alla fine del balletto.

Marina Bontempelli

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