• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Salute > Vaccinazioni: quali saranno gli effetti?

Vaccinazioni: quali saranno gli effetti?

Vaccinando gli over 80 si può ridurre di molto il numero di decessi, ma bisogna vaccinare i 70enni per avere un effetto sulle ospedalizzazioni

La campagna di vaccinazione in Italia è iniziata tre mesi fa: al momento oltre 2,5 milioni di persone hanno ricevuto entrambe le dosi, mentre 2,9 milioni hanno per ora ricevuto solo la prima dose.

Ma quali effetti vedremo nelle vaccinazioni?

 

L’effetto sui decessi

La Covid-19, la malattia indotta dal coronavirus, è particolarmente pericolosa per le persone più anziane. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Nature, il tasso di letalità tra gli over 80 arriva a essere superiore al 10%. Considerando che i vaccini proteggono dalla malattia sintomatica e in particolar modo dalle formi gravi del Covid-19, vaccinare gli anziani è quindi la migliore strategia che si possa adottare. 

Attualmente l’obiettivo della campagna di vaccinazione è proteggere le persone over 80 utilizzando i vaccini sviluppati da Pfizer e Moderna e i 70-79enni con il vaccino AstraZeneca (oltre a insegnanti e forze dell’ordine). Bisogna tenere conto che gli over 80 in Italia sono 4,4 milioni, mentre i 70-79enni sono 5,96 milioni: per vaccinarli tutti servono quindi 20 milioni di dosi, trattandosi di vaccini che prevedono il richiamo. 

In Italia, secondo la distribuzione dei decessi comunicata dall’Istituto superiore di sanità (Iss), il 20,3% dei decessi legati alla Covid-19 è concentrato tra gli over 90, il 41,5% nella fascia 80-89 anni, il 24,3% in quella 70-79, il 9,5% in quella 60-69, il 3,3% in quella 50-59 e l’1,1% tra gli under 50.

Considerando quindi questa distribuzione dei decessi e ipotizzando un’efficacia vicina al 100% nell’azzerare il rischio di morte, possiamo dire che, una volta che avremo finito di vaccinare gli over 80, i decessi potrebbero ridursi di circa il 60%. Una volta che, invece, avremo vaccinato anche tutti gli over 70, i decessi potrebbero ridursi fino all’85%.

Attualmente con i vaccini che abbiamo somministrato si può dire che, idealmente, abbiamo ridotto la mortalità da coronavirus di circa il 30%, con però ampie differenze tra regioni: la provincia autonoma di Bolzano ha vaccinato con almeno una dose il 67% degli over 80, mentre la Toscana solo il 29%. Queste stime sono basate su un tasso di adesione pari al 100%: si tratta di uno scenario poco realistico, ma permette comunque di valutare quali sono gli effetti del vaccino.

Va tenuto conto che prima che il vaccino sia efficace devono passare almeno due settimane, mentre tra contagio ed eventuale decesso passano in media 17-18 giorni. Servono poi altri giorni prima che il decesso venga comunicato alla Protezione Civile. Quindi, ottimisticamente, da quando si raggiunge una determinata soglia di vaccinazione servono 30-35 giorni prima di poter vedere un effetto reale. 

 

L’effetto sugli ospedali

Valutare quale possa essere l’effetto sugli ospedali e sulle terapie intensive è sensibilmente più complesso in Italia perché non sono disponibili i dati per età di chi si trova o si è trovato in ospedale. Esistono però delle stime settimanali sull’età mediana. La mediana è un indicatore particolarmente utile in quanto è il valore che si trova a metà della distribuzione.

Secondo gli ultimi dati dell’Iss, l’età mediana degli ingressi in terapia intensiva è intorno ai 70 anni ed è in leggero calo nelle ultime settimane. Quindi metà delle persone ha meno di 70 anni e metà di più, seppur la distribuzione non sia simmetrica e sia maggiormente spostata sui meno anziani. 

Vaccinando tutti gli over 70 ci attendiamo quindi un sostanziale dimezzamento degli ingressi in terapia intensiva, ipotizzando comunque che il contagio continui a colpire le classi di età come ha fatto sino ad ora. Vaccinando gli over 80, assisteremmo già a una riduzione, ma meno forte di quella che si avrebbe con i decessi. 

Va ricordato che le terapie intensive in Italia sono attualmente occupate al 40% da pazienti Covid-19, secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Bisogna tenere presente che non conosciamo poi la distribuzione di età di chi è attualmente ricoverato. Ipotizzando che una persona anziana sopravviva di meno è possibile che l’età mediana sia più bassa. 

 

Anche per quanto riguarda i ricoveri in reparto l’età mediana è intorno ai 70 anni: tuttavia, a differenza della terapia intensiva, la distribuzione qui è più ampia. Vaccinando gli over 70, quindi, ci attendiamo un dimezzamento dei nuovi ricoveri, ma già vaccinando gli over 80 si dovrebbe avere una riduzione consistente (intorno al 25%). 

 

 

L’effetto sui casi gravi

Anche in questo caso ci attendiamo un maggiore effetto sugli anziani. Uno studio italiano ha evidenziato come, tra gli over 80, il 65% di chi viene contagiato sviluppi una qualche forma di sintomatologia, mentre il 18% ha sintomi che lo portano ad avere una situazione critica.

Tra i 60 e i 79 anni “solo” il 35% sviluppa sintomi e solo nel 4% dei casi questi sono poi critici. A sviluppare sintomi che portano ad aver bisogno del ricovero sono solo lo 0,8% di coloro che hanno tra i 40 e i 59 anni, lo 0,4%di chi ha tra i 20 e i 39 anni e nessuno sotto i 20 anni. 

Guardando i casi attualmente positivi in Italia, vediamo che tra le persone con sintomi giudicati severi il 30% è concentrato tra gli over 80 e il 40% tra coloro che hanno più di 70 anni. Tra coloro che invece hanno sintomi classificati come critici, gli over 80 rappresentano l’11% e gli over 70 il 40%.

Vaccinando gli over 80 ci attendiamo quindi un’importante riduzione di coloro che presentano sintomi gravi.

Conclusione

In conclusione, quindi, con l’attuale strategia di vaccinazione in Italia ci attendiamo di vedere un sostanziale dimezzamento dei decessi quando si saranno vaccinati gli over 80 e un dimezzamento dei ricoveri e delle terapie intensive una volta che saranno vaccinati anche i 70enni. 

Andrà comunque valutato quale sarà il reale tasso di adesione alla campagna vaccinale – anche alla luce degli effetti comunicativi della vicenda AstraZeneca – oltre che l’andamento dei contagi nei prossimi mesi, che sarà inevitabilmente influenzato dalle attuali restrizioni.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità