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 Home page > Tribuna Libera > Un urlo nella notte e accoltella il fidanzato

Un urlo nella notte e accoltella il fidanzato

E’ successo a Perugia. Lui dorme sul divano, lei in camera da letto. Lui ha un incubo e urla. Lei, senza pensarci due volte, si alza, afferra un coltello “da Rambo” che teneva sul comodino e lo accoltella. Poi sviene.

 

Tranquilli, lui si salva. Lei è denunciata, ma libera. Tutto a posto. O quasi.

Un episodio “minore” nelle cronache quotidiane che parlano di “tragedie della follia” dalle conseguenze ben più drammatiche, di cui molto spesso sono vittime bambini e donne.

In questo caso la “paura dei ladri” (motivo per cui il coltellaccio stava sul comodino) sembra essere alla base di una quasi tragedia. Di una tragicommedia a dirsela tutta, poco più di un increscioso incidente dai risvolti horror un po' grotteschi da B-movie di provincia.

Eppure, a pensarci bene, gli elementi in ballo sono un po’ strani. Un po’ tanto strani.

Immaginatevi una dolce coppietta che convive. Non vi figurate una notte di amorosi sensi, un dormire abbracciati stretti stretti, dolcemente? Magari proprio avvinghiati? Baci, carezze nel dormiveglia, qualche stuzzico in più fra un appisolarsi e l’altro, una palpatina? Calore umano, insomma. Magari anche un po’ di bollore umano. Sono giovani, probabilmente carini.

Invece lui dorme sul divano, lei nel letto. Avranno litigato? Oppure lei lo ha cacciato perché russa? O lui se ne è andato perché russa lei (ma che brutta immagine, nemmeno da prendere in considerazione!)? Lei lo ha visto fare il cascamorto con un’altra? O lui non vuole cedere e invece del pranzo della domenica con i suoceri si è intestardito di voler andare alla partita? Chissà, cose così, da fidanzati o sposi novelli (dopo qualche anno lei pagherebbe per averlo fuori dai piedi almeno la domenica!).

E poi lui ha un incubo. Avrà mangiato pesante? Avrà avuto problemi sul lavoro? O paura di un tradimento? La crisi economica, il default del paese, l’uscita dall’euro? Non ci viene detto, eppure è importante! Che cosa avrà sognato quel pover’uomo di così terribile da farlo addirittura urlare nel sonno. Scilipoti?

E così forte da svegliare anche lei (nell’altra stanza) di soprassalto e con una tale angoscia da farle impugnare d’istinto l’arma letale e correre di là a ficcargliela nel petto senza pensarci due volte. Senza pensarci nemmeno una volta, a rigor di termini. Se ci avesse pensato almeno ‘una’ volta forse non l’avrebbe fatto.

O forse sì. Se l’aveva spedito a dormire sul divano forse una mezza idea l’aveva già avuta...

Ma perché tenere un coltello “da Rambo” sul comodino? Arma terribile, mica a tutti viene in mente di comprarsela. E non è facile, immagino - non l’ho mai fatto, lo giuro - accoltellare qualcuno. Se lo impugni male ti affetti la mano. E se minacci di accoltellare un ladro sorpreso nella notte in camera tua, quello - invece di scappare come fanno di solito i ladri – magari ti assesta un manrovescio da tramortirti. Non fosse altro che per la paura (perché anche i ladri hanno paura, mica solo i derubati). Chi gli ha dato, a quella tosta ragazza, la certezza che un coltellaccio era la soluzione migliore? Per difendersi dai ladri, poi; che tengono in casa, un tesoro?

A pensar male a volte ci si azzecca, diceva quel tale.

Non vorrei che alla fine la questione fosse più semplice di quello che ci si immagina. Non vorrei che quel pover’uomo dopo aver visto il coltellaccio sul comodino della sua dolce metà, avesse pensato bene di accampare una qualche scusa per ritirarsi. A dormire di là, sul divano. Un po’ defilato e, soprattutto, un po’ più lontano dal filo minaccioso della lama. Vi ricordate della signora - Lorena Bobbit si chiamava - che con un colpo deciso fece del marito un ex uomo?

A fare un pensiero simile - capite bene - uno può anche avere un incubo. Anche più di uno. Sarà pure una sua personale ed irrisolta angoscia di castrazione, ma, insomma, vedere la mogliettina - magari dopo una discussione un po' accesa - con un coltellaccio in mano (per paura dei ladri, poi, ma figuriamoci...), magari con un mezzo sorriso un po’ inquietante e quell’espressione un po’ così, mentre spegne la luce... roba da incubi. Da urla nel cuore della notte.

Ma tutto è bene quel che finisce bene. Una tragedia sfiorata.

Io però andrei a dormire in albergo, fossi in lui.

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