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Ustica. Il mistero del Mig libico ritrovato in Calabria

Visto la vergognosa guerra che c'è in Libia, in questi giorni vengono evocati brutti ricordi dei fatti che sono legati alla Libia di Gheddafi. 

Si evoca il famoso attentato di Lockerbie attribuito ai sicari libici, ma per quanto riguarda casa nostra si ricorda la strana morte di Massud, dicono ucciso in Italia dagli uomini di Gheddafi e soprattutto la strage di Ustica del venerdì 27 Giungno del 1980, quando l'aereo di linea Douglas DC-9 I-TIGI, appartenente alla compagnia aerea Itavia, si squarciò in volo senza preavviso e scomparve in mare. E dopo 30 anni ancora non è stata del tutto chiarita la vicenda.
 
Ma c'è un'altra vicenda misteriosa e pieno di depistaggi e "morte collaterali" che è poco nota ai più! Raccontiamola brevemente.
 
Il 18 luglio del 1980 una telefonata allerta i carabinieri di Cacurri, in Calabria, della presenza dei resti di un aereo tra le montagne di Castelsilano. Scatta immediatamente l'allarme. 
 
In poche ora l'area interessata viene chiusa all'accesso dei curiosi e giornalisti: nello spazio aereo di cinque chilometri dal veivolo nessun civile può mettere piedi e soprattutto viene interrotto lo spazio aereo. 
 
 
Qualche temerario giornalista riuscì ad entrare e riuscì a vedere il relitto: un aereo Mig libico (di produzione sovietica) con la carcassa di un pilota di colore nero, con un paracadute liberato.
 
Pressato dall'opinione pubblica, l'allora Ministero della Difesa Italiano diffuse dopo poche ore dal ritrovamento un comunicato ufficiale. 
 
Nel documento si riferiva che era stata ritrovata "la carcassa di un MIG 23 monoposto di fabbricazione socvietica, sprovvisto di armamento e serbatoi supplementari, in dotazione delle forze libiche. Nella cabina è stato rinvenuto il cadavere del pilota, di carnagione scura e dell'apparente età di trent'anni". Punto.
 
 
Muhammar Gheddafi, dall'altra parte del mediterraneo, rispose con un comunicato ufficiale del suo governo: "Il nostro pilota era in volo d'addestramento e, a causa di un imporovviso collasso ha perso il controllo dall'aereo, precipitando". Finisce tutto qua.
 
Così pesavano loro perchè quando il Giudice Priore, che si occupò della strage di Ustica avvenuta tre settimane prima del ritrovo ufficiale del relitto in Calabria, scoprì tramite numerose testimonianze che c'era qualcosa che non quadrava: emersero tante altre contraddizioni.
 
Il primo colpo di scena fu che in realtà quel relitto c'era già prima del ritrovo ufficiale e addirittura, analizzando anche lo stato di decomposizione del pilota libico, l'incidente potrebbe essere accaduto lo stesso giorno della strage
 
Purtroppo alcuni testimoni fondamentali per capire meglio l'esatto giorno dell'incidente morirono o sparirono dalla circolazione. Come il maresciallo Franco Parisi, in servizio alla postazione radar di Otranto che morì per cause naturali il 21 dicembre del 1995, pochi giorni prima dell'audizione che doveva avere con il giudice. 
 
Oppure come un certo Roberto Denes (uomo dei servizi segreti), il quale aveva aperto l'ipotesi della messinscena (una ricostruzione dell'incidente per depistare), ma si rese irreperibile e il Giudice non potette interrogarlo.
 
Ma c'è anche la strana morte dell'ex ufficiale Sandro Marcucci
 
Aveva trovato due testimoni, entrambi militari a Pratica di Mare, che avrebbero testimoniato al giudice che il Mig libico caduto sulla Sila era partito da Pratica di Mare. Aveva tenuto per sé i nomi dei testimoni, li avrebbe rivelati solo a Priore, se non fosse che il 2 febbraio 1992, già dimessosi dall'Ami e lavorando per la regione Toscana, rimane vittima in uno strano incidente aereo
 
Ma il più bel colpo di scena è stato questo: il pilota del Mig non era un libico, ma un siriano!
 
Era un certo Ezzedin Fadah El Khalil, siriano di origine palestinese, morto almeno venti giorni prima.
 
Un siriano? Era un mercenario? Oppure addirittura un infiltrato che in realtà faceva parte del gruppo anti-Gheddafi? Sì, perchè sappiamo che nei famosi cieli di Ustica era in corso una vera battaglia e Gheddafi su quei cieli avrebbe dovuto passare con il suo aereo per recarsi ad una conferenza all'estero. Pare che abbia avuto una soffiata sull'attentato che avevano progettato su di lui e sospese all'ultimo momento il viaggio.
 
Quell'aereo insomma sarebbe stato abbattuto lo stesso giorno della strage di Ustica? 
 
Probabilmente sì, perché in quei giorni ci fu la testimonianza di una coppia che da una spiaggia calabrese notò tre aerei che sbucavano dal mare e si inseguivano.
 
Comunque sia, il mistero del Mig Libico interessò tutti i Paesi coinvolti: USA, Francia, Inghilterra e ovviamente l'Italia.

Diceva Giovanni Spadolini ai giornalisti: «Scoprite il giallo del Mig libico e avrete trovato la chiave per trovare la verità di Ustica». 

Probabilmente aveva ragione.

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