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Un governo a sovranità limitata non serve al Paese, serve solo a Berlusconi

Palazzo Chigi ha convocato per il 15 marzo un incontro con Alfano, Bersani e Casini per discutere anche di Rai e giustizia. Per Cicchitto la priorità del governo è il mercato del lavoro,compreso l’art 18. E in ogni caso, la legge Gasparri non si tocca. La legge sulla corruzione può essere fatta ma senza forzature e concordata con il popolo della libertà.

Insomma, con parole diverse, più diplomatiche, per il PDL rimane il “niet” sui temi Rai e giustizia. Dopo questo ulteriore diktat del PDL, viene naturale porsi l’interrogativo: questo governo è a sovranità limitata? Napolitano ha dato il via ad un governo da sovranità limitata? Il PD ha votato un governo a sovranità limitata? I sindacati, con solo tre ore di sciopero sulla riforma delle pensioni, hanno favorito un governo a sovranità limitata?

Certamente no.

Questo governo è stato promosso dal Presidente della Repubblica e votato da PD, UDC e Terzo polo, per salvare il Paese. Ma evidentemente nella salvezza del Paese non rientrano la riforma della giustizia come forza attrattiva degli investimenti e la salvezza della Rai come servizio pubblico.

Per la salvezza del Paese servono solo i soldi ricavati dalla riforma delle pensioni. Non servono i soldi dell’asta delle frequenze. Sono danari di cui si può fare a meno. Sono inutili, sono un di più, sono danari che possono essere regalati a Mediaset. Solo l’art.18 ostacola gli investimenti. Una giustizia lenta, come quella attuale, non ostacola gli investimenti.

Eppure occorre intervenire sulla Rai, perché questa azienda, se non viene riformata, tra due anni non esisterà più. Si vuole privare l’Italia del servizio pubblico? Il professor Monti ha ripetuto tante volte che l’art.18 è un ostacolo agli investimenti, farebbe piacere sentire che anche la mancata riforma della giustizia è un ostacolo agli investimenti.

Il professor Monti ha detto anche che bisognava far cassa e, per questo, era necessario sacrificare i pensionati, anche quelli più poveri. La Fornero ha pianto per questo. Ora è possibile accertare quanto quelle lacrime fossero sincere. Se quel pianto era sincero, il ministro del lavoro dovrebbe far sentire la sua voce, impuntarsi e chiedere sacrifici anche a Mediaset. Se non fa questo, ci ha preso per i fondelli.

Se Berlusconi detta l’agenda del governo, stabilendo ciò che è prioritario e ciò che non lo è; se questo governo può deliberare solo nelle materie stabilite da Berlusconi, allora è giusto che solo Berlusconi si assuma la responsabilità di salvare o far affondare questo Paese. Se ciò che vuole Monti, Casini e Bersani non conta, è perfettamente inutile che si assumano responsabilità, è giusto che competano solo a chi decide.

Se viceversa pensano che un governo a sovranità limitata possa salvare il Paese, facciano pure. Se pensano che un governo ricattato possa salvare il Paese, facciano pure. Una soluzione pasticciata che faccia contento Berlusconi, senza che Monti, Bersani e Casini perdano la faccia, si trova sempre. Ma è difficile che un governo ricattato e a sovranità limitata, possa salvare l’Italia. Un governo ricattato e a sovranità limitata non serve al Paese, serve solo a Berlusconi, a conservare il suo potere mediatico, ad avere gratis le frequenze, a salvarlo dai processi e da una competizione elettorale che lo vedrebbe perdente.

Comunque, ammesso che Monti, Bersani e Casini abbiano ragione, pensano davvero che i lavoratori italiani, i dipendenti della Rai, subiscano impassibili questo ennesimo sopruso? Ma se un nuovo autunno caldo verrà in Italia, allora addio discesa dello spread. L’Italia per gli investitori sarebbe un rischio politico, e ciò peserebbe molto sulla fiducia degli investitori.

Rai e giustizia peseranno come macigni sulla fiducia del mercato. Non solo come problemi irrisolti, ma come segno tangibile di un governo con le mani legate. E allora come per incanto svanirà il valore positivo del sostegno compatto della stragrande maggioranza del Parlamento al governo Monti. Un sostegno siffatto ha un valore quando si traduce in forza del governo. Ma se il governo è comunque debole, allora il sostegno del parlamento non avrà valore per il mercato. Le conseguenze potete immaginarle.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.238) 15 marzo 2012 20:11

    Tecno-mimesi >

    Distribuiti dalla Bce 530 miliardi di prestiti (tasso 1%) alle banche europee. Firmato il fiscal compact che regola la “tenuta” dei bilanci dell’Eurozona. Stoppato il “rischio default” della Grecia con 130 miliardi di aiuti.

    Di seguito lo spread dei nostri Btp decennali cala a 300 punti.
    Monti ha quindi affermato che “i nostri progressi sono sotto gli occhi di tutti”.
    Quali progressi?

    Il Debito è risalito a 1.935 miliardi. Il tasso di disoccupazione viaggia sopra il 9% e l’inflazione sopra il 3%.
    A giugno ci sarà da pagare l’IMU ed a ottobre crescerà l’IVA di altri 2 punti.
    Bankitalia segnala che “la pressione fiscale raggiungerà i livelli più elevati dal secondo dopoguerra”.
    Non si escludono ulteriori manovre di aggiustamento dei conti pubblici.

    Nessuno esperto osa affermare che le riforme “volute” da Monti avranno un qualche effetto di rilancio della crescita.
    Quello che manca è un organico modello di sviluppo socio-economico ed una politica industriale sostenuta da concreti piani di investimento.
    Quello che serve è un “programma” politico espressione di una vera “maggioranza” politica.
    Di enunciati “suadenti” e di teoremi “paludati” trabocca anche un Dossier Arroganza

  • Di Geri Steve (---.---.---.231) 15 marzo 2012 22:14

    prima avevamo un parlamento indecente e un governo ancor più indecente.

    Adesso stiamo meno peggio, ma non stiamo certo bene, perchè il governo è condizionato dallo stesso parlamento di prima e perchè abbiamo ancora gli stessi partiti che hanno nominato quel parlamento.

    Se non si cambia la legge elettorale non abbiamo neanche la speranza.

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