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 Home page > Tribuna Libera > USA-COREA | Il mio pulsante... è più grosso del tuo

USA-COREA | Il mio pulsante... è più grosso del tuo

Che con le ultime elezioni gli USA abbiano toccato il fondo per una ridda di candidati che sembrava uscita più dalla scuola del Sasturday Night live che non Università come quella di Yale era ormai risaputo. Dal periodo di Bush Jr. ad oggi gli americani si sono giocati una grossa fette della loro credibilità internazionale. Tuttavia, nessuno aveva ancora compreso appieno quanto fosse stato basso il livello di intelligenza e capacità dei competitor che si sono confrontati nell'ultima campagna elettorale. Questa profondità è ancor oggi oggetto di discussione. La Patria che ha saputo dare i natali a politici come Lincoln, Roosevelt o i Kennedy, oggi si imbarazza nel leggere i tweet del tycoon newyorkese Donald John Trump che provoca un altro bambino cresciuto nel girovita e non nell'intelligenza (che purtroppo è anche il dittatore della Corea del Nord Kim Jong-Un).

Sostanzialmente, i due bamboccioni che hanno in mano la famosa ventiquattr'ore con il pulsante per il lancio delle testate nucleari dimostrano di non avere acume, intelligenza, lungimiranza ma di essere pieni di livore, incoscienza, superficialità. La Nuclear Football, la valigetta nera che segue sempre il Presidente USA è nelle mani di un tizio che afferma con un tweet quanto segue: "Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha appena dichiarato che -il pulsante nucleare è sempre sulla (sua) scrivania-. Qualcuno del suo regime di affamati e impoveriti lo informi che anch'io ho un pulsante nucleare, ma è molto più grande e molto più potente rispetto al suo e il mio pulsante funziona!" Dal famoso edonismo reganiano degli anni '80 sembra si sia passati al machismo trumpiano anche se io ritengo si possa tranquillamente definire cretinismo puro e semplice.

"Non è meraviglia se in un tempo pazzo i pazzi pruovon bene". Non c'è da meravigliarsi se in un momento di follia i pazzi danno buona prova di sé. (Niccolò Machiavelli, Lettera a Francesco Guicciardini, 5 novembre 1526). Ecco, si può brilllantemente affermare che il periodo storico attuale è un tempo di completa follia e non lascia presagire per il futuro nulla di buono ma anche solo di ipotizzabile. Invece di avere una schiera di uomini che in politica risolvono i problemi (tanti) della povertà, della disoccupazione, abbiamo dei bellimbusti che giocano a fare la guerra e chissà come (per nostra fortuna) ancora non ci sono riusciti. L'ultima cosa di cui il mondo ha bisogno è di un conflitto. Se proprio non possiamo contare sulla saggezza dei rappresentanti delegati delle istituzioni che raffigurano i popoli speriamo almeno che siano questi ultimi ad autogestirsi e a fare educatamente a meno dei due ingombranti portabandiere...

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