• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca Locale > Trieste: i primi effetti dell’ordinanza contro gli artisti di (...)

Trieste: i primi effetti dell’ordinanza contro gli artisti di strada

Ritorniamo a Trieste.

Ritorniamo nella splendida città di confine dove, come scritto con precedente articolo, denunciavo il fatto che con delibera del Comune triestino, entrata in vigore il 15 ottobre 2010 (prot. Corr 2/5/42/1-2010) si disponevano “Limitazioni all’esercizio dei mestieri di strada, di suonatore ambulante, cantante, cantastorie e similari” prevedendo in sostanza che “dal momento che i suonatori che spesso vi insistono chiedendo anche la questua, creano notevole disturbo sia alle attività commerciali ivi presenti, sia ai passanti, aumentando così la sensazione di scadimento della qualità della vita urbana e conseguente senso di insicurezza; al fine di prevenire e di eliminare quei comportamenti che possono causare scadimento della qualità della vita e del decoro urbano”, il musicista verrà prima allontanato, se persiste avrà il sequestro dello strumento, se persiste ancora pagherà una multa di 100 euro. Ricordavo altresì che solo nel caso in cui si rientrava nella categoria di “artisti particolarmente qualificati”, beh in questo caso verrà rilasciata una specifica autorizzazione ad esibirsi nell’ambito della zona considerata.
 
La burocrazia uccide l'arte, la burocrazia vuole addormentare Trieste in un sonno borghese da cui difficilmente ci si potrà svegliare, un sonno che non offrirà alcun sogno se non l'oblio del silenzio. 
 
Fabio Zoratti è un musicista di strada. Regala la sua arte agli animi vaganti per le affascinanti vie cittadine. E' stato il primo ad aver ottenuto l'autorizzazione per suonare sulle strade cittadine. "Sono finalmente entrato in possesso dell'autorizzazione n°1 per gli artisti di strada, 30€ di bolli per essere autorizzato a suonare soltanto il sabato la domenica e giorni festivi per non più di un ora nello stesso posto.
 
Ecco il regalo per gli artisti e per tutti quei cittadini a cui interessa l'arte e la cultura in qualunque forma essa si presenti. Penso che questa "soluzione" sia inaccettabile".
 
Come dare torto a Fabio? Come? Giustamente sostiene anche che "non possiamo permettere che la volontà di tanti cittadini venga ignorata". Questo quanto denunciato pubblicamente da Fabio sulla pagina facebook salviamo gli artisti di strada.
 
Colgo l'occasione di contattare Fabio il quale con quella gentilezza d'animo che è proprio di chi non fa della propria vita una insensata norma burocratica, ma decide di vivere l'emozione più bella che la vita possa offrire insieme all'amore quale l'arte, afferma in modo poetico e sincero che "proprio ieri mi è successo un episodio che fa riflettere, stavo suonando in piazza Cavana da più o meno 30 minuti riscuotendo il solito interesse nei vari passanti e turisti quando sono arrivati i vigili che educatamente mi hanno chiesto se fossi in possesso dell'autorizzazione, e una volta esibita mi hanno informato di essere stati chiamati da qualcuno. Il peso di questa singola isterica opposizione, è per lo stato di cose ben più importante delle centinaia di persone che si godono due passi di poesia nel vecchio cuore di questa nostra bella città. Vorrei innanzitutto far notare che nel centro città molti bar e negozi diffondono musica anche per strada, con volumi che superano facilmente quello di un qualsiasi strumento acustico. Trieste è una città che ama la musica! In piazza Unità ci sono perfino gli abeti che mestamente cantano la loro lenta agonia, ogni manifestazione è un'occasione per occupare le piazze e le rive con megapalchi dove si esibiscono star internazionali, spendiamo milioni di euro per questo. Da alcuni un artista che si esibisce per strada viene considerato alla pari di un mendicante, uno senza diritti da poter zittire impunemente. Mi sembra che l'ordinanza del sindaco dia ragione a questa opinione minoritaria, dopo tutto chi se ne importa se da Trieste scompaiono gli artisti di strada? Per ora chiudo con questa domanda che non è retorica".
 
Non aggiungo una sola virgola a quanto detto da Fabio, perché condivido pienamente quanto sostenuto.
 
Trieste è una città che ama la musica, Trieste è una città dalle mille potenzialità che la politica ha deciso di far morire per ragioni tutte da comprendere.
 
Trieste è una città che non merita queste ordinanze, non merita una politica che decide per esempio in via regolamentare di prevedere un crocifisso in ogni aula delle scuole d'infanzia, il diritto di prelazione per i bambini con genitori italiani ed un massimo di quattro stranieri su dieci in ogni classe.
 
Questa è follia burocratica discriminatoria pura.
 
L'arte è la massima espressione della sensibilità umana, se vogliamo salvare l'emozione, se vogliamo evitare che le città divengano grandi dormitori pubblici, bisogna continuare a sollevare critiche sul come si amministra il bene pubblico e su dove la burocrazia conduce la vita nelle città.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares