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Home page > Tempo Libero > Cinema > Una vera lady (in Paris)

Una vera lady (in Paris)

Succede spesso che i rapporti che cominciano in modo scorbutico si trasformino poi in amicizie da cui è difficile separarsi. Così avvenne, ma è solo un accostamento ad altra commedia, col ragazzo di colore dall’approccio “basic”, o rude, e il datore di lavoro tetraplegico di “Quasi amici”, qualcosa di simile avviene qui con l’anziana Frida e la badante estone Anne che si trasferisce dal suo paese a Parigi per accudirla.

In questo caso è Frida la scontrosa, a volte preda delle sue depressioni e della solitudine, ma lo sguardo vivido che ha la sua affascinante interprete Jeanne Moreau rendono questi momenti di scoramento solo un’ottima interpretazione. La “lady” in questione del titolo in inglese (A lady in Paris dall’originale Una estone a Parigi) è senz’altro Anne però, non Frida che, avvisa la badante l’amico dell’anziana, Stéphane, non è “una che le mandi a dire”. È lei la vera signora, elegante e silenziosa, sebbene appaia come una “slavata paesanotta estone” (così la appella Frida quando le regalerà dei vestiti, estone pure lei ma a Parigi da quando aveva dieci anni), sa tacere sempre quando è il caso, ci sembra di indovinare l’ambiente che ha intorno dalle espressioni del suo viso: come nelle favole belle riuscirà ad addolcire l’anziana. Anche Stéphane – ex amante più giovane di Frida ed ora gestore del bar che lei gli regalò – che sembra solo preso dai suoi pensieri e non facilmente comunicativo, comincia a guardarla con altri occhi, il suo sguardo si addolcisce quando dice ad Anne che F. “Ha solo noi due”. Anne ha l’atteggiamento perfetto per stare accanto ad un’anziana, con tutta l’esperienza fatta in una casa di riposo in Estonia. Con Anne viviamo il bello di Parigi, la haute couture dei suoi negozi e il bello della elegante casa di Frida.

Un giorno vorrebbe rinunciare a quel lavoro presso la “cattiva” Frida e andarsene, vaga per Parigi del tutto sola al mondo, un suono di tromba della colonna sonora in quel momento (“Si tu t’appelle mélancolie”) è acuto come la sua solitudine ma… Parigi è troppo bella per andarsene, e dove in fondo, con chi?, lei separata da dodici anni e con figli del tutto indipendenti. La burbera Frida considera amica ormai quell'"immigrata bionda" e questa è quasi a suo agio nel rapporto con Stéphane; là si sente a casa. Così, “Somewhere along the road” (altra canzone sui titoli di coda) la gente si incontra, si conosce e gli estranei entrano a far parte delle nostre vite. Un film che fa sentir bene, riconciliante. 

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