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Tremonti: svolta epocale e puzzette

Tremonti: svolta epocale e puzzette

Il tesoro ha rinnovato un po’ di bot e ctz, più o meno 18 miliardi di euro. Quel rinnovo è stato fatto con un aumento di circa mezzo punto percentuale in più d’interessi rispetto al (rinnovo) precedente; quei 18 miliardi costeranno 90 milioni in più da pagare a chi ha acquistato i titoli di stato. 

Quelli rinnovati sono titoli a breve termine. La crescita del debito negli ultimi 5 anni, in valore assoluto e rispetto al pil, la potete vedere nella tabella in basso.

Anno Debito PIL % sul PIL 
2005 1.512.779 1.429.479 105,83% 
2006 1.582.009 1.485.377 106,51% 
2007 1.598.975 1.544.903 103,50% 
2008 1.663.353 1.571.870 105,82% 
2009 1.761.191 1.528.546 115,80% 
2010 1.787.800

Dal 2005 ad oggi la crescita del debito è stata di circa 280 milioni di euro, quella del Pil di 100 milioni di euro. Cosa finanzieranno o hanno finanziato quei soldi in più di debito? 

Altra tabella interessante è quella relativa alla durata media del debito pubblico che potete trovare qui. Come potete osservare siamo passati da una durata media di 1,13 anni nel 1982 ad una di 7,07 nel 2009. Aumentare la durata media del debito significa, in ogni caso, mettere sul mercato titoli che hanno un costo superiore rispetto a quelli a più breve scadenza che si trovano in quel momento disponibili. 

La strategia dei signori del debito è sempre stata quella di prorogare in là il pagamento dello stesso; questo spiega anche una certa predisposizione a farlo aumentare in valore assoluto. Il problema riguarderà, per loro, qualcun altro e le generazioni a venire. 

Questo grafico mostra il costo in valore nominale di un BTP che scadrà nel 2037 e che ha una cedola del 4% all’anno.

Si è passati da un valore nominale di 100 nel 2005 ad uno di 87,90 in questi giorni. Questo significa che se per ipotesi il dott. Tremonti decidesse di allungare ancora di più la scadenza media del debito pubblico, sostituendo quelli in scadenza con altri della durata di un trentennale, lo potrebbe fare alla condizione di pagare interessi più alti. 

Gli interessi pagati sul debito ammontano a una cifra annua che è intorno agli 80 miliardi di euro. Se uno di quelli a cui il governo ha permesso di far rientrare i suoi soldi, con una tassa del 5%, ha per caso deciso di investire sul titolo oggetto del grafico, con l’equivalente di 88, può acquistare titoli che hanno un valore nominale di 100, con i 12 di differenza pagare il 5% (che è la tassazione dovuta), il resto metterlo in banca o spenderlo e godere di una rendita equivalente al tasso d’interesse lordo (su cui calcolare il 12,5% di tassazione) del 4% da calcolare sui 100 nominali. 
Una cosa equa e per ricchi uomini rampanti

Per rimanere in argomento questo è quanto vale un titolo tedesco più o meno della stessa durata che paga una cedola (interesse) del 4,25%. Sì, avete letto bene vale 115,76. Se volete acquistare l’equivalente di 100€ dovete tirarne fuori 115,76. 

Per chiudere questo è il valore di un titolo di stato greco che scade nel 2026 e paga il 5,3% d’interesse.

Senza l’intervento "salvataggio" europeo la Grecia sarebbe finita a gambe all’aria e con lei tutte quelle banche che si sono buttate avidamente sui titoli che emetteva per lucrare su condizioni mediamente superiori a quelle degli altri paesi. 

Non è mica solo una questione di banche la speculazione! Anche un po’ di istituzioni pubbliche (come la regione Lombardia) qualche titolo, oggi diventato tossico, se lo erano messi nel forziere. D’altra parte farsi pagare lauti interessi senza fare un cazzo è una ginnastica mentale che attrae come una calamita dei politici abituati a vivere di rendita. 
 
Dove ci porta questo tragitto?
Fate un po’ voi, siamo nelle mani di personaggi che fanno passare come "svolta epocale" manovre da 25 miliardi di euro; che è un po’ come avere la pretesa di sparare scoregge puzzolenti contro una mandria di elefanti senza controllo.

Qui di epocale c’è solo questa specie di bomba atomica che prima o poi scoppierà. D’altro canto basta dare un’occhiata a come negli anni le cose sono andate avanti più o meno nello stesso modo. Anni in cui si sono liberalizzati servizi e società, costruite ferrovie ad alta velocità, aeroporti di cui adesso non si sa che fare, raddoppiate autostrade, progettati ponti stratosferici e buchi in grado di far passare treni che consegneranno mozzarelle campane mezz’ora prima del solito. Tutto per far crescere il pil e rendere più moderno il paese. Un progresso certificato dalle cifre e dallo stato dell’arte. 

Le uniche cose evidenti di cui ho traccia sono le fabbriche chiuse, quella massa dolente di giovani quasi lobotomizzati e senza arte né parte (come diceva mio nonno) che si trascinano davanti a vetrine di negozi che vendono scarpe di plastica fatte in Cina a 120 euro il paio, stipendi che sono i più bassi tra i 23 paesi europei e pensioni che varranno il 40% dello stipendio (quello da 1200 euro netti che tanto va di moda) se e quando ci andremo.

A fronte di tutto questo continua il lavaggio del cervello tramite immagini che ci mostrano uno spaccato di truffatori da quattro soldi che si sono finti ciechi per non fare un cazzo e prendere una pensione da invalido civile. 

Eppure la svolta è epocale. Ho l’impressione che gli uomini pensassero la stessa cosa quando si avventurarono nel Medioevo. 

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