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Una settimana da dimenticare in Borsa

Mentre negli Stati Uniti spicca la quotazione miliardaria di Facebook, in Europa i mercati soffrono le incertezze sul destino della Grecia. Male i titoli industriali e del lusso. In Spagna negative le banche 

Nella settimana del collocamento a Wall Street di Facebook, dopo un percorso che l’ha portata in otto anni da start-up a colosso da cento miliardi di dollari, le borse europee hanno archiviato una settimana tutta da dimenticare, risentendo dei timori che si fanno sentire sempre più forti in Europa visto che un'uscita della Grecia dall'euro sembra sempre più probabile

L’IPO del social network americano è stata la terza più grande di tutta la storia di Wall Street, 16 miliardi di dollari seconda solo ai 18,1 miliardi raccolti con la Ipo di General Motors nel novembre 2010 e ai 17,9 miliardi di Visa nel 2008
 
Tuttavia gli investitori sono perplessi sulla principale fonte di ricavi del gruppo, la raccolta di pubblicitaria, visto anche che General Motors ha disdetto i contratti pubblicitari con Facebook a fronte dello scarso interesse da parte degli utenti a cliccare sulle inserzioni. Tutto ciò dovuto principalmente al progressivo spostamento dal pc agli smartphone, dove la "visibilità" delle inserzioni è minore. 

Tornando ai mercati finanziari, le Borse mondiali sono andate molto male con numerosi indici che si sono riavvicinati ai minimi del 2009. 

Lo scenario politico della Grecia preoccupa gli investitori, sebbene l’uscita dall’Euro sia stata scongiurata dal numero uno della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, e da numerose autorità, che stanno sudando freddo all'idea di quanto costerà tale eventuale prospettiva
 
Le conseguenze sulla moneta europea sono state immediate, l’Euro ha perso oltre due punti nei confronti del dollaro, scivolando dal livello di 1,29 della scorsa settimana a 1,27 di questa, con un minimo in area 1,26 dollari. 
 
Anche i titoli di stato hanno registrato scossoni, mentre gli spread dei Paesi periferici sono tornati a impennarsi: quello spagnolo è balzato sopra i 500 punti e quello italiano si è stabilizzato in area 430 punti. 
 
Il bilancio della settimana è stato che Milano ha perso il 7,1%, in calo per la quinta seduta consecutiva Madrid il 6,3%, Francoforte il 4,49% e Londra il 5,4%. E' andata un po' meglio a Parigi che ha lasciato sul parterre il 3,8. 
 
Fra le performance migliori di Piazza Affari, spicca Finmeccanica (FNC.MI) in rialzo del 3,7% e la controlla Ansaldo (STS.MI), salita dello 0,7%. 
 
Tuttavia le perdite maggiori non hanno riguardato il settore bancario. Unicredit (UCG.MI) è salita dello 0,4% e Intesa (ISP.MI) ha guadagnato lo 0,6%. Buoni rialzi per MontePaschi (BMPS.MI) +2,8% e PopMilano (PMI.MI) +2,5%.
Banco Popolare (BP.MI) è scesa dell'1,6%, Mediobanca (MB.MI) ha perso lo 0,1%.In pesante ribasso Mediolanum (MED.MI) -6,2%.
 
Stesso scenario in Spagna, dove le due principali banche Santander (SAN.MC) eBbva (BBVA.MC) sono rimbalzate rispettivamente del 2,9% e del 3,6%. Bankia (BKIA.MC), la quarta banca del Paese recentemente nazionalizzata e oggetto di rumor su una presunta corsa dei clienti a ritirare i depositi, è salita del 23%.
 
Giornata di ribassi per i titoli industriali, in particolare Fiat Industrial è caduta del 2,8% in seguito ai dati sul rallentamento delle vendite dell'americana Caterpillar (CAT.N). Ieri sera il numero uno mondiale delle ruspe e delle scavatrici ha annunciato il rallentamento delle vendite, il più marcato è stato in Asia, con una crescita delle vendite del 5% contro il +15% del trimestre chiuso a marzo. 
 
La paura del rallentamento dell'economia in Asia ha fatto scendere in tutta Europa il settore automotive, il peggiore con l'indice Stoxx che ha perso il 2,3%: Volkswagen (VOW.FRA) è scesa dell'1,9%, Daimler -1,5%, Bmw (BMW.FRA) -2,2%. A MilanoFiat (F.MI) è salita dello 0,7%, Pirelli (PC.MI) -4,2%.
 
Negativi anche i titoli del lusso più esposti ai mercati asiatici: Ferragamo-2,5%, Tod's (TOD.MI) -4%, Luxottica (LUX.MI) -2,6%, Cucinelli -1,7%. A ParigiLvmh (MC.PAR) è scesa del 2%. 
 
Eni (ENI.MI) è scesa dello 0,3% con un movimento che risente del continuo calo del greggio: il Wti è scambiato a 92 dollari al barile (-0,4%). Saipem (SPM.MI) -2,2%,Tenaris (TEN.MI) -2,3%.
 
Le utility si sono mosse ognuna per conto proprio: A2A (A2A.MI) è salita del 4,5%, positive anche Enel (ENEL.MI) +2,2% ed Enel Green Power +0,2%, in calo Snam (SRG.MI) -1%. 
 
Negativa anche Telecom Italia (TIT.MI) -1,5%.

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