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Una malattia chiamata uomo. La metamorfosi di Kafka vista da Peppino Scapucci

Sabato 9 maggio a Pavia, presso lo spazio teatrale In Scena Veritas le compagnie Zerideltotale & Specchi portano in scena Una Malattia Chiamata Uomo di Giuseppe Scapucci.

Una mattina Gregor Samsa si risveglia trasformato in un enorme insetto. La sua arresa esistenza di commesso viaggiatore non ha saputo contenere e reprimere la necessità di scrivere e amare, una necessità più forte lo ha trasformato, reso mostro, emarginato. Giuseppe Scapucci, ispirandosi liberamente alla Metamorfosi di Kafka, tesse la tela che ha intrappolato Gregor–Kafka e sè stesso, metaforica ossessione popolata di personaggi grotteschi, intimi, fantastici. La metamorfosi si pone parallela tra la vita di Kafka, del personaggio Gregor Samsa e la realtà di Giuseppe Scapucci.


Protagonisti una famiglia estranea che non lo comprende, amanti tradite e giornalisti morbosi, esseri fantastici che danno voce alla sua coscienza e un regista che grida per lui. Una malattia chiamata uomo, presentato al Premio Teatro Riccione 1977, già in scena in forma di lettura teatrale nel Giugno 2008 (in occasione dei 25 anni dalla morte del poeta binaschino), rivive in forma drammatizzata, per raccontare e indagare ancora la metamorfosi mostruosa dell’esistenza, la mutazione che si impone tra ciò che vorremmo essere e ciò che siamo, una specie di malattia che ci segue contro ogni prevedibile prospettiva e ci condanna ad un mero adeguamento genetico, sociale, culturale.

 

Giuseppe Scapucci (Binasco 1926 -1982) A soli 11 anni è costretto ad abbandonare gli studi per aiutare economicamente la sua famiglia. Tra il ’43 e il ’47 un professore milanese sfollato dalla città in seguito ai bombardamenti, riconoscendo in lui l’attitudine alla scrittura e l’amore per la lettura, gli lascia una cassa di libri, la sua prima biblioteca. Inizialmente scrive per gli amici, e solo negli ultimi 10 anni comincia a mandare i suoi testi alle case editrici e a farsi conoscere. Premiato e segnalato in diversi concorsi, è riuscito negli anni nella difficile prova di conciliare il proprio mondo sociale e il progetto letterario.

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