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Vendola, dove sei?

Gentile Signor Vendola, nonché Presidente della Puglia, la sento parlare spesso di sanità e quindi parliamone. Nella provincia di Lecce è davvero disastrosa. E' di poco tempo fa la notizia che un uomo di 34 anni, recatosi al pronto soccorso in uno dei tanti ospedali della provincia con forti dolori al petto e al braccio sinistro, è deceduto. Il medico che lo ha ricevuto ha minimizzato il fatto ed ha rimandato il paziente a casa, senza fargli nemmeno un elettrocardiogramma, come lei può bene immaginare l'infarto gli è stato fatale, senza che nulla sia stato tentato per salvarlo Si può morire di questo ma anche di altro, per esempio decorsi banali come quelli dovuti a una pancreatite acuta. Dopo i primi accertamenti ti rispediscono al mittente, e ti chiamano solo dopo tre o quattro mesi per toglierti i calcoli biliari che te l'hanno causata, un intervento che dovrebbe essere eseguito con la massima urgenza.

Le disfunzioni sanitarie negli ospedali sono tante e centinaia di persone ne pagano un prezzo troppo alto, allorchè sarebbero evitabili in gran parte con una buona responsabilità e struttura medica. Per non parlare del degrado degli edifici, a cominciare dai locali del pronto soccorso, in verità dei sotto scala o dei garage non ben definiti dove mentre tu aspetti, talvolta sui lati ti entrano delle auto o delle autoambulanze. Intanto perché non installare il pronto soccorso all'interno dell'ospedale? Trasmetterebbe una maggiore sicurezza come punto d'arrivo.

Non so se lei ha letto il Castello di Kafka, ebbene l'angoscia che si prova è superiore a qualsiasi descrizione letteraria. Ma la cosa più grave è quando stai dentro, inchiodato in un letto. Ti ritrovi con un primario intoccabile, una sorta di dio sceso sulla terra che snobba "te" poveraccio e tutta la famiglia che ti "segue”, il quale non si degna nemmeno di spiegare cosa ti è successo e cosa ti faranno. Gli corrono dietro una corte di medici, compiacenti (strano non corrono così bene durante un'urgenza), assomigliano a dei venditori di aspirapolvere, piuttosto che a qualcuno che dovrebbe pensare a curare e a instaurare un dialogo di fiducia.

Ma la categoria più allucinante è quella degli infermieri, giacché durante il giorno vedi praticamente solo loro. Entrano ed escono sgarbati e rumorosamente dalla stanza, senza mai fare un sorriso ai pazienti o dire una parola gentile. Non risparmiano nessuno neanche la notte, fanno uscire precipitosamente badanti e familiari assonnati senza nessun rispetto. Se hai l'accento francese, ti scambiano tutt'al più per una badante Rumena e quindi stai sicura che ti ignorano completamente. Non si capisce bene perché circa ogni due ore fanno dei prelievi di sangue, a delle persone che stanno lì per lì a morire, invece di una volta al giorno, nessuno ti dice mai a quale analisi siano serviti, hai la netta percezione di un traffico allarmante.

Le faccio ancora qualche considerazione, se permette. Sicuramente esistono problemi finanziari, ma quello che ho tentato di illustrare è qualcosa di inquietante che tocca di più l'etica "medica", e mi chiedo con quali riferimenti e criterio professionale vengono assunti certi personaggi da incubo con quell'aria di "caporalato" che ti fa venire i brividi.

Il numero del personale ospedaliero, coincide con la norma europea, le cause non sono dovute necessariamente alla carenza degli effettivi, ma provengono da una cattiva gestione dei servizi.

Più o meno ci sono 13 ospedali, talvolta a pochi chilometri l'uno dall'altro, il rischio zero non esiste lo sappiamo, li si potrebbero concentrare in 7-8 (alcuni servono soltanto da dormitorio) che siano davvero efficienti e conservare così le risorse finanziare per un corpo medico e per delle strutture degne di questo nome.

Faccia qualcosa di sinistra la prego! Non c'è nulla di meglio che lei stesso si facesse ricoverare in ospedali simili in incognito, vede, la maggior parte della gente non ha la possibilità di andare altrove per farsi curare. 

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