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Un successo in tv, ma...

Un protagonismo più prudente

Un successo in tv, ma...

In questo periodo, il sabato sera, va in onda su Rai Uno un programma Tv di successo, dal titolo "Ti lascio una canzone", condotto da Antonella Clerici. Si tratta di un programma in cui i bambini di cinque/sei anni, sino a quindici/sedici anni, sono i protagonisti. Si cimentano nel canto, talvolta coadiuvati anche da cantanti famosi.
 
Sono bambini bravissimi, che col canto se la cavano bene, intonati e ben preparati. Fra loro vi sono dei veri talenti, applauditissimi dal pubblico, che commuovono per la loro ingenuità ed innocente esuberanza.
 
Ma attenzione! Questi bambini, che vengono osannati anche dai loro stessi genitori, possono andare incontro, molto spesso, a delusioni cocenti che possono sconvolgere la loro vita.
 
Tutti noi, col nostro comportamento a volte egoista, imprimiamo loro l’illusione che basti la bravura nel canto e qualche presenza in TV per raggiungere il successo, i soldi e la fama. Ma purtroppo non è così. Molte volte non basta la bravura, che è sempre relativa, ma ci vuole lo studio costante, lo spirito di sacrificio e un pizzico di fortuna.
 
Spesso sono i genitori che spingono i piccoli in questa bella ed incerta avventura, alimentando in loro l’ambizione e il piacere di facili guadagni ed ottenendo quasi sempre il deludente risultato di un disimpegno dagli studi e da qualunque altra occupazione.
 
Non si fraintenda però: non si vuole criticare la ricerca di veri talenti, che, anzi, deve essere incentivata fra i minori, ma con una certa prudenza. Né si vogliono demonizzare le trasmissioni in cui i piccoli sono i protagonisti. Ci mancherebbe altro! Tanto più che il pubblico dimostra di apprezzare questo genere di programmi sani e puliti, molto diversi dalla Tv spazzatura, sconcia e immorale, a cui è abituato. Si vuole semplicemente mitigare l’ambizione sfrenata e la mania di grandezza che tali programmi suscitano in genere nei bimbi protagonisti, perché non siano vittime, insieme ai loro genitori, di falsi progetti e di sogni di gloria spesso irrealizzabili.
 
Un ruolo importante in questo senso possono svolgere i dirigenti, i produttori e i registi della TV, che spesso, pur di fare audience, usano i bambini a loro piacimento come fossero persone adulte (e anche in questi casi, vedi i "reality show", si registrano esempi veramente penosi) senza tenere conto della fragilità e della sensibilità della psiche infantile.
 
Non dovremmo mai dimenticare che i bambini sono il nostro più prezioso patrimonio e rappresentano sempre, nel bene e nel male, il nostro avvenire.

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