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Usa, nel 2021 eseguite “solo” 11 condanne a morte

Era dal 1983, quando vi furono cinque esecuzioni, che negli Usa non si registrava un numero così basso di condanne a morte eseguite: 11, come nel 1988. Quest’anno la corsa del boia non è stata neanche rallentata, come era stato nel 2020 con 17 esecuzioni, dalla pandemia da Covid-19.

Cosa ci dice quel numero, 11? Che la tendenza verso una forte riduzione dell’applicazione della pena capitale negli Usa è costante e sta prendendo sempre maggiore velocità: aumentano le sospensioni delle esecuzioni così come le commutazioni e gli annullamenti delle condanne alla pena capitale, si allarga il fronte degli stati abolizionisti (l’ultimo, la Virginia, lo scorso marzo), si fermano le esecuzioni federali e vengono emesse sempre meno nuove condanne.

Ma ci dice, quel numero, anche che gli omicidi di stato non si fermano. All’inizio dell’anno, sull’uscio della Casa bianca, Donand Trump ha completato il bagno di sangue iniziato nel 2020 con l’esecuzione di altre tre condanne a morte federali.

Alla fine dell’anno sono riprese le esecuzioni in uno stato, l’Oklahoma, dove nel 2015 erano state sospese a causa di veri e propri esperimenti su esseri umani portati a termine usando nuovi farmaci per l’iniezione letale.

L’ultima esecuzione è stata quella di Bigler Stouffer, messo a morte il 9 dicembre, alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti umani, all’età di 79 anni, dopo averne trascorsi 36 nel braccio della morte.

Prima, il 28 ottobre, a interrompere sei anni di moratoria in Oklahoma, era stata l’esecuzione di John Marion Grant.

Dan Snyder, reporter della tv locale Fox 25, ha raccontato che dopo la dose di midazolam, Grant “ha iniziato ad avere convulsioni, a tal punto che stava quasi per sollevare il lettino cui era legato. Poi ha preso a vomitare e per nove minuti gli inservienti sono dovuti entrare nella camera della morte per pulire il vomito. Grant respirava ancora”.

Sean Murphy, dell’Associated Press, ha parlato di oltre una ventina di scatti convulsivi e ha raccontato come il vomito colasse copiosamente lungo i lati del volto e il collo di Grant. Sconvolto, ha dichiarato che mai nelle precedenti 14 esecuzioni cui aveva assistito aveva visto una scena del genere.

Quindici minuti dopo la dose di midazolam, Grant è stato dichiarato privo di conoscenza e si è proceduto alle restanti parti dell’esecuzione. Per Justin Wolf, portavoce della direzione delle carceri, “il protocollo è stato rispettato senza complicazioni”.

Il suo superiore, Scott Crow, si è spinto a dichiarare che “non c’è stata interruzione della procedura: vedere una persona vomitare non è una cosa piacevole, ma non ritengo sia stata inumana. Del resto, il rigurgito durante la sedazione non è un evento del tutto raro”.

 

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