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Uccide e fa a pezzi la sorella: Maurizio Diotallevi e la sua pagina FB

Maurizio Diotallevi, 62 anni, ha fatto a pezzi la sorella Nicoletta di 59, per poi buttarla in 3 diversi secchi, come si dice a Roma, della monnezza: era iscritto dal 14 novembre 2013 su Facebook al gruppo "Diotallevi Family in Italia e nel Mondo", lei lavorava e lui si manteneva con i soldi razionati di lei.

Ho passato quasi un'oretta a cercare di capire qualcosa su questo mostro, senza riuscirci. Sfido parecchie persone, pratiche di questo social, a cercare di capire il movente, dove finisce la persona "normale" e inizia il lato oscuro del matto.
 
Suvvia non s'improvvisa un delitto e poi con un'ascia si divide il corpo in 3 pezzi, lasciando la testa attaccata al busto e le gambe segate all'inguine, e i vestiti con documenti e il resto in un altro secchio. Potrei addirittura affermare che Maurizio Diotallevi appare per le sue condivisioni e scelte, una persona intelligente e aperta, attenta ai fatti del mondo, con il debole per una squadra di calcio, le donne... come milioni di suoi simili ma senza mai trascendere nella volgarità: un pacifista convinto.
Lui è andato oltre l'umana fantasia, oltre ogni possibile. Si legge sui quotidiani on line, che andranno in stampa questa notte, dopo l'atroce ferragosto che ha passato costui... che i vicini mai avrebbero pensato potesse accadere qualcosa di drammatico. Sembra che avessero litigato, come accadeva spesso per questioni economiche, dividevano la stessa casa che aveva lasciato loro la madre, da alcuni anni, senza navigare in buone acque: nessuna ipotesi può avvalorare un fine simile. Abitavano in un quartiere più che rispettabile della Roma della piccola e media borghesia, a Via Guido Reni dove c'è il MAXXI ,Museo nazionale delle arti del XXI secolo, un ottimo negozio dell'usato, di giochi per bimbi, della pizza a taglio. Tagliata, fatta a pezzi, la sorella.
Io non riesco a capire a dare un senso, lui era uno che aveva una pagina su FB. Era anche iscritto al gruppo 800fiabe.it: la fiaba più atroce l'ha scritta e sceneggiata lui, l'ha fatta reale e noi leggiamo. No, non ci piace, ma non è con un click che si annulla tutto questo male, questa cupa perversa malattia nel mondo.
 
Inutile dire che quella povera ragazza nomade che ha rovistato nei cassonetti trovando le gambe di Nicoletta Diotallevi, terrorizzata ma responsabile, non era a trafficare con delle opere d'arte come a volte hanno tentato a Roma, decorando un posto dove si butta quanto non serve più, riciclando gli avanzi di una degradante vita urbana. Nessuna grande bellezza tra i rifiuti, un femminicidio, se possibile più atroce di altri.

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