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Un virus infetta i Droni militari USA

Predator e Reaper, due dei modelli più avanzati di droni militari utilizzati dall’esercito statunitense per compiere azioni di guerra, sono stati infettati da un virus. Più precisamente, il virus ha infettato i computer che li comandano. Questi computer sono posizionati a migliaia di chilometri di distanza dall’area di destinazione dei droni, in cabine di pilotaggio remote dalle quali i militari sono in grado di controllare attraverso tastiere e Joystick il volo e le armi di questi sofisticatissimi quanto micidiali aerei senza pilota.

Secondo ciò che riporta Wired, che ha diffuso la notizia in esclusiva, i militari americani si sarebbero accorti della presenza del virus circa due settimane fa, ma non è chiaro se l’infezione sia dovuta a un incidente, oppure a un’azione premeditata. Il virus avrebbe installato sulle macchine un “keylogger”, cioè un software in grado di registrate qualsiasi comando digitato sul computer sul quale risiede. Questo tipo di programmi spesso è utilizzato per il controllo parentale, oppure per monitorare le operazioni sui computer aziendali.

Un’anonima fonte militare USA ha dichiarato a Wired che il virus si è ripresentato più volte, nonostante fosse stato rimosso dai sistemi informatici delle cabine di pilotaggio: “Pensiamo non procuri particolari danni, ma non ne abbiamo ancora la certezza”. In pratica, per ora sembrerebbe che il virus si limiti a “prendere nota” dei vari comandi, senza però poi utilizzare i dati per qualche scopo. In ogni caso, i voli dei droni che decollano dalla Creech Air Force Base situata nel deserto del Nevada, non si sono interrotti.

I droni stanno diventando un’arma sempre più utilizzata dall’esercito americano. Gli obiettivi sono soprattutto Afghani e Pakistani, ma i droni sono stati massicciamente utilizzati nei mesi scorsi anche in Libia. Secondo quanto riporta il Washington Post, nel solo Pakistan le vittime delle azioni degli aerei senza pilota sono state fino a oggi circa 2.000, tra militanti e civili. I droni sono stati utilizzati recentemente anche per uccidere in Yemen Anwar al Awlaki, uno dei più importanti leader di Al Qaeda.

In passato, altri virus hanno colpito strutture informatiche miltari americane. la loro diffusione è stata causata soprattutto da dispositivi esterni di storage, utilizzati per trasferire dati tra i vari computer. Nel 2008, per esempio, il virus agent.biz che infettò migliaia di computer del Dipartimento della Difesa americano era stato veicolato proprio da drive esterni. Per questo motivo, i dispositivi di storage esterni sono stati vietati severamente nelle strutture militari USA. Ma la Creech Air Force Base, dove si trovano le cabine di pilotaggio dei droni ha rappresentato un’eccezione a tale regola, poiché i drive esterni sono utilizzati per caricare gli aggiornamenti delle mappe, che nei veivoli senza pilota sono fondamentali. L’ipotesi più accreditata è dunque quella che siano stati i drive esterni a veicolare il virus.

L’Air Force americana per ora non ha fornito dettagli sull’accaduto: “Generalmente non discutiamo specifiche vulnerabilità e problemi delle nostre reti di computer, perché queste informazioni potrebbero aiutare coloro che intendono attaccare i nostri sistemi” ha dichiarato il colonnello Tadd Sholtis, portavoce dell’ dell’Air Combat Command, la struttura militare che gestisce le operazioni dei droni “Investiamo moltissimo per proteggere e monitorare i nostri sistemi e queste azioni di sicurezza comprendono la pronta risposta a virus, worms e altri malware di cui veniamo a conoscenza” ha aggiunto l’ufficiale.

Ovviamente, nel caso dei droni, macchine comandate a distanza, la presenza di un virus può però non limitarsi a danneggiare o monitorare i sistemi che infetta per carpire dati sensibili, ma il rischio è quello che un attacco informatico ai sistemi di comando dei droni possa essere in grado di prendere il controllo dei veivoli, i quali potrebbero essere poi dirottati e utilizzati per colpire con le micidiali armi che hanno in dotazione, obiettivi differenti rispetto a quelli pianificati in origine dai militari statunitensi.

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