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Tre uomini. Un contratto: Ingrid Betancourt

Dietro la liberazione della Betancourt anche gli interessi del governo Usa e delle aziende di contractor statunitensi che operano nel Paese latinoamericano. Con uno sponsor di prestigio: John McCain 

L’immagine di Ingrid Betancourt che scende la scaletta dell’aereo militare all’aeroporto di Bogotà ha fatto il giro del mondo. Un sospiro di sollievo dopo sei anni di prigionia. E poco importa che sulle dinamiche della sua liberazione si sappia poco e nulla e che le versioni date finora in pasto dei media siano piene di contraddizioni. La gioia dei figli e degli amici e la certezza della sua libertà sono già un grande risultato. Almeno per qualche ora. Rimangono nelle mani delle Farc, infatti, altri 700 ostaggi. E il conflitto con i guerriglieri non sembra essersi certo avviato verso un percorso negoziale. La politica franco colombiana, come sappiamo, è stata liberata con altri 14 ostaggi. Tre dei quali contractor statunitensi caduti nelle mani delle Farc durante un’operazione contro il narco traffico. I tre “soldati di ventura”, Keith Stansell, Thomas Howes e Marc Gonsalves, secondo la versione ufficiale, sono precipitati con il loro aereo nella foresta nel febbraio del 2003 mentre erano in missione per conto del dipartimento della difesa staunitense. Con loro c’era anche un quarto contractor, Tom Janis, ucciso poco tempo dopo la cattura da parte delle Farc.

Lotta alla droga. Sotto questo titolo si nascondono le consulenze militari statunitensi che, grazie all’uso spregiudicato delle agenzie private, si sono sviluppate ben oltre i limiti posti dal Congresso Usa. Un limite aggirato. Da più di quindici anni in Colombia sono presenti circa 200 consulenti militari Usa, limite posto dal Parlamento americano per evitare il ripetersi di scandali e “distorsioni delle competenze” legati alla presenza di uomini e armamenti inviati da Washington. Dopo quello successo in Nicaragua, Salvador, Honduras e Guatemala negli anni Settanta e Ottanta, dallo scandalo dei “battaglioni della morte” salvadoregni ai contras nicaraguensi. Duecento militari Usa in Colombia, a cui va aggiunto un numero imprecisato di contractor. Sul piano operativo nel Paese latinoamericano agiscono più di un’azienda di contractor, che formano una sorta di Ati (Associazione temporanea di impresa). Capofila di questa “cordata” la Mpri (Military professional resources incorporated) fondata in Virginia alla fine degli anni Ottanta da un folto gruppo di alti ufficiali dell’esercito americano e di direttori e funzionari di agenzie governative come la Nsa. Ma operano anche colossi tecnologici come la Northrop Grumman corporation e sue associate. Addestramento, intelligence, servizi di sicurezza, strategia: ogni settore è coperto in Colombia da queste aziende. Dove non può la difesa Usa, intervengono loro.
«Abbiamo condiviso con i familiari l’angoscia mentre erano prigionieri - ha dichiarato Ronald D. Sugar direttore esecutivo della Northrop Grumman a cui sono collegati i tre ostaggi liberati - e oggi siamo in grado di condividerne la gioia nel saperli liberi e in sicurezza. Estendiamo il nostro apprezzamento ai molti uomini e donne di Colombia e Stati Uniti, e ai loro governi, che hanno lavorato per tanti anni al fine di riunire Tom, Marc e Keith con le loro famiglie». Sarà stato per l’entusiasmo, per l’emozione del momento, ma quel riferimento “ai molti uomini e donne di Colombia e Stati Uniti” sfuggito a Mr. Sugar subito dopo l’annuncio della librazione dei suoi dipendenti apre uno scenario ben diverso da quello ufficiale sull’operazione. Infatti, contemporaneamente il governo di Washington si affrettava a dichiarare di non aver partecipato in alcun modo alla liberazione. Se non hanno partecipato perché ringraziarli?


La domanda deve essere stata posta con insistenza negli ambienti politici giornalistici di Washington mettendo in allarme qualcuno alla Casa Bianca. E due giorni dopo, candidamente, la biondissima portavoce della Casa Bianca, Dana Perino ha confermato che l’operazione ha ricevuto «qualche sostegno» da parte statunitense, rifiutandosi poi di fornire dettagli. Contemporaneamente una fonte - chiaramente anonima - vicina all’intelligence statunitense ha fatto sapere alla stampa che l’aiuto alle forze colombiane è stato prettamente “informativo”. E non finisce qui, anche gli israeliani a sorpresa hanno rivendicato un loro aiuto ai colombiani. Insomma, prima della gaffe di Mr Sugar nessuno aveva partecipato all’operazione, poi dopo quelle battute commosse alla stampa, vi hanno partecipato tutti. Che non vi siano immagini satellitari dell’azione, video, foto se non quelle parziali all’aeroporto militare dove erano stati condotti ostaggi e prigionieri, e che nessuno stia fornendo dettagli sulla dinamica alimenta più di un sospetto. Sospetti che si trasformano in sirene d’allarme quando si scopre che in Colombia in quei giorni era in visita il candidato alla presidenza repubblicano John McCain, che puntualissimo si è presentato prima alla conferenza stampa del presidente colombiano Alvaro Uribe sulla liberazione della Betancourt e poi si è precipitato alla base militare colombiana per farsi fotografare con i tre contractor statunitensi prima del loro imbarco per la base di S. Antonio in Texas.

Torniamo a Stansell, Howes e Gonsalves. Sono dipendenti della California microwave system, società ultra specialistica per lo spionaggio elettronico e la sorveglianza aerea, appartenente al gruppo Northrop Grumman. Oggi è parte della Electronic system development and technology division. Questa azienda non fornisce servizi solo a governi esteri, ma il suo principale cliente è il dipartimento della difesa Usa, e non solo: fra i partner di questa azienda il Dipartimento di Stato, la Nsa, la Dea e la Cia. Tanto per fare un esempio, ha appena concluso una commessa per nuova tecnologia a infrarossi con il corpo dei marines. Ha una propria flotta aerea super attrezzata per la sorveglianza di aree particolari, come le foreste pluviali della Colombia, attraverso tecnologia a infrarossi. E altre decine di commesse miliardarie. Precipitati il 13 febbraio 2003, i tre specialisti statunitensi sono stati catturati assieme a un loro collega, in seguito deceduto. Poi il silenzio. È sorprendente come il Dipartimento di Stato Usa abbia di fatto “coperto”, minimizzandola, l’intera vicenda per più di 5 anni. Le uniche notizie a riguardo - o meglio le funzioni dei tre contractor – sono rintracciabili solo all’interno di stringati comunicati stampa e nei post di un blog gestito da un gruppo di ex combattenti “privati” che ne ricordava la scomparsa assieme ad altri “caduti” e i “dispersi” in azione negli ultimi anni. Per il resto, silenzio. Fino alla loro liberazione. Come si può far passare sotto silenzio l’esistenza di tre ostaggi Usa nelle mani delle Farc? Si sapeva dell’esistenza dei tre, ma non chi fossero in effetti, ovvero non dei semplici “mercenari”, ma tecnici specializzati in operazioni di spionaggio e sorveglianza. E dipendenti di uno dei colossi privati del sistema industriale e imprenditoriale militare americano, di cui il futuro candidato alla presidenza repubblicano è punto di riferimento.
Che McCain abbia un rapporto privilegiato con il Pentagono e i settori della difesa Usa non è un mistero. Ma che sia stato anche il principale sponsor al Senato della ultramiliardaria commessa per gli aerei Kc-30 della Northrop Grumman, l’azienda per cui lavoravano i tre ostaggi, è meno pubblico. Il Kc-30 si basa sul velivolo commerciale Airbus A330-200, che secondo una recente valutazione della Us Air Force risulterebbe del 20 per cento più efficiente del rivale Boeing Kc-767. Il Kc-30 può trasportare fino a 226 passeggeri, o 88 pallet standard Nato, e in alternativa può essere predisposto per missioni di “Command and control, intelligence, surveillance, and reconnaissance”. Il valore totale del contratto si aggira sui 35 miliardi di dollari nei prossimi 10-15 anni. Il ruolo di McCain nella vicenda? Grazie a una sua inchiesta parlamentare del 2003 era saltato il contratto precedentemente ottenuto dalla Boeing. E la Northrop Grumman ringrazia, non solo per quello, ma anche per il contratto di fornitura con la Us Navy per sistemi radar e sorveglianza nel 2005. Come dire, nel Paese delle lobby una mano lava l’altra, i favori si fanno e si restituiscono, soprattutto in tempo di elezioni. 

pubblicato su Left numero 28

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