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Valerio Verbano: un giovane "incosciente"

Valerio Verbano: un giovane "incosciente"

Era una mattina del 22 febbraio 1980 quando in un appartamento romano di via Monte Bianco squillò il campanello del portone. Ad aprire la porta fu Carla Zappelli perché si sentì dire che erano amici del figlio. Ma non lo erano. Gli amici non si presentano armati e con il cappuccio in testa.

"Non si preoccupi, gli dobbiamo solo fare qualche domanda". Ma il figlio Valerio ancora non era arrivato a casa; d’altronde era mattina e lui era uno studente del liceo Archimede.

Forse era a scuola, forse l’aveva marinata. Ma sicuramente lo aveva fatto perché era impegnato politicamente e non come oggi che lo si fa per rintanarsi nei bar. Quelli erano gli anni delle contestazioni e di una guerra spietata tra destra e sinistra.

Si lottava per una società migliore, ma si moriva anche. Tanti giovani morivano, il più delle volte ad opera delle forze dell’ordine, altre ad opera dei giovani di entrambe le fazioni.

Ma il principale assassino era lo Stato.

In quell’appartamento stava accadendo un qualcosa di unico nel suo genere. Carla e il marito vennero immobilizzati e imbavagliati e il commando armato attese l’arrivo di Valerio.

Non immagino il terrore della madre, e la lunga agonia dell’attesa.

Alle ore 13 rientrò Valerio, e ci fu una lotta feroce conclusasi con un colpo di pistola alla nuca. Valerio cadde a terra inondando di sangue il pavimento. Perse la vita alla giovane età di diciannove anni.

Morì un ragazzo che militava con grande partecipazione nelle file della sinistra extraparlamentare e come tanti suoi coetanei aveva quell’incoscienza genuina che lo portava ad esporsi in prima persona. Un incoscienza che tutti noi dovremmo avere, anche a tarda età.

Perché solo così si può cambiare qualcosa e combattere le profonde ingiustizie .

Valerio stava conducendo un inchiesta, una di quelle scottanti in piena epoca di strategia della tensione, l’epoca della P2, dell’eversione e le mafie collegate con gli apparati dello Stato.

Una collusione che abbiamo ancora oggi. Ma si fa finta di non saperlo.


Valerio, un anno prima di morire, venne arrestato come accadeva a tutti quelli che militavano (per questo all’epoca le galere erano sempre in rivolta e si denunciavano gli abusi) e gli perquisirono un dossier voluminoso di cui nessuno ancora sa cosa contenesse.

Misteriosamente sparì, per poi apparire nelle mani del giudice Mario Amato che indagava sull’eversione nera. Dopo qualche giorno il giudice fu ucciso dai NAR.

Valerio aveva probabilmente scoperto qualcosa di scottante che avrebbe destabilizzato lo Stato; ne è convinta la madre, ma anche tutti quelli che la stanno aiutando nell’indagine.

All’epoca c’era un vicino di casa che voleva testimoniare, ma poi ritrattò perché diceva di essere minacciato. Era pieno di debiti, ma misteriosamente dopo qualche mese l’accaduto si trasferì con la famiglia in una bella casa sulla Cassia o sulla Flaminia.

In tutte queste storie dove c’è lo zampino dello Stato, avviene sempre questo. O si ammazza, o si compra.

Permettetemi allora di dire alcune cose che sono accadute l’anno scorso. In un post sulla ’ndrangheta vi spiegai l’importanza dei messaggi. Forse ne erano arrivati alcuni di cui non sono capace di decifrarli. Solo l’interessato potrebbe capirli.

Il 4/06/2009 a Nettuno è stato ucciso in pieno giorno Emidio Salomone, considerato l’ultimo boss della Banda della Magliana. Voglio ricordare che probabilmente un componente del commando che uccise Valerio Verbano, era un certo Carminati, uomo di estrema destra vicino alla Banda.

La stesso giorno, ma di notte, sul monumento delle vittime della Strage di Bologna (proprio sui visi) alcuni "vandali" hanno scritto: Onore a Gelli!

Il giorno dopo, qualcuno ha commesso atti di vandalismo nella tomba di Valerio.

Purtroppo ho potuto notare questi avvenimenti per l’indagine che stiamo facendo per Niki Aprile Gatti,che tra l’altro è appena passato il giorno del suo compleanno che avrebbe festeggiato, se non fosse stato ucciso in quel maledetto carcere.

Sarà un caso, o forse no. Comunque sia il 22 Febbraio portiamo un fiore per Valerio Verbano e ricordiamo questo giovane "incosciente" ucciso dallo Stato.


Intanto vedete questo video di Carla, che supplica al pentimento di Belsito.
 

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