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Un festival “bilingue” per la musica

Non capita spesso che un Paese decida di visitare un altro Paese attraverso la musica, tramite i concerti e le rassegne musicali, in un dialogo fatto di note e non di parole. E’ quello che accade con il festival Suona francese, giunto alla quarta edizione, e come all’inizio della sua avventura il panorama sonoro che offre è un vero incanto di idee, di forme musicali, di nomi che ci piace ritrovare. Ma soprattutto, non è quel festival elitario e magari “classista” – la musica colta fa paura, si sa- che si potrebbe immaginare: c’è di tutto, invece, e per tutti i gusti, anche se la scelta cade pur sempre sulla musica contemporanea, compreso il jazz, la world music e la canzone d’autore francesi. Cartellone denso di appuntamenti, quindi, che vede coinvolte molte città italiane, da Aosta a Palermo, attraversando lo stivale. E’ un’altra stranezza di questo festival fortemente voluto dal ministro della cultura francese e dall’ambasciata francese in Italia: nessun centro assoluto, nessun Nord versus Sud, ma molti comuni italiani, anche piccoli, che partecipano tramite scuole musicali e conservatori, spazi pubblici e giovani interpreti.

Tra i compositori rappresentati con l’esecuzione delle loro opere troviamo Murail, Dutilleux, Gerard Grisey, Ligeti, Pascal Dusapin, Giacinto Scelsi, Xenakis, Jonathan Harvey e tanti altri nomi che hanno fatto o stanno facendo la storia della musica contemporanea. Non mancano i percorsi tematici per quelli che hanno fame, giustamente, di conoscenze che spesso si trovano soltanto nei libri e che raramente si spiegano alla radio (quella italiana, poi, lasciamo perdere): per esempio, “che cos’è la musica acusmatica?” me l’hanno chiesto spesso, persino tra gli addetti ai lavori che non sempre sono informati sulla musica recente. Niente di strano, visto che la musica degli ultimi cinquant’anni sembra a molti una specie di continente nero…Durante il festival ci sarà modo di scoprire le sottili distinzioni tra l’opera di un autore come François Bayle e Christian Zanési, per esempio, in un concerto che si terrà a Cosenza il prossimo 23 maggio. Alcuni appuntamenti orbitano, invece, attorno alle attività del celebre IRCAM parigino, la mecca europea della musica elettronica di ricerca; senza trascurare, comunque, il GRM (Groupe de Recherches musicales) ospitato dal conservatorio di Bologna e di cui Bayle, allievo di Pierre Schaeffer, è stato uno dei fondatori.

Come dicevo il programma del festival non si limita alla cosiddetta musica “colta”, ma ospita produzioni musicali di altri ambiti, come il jazz di Miles Davis rivisitato per l’occasione dal sassofonista e compositore Jean-Charles Richard e dal suo ensemble, sulla scia particolare del film di Louis Malle Ascensore per il patibolo. Oppure è il caso della European Joystick Orchestra (ospitata dalla stazione Leopolda di Firenze) che intende favorire l’approccio dei giovani alla musica digitale tramite l’uso o la creazione di dispositivi interattivi, spesso stabilendo nuovi record in fatto di pedagogia musicale…Un campo nel quale l’Italia è rimasta ai nastri di partenza, come minimo. Ma la parte più bella dovrebbe arrivare quest’autunno. Se gli organizzatori riusciranno nell’ardua impresa il festival di cui ho appena parlato si sdoppierà diventando, questa volta in Francia, l’altra parte di questo Giano bifronte chiamato musica: il nome del festival sarà, ovviamente, Suona italiano.

Per consultare il programma.

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