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Tre domande + 1 a Emma Bonino: Le donne afgane e la Sharia in Europa

I miei articoli riferiti alle donne in Afganistan e alla Sharia http://www.agoravox.it/L-Afghanistan-la-sharia-e-le-donne.html e http://www.agoravox.it/In-risposta-al-Forum-su-L.html hanno suscitato molti controversi commenti. Ho sentito dunque la necessità di porre all’onorevole Emma Bonino, vice capo gruppo al Senato per il PD, alcune domande chiarificatrici dell’argomento. Eccole.

Senatrice Bonino, se non sbaglio lei si è recata in Afghanistan da Commissaria europea (nel 1997) ed è stata la prima a denunciare la miserrima condizione femminile in quel Paese. Abbiamo così imparato a pronunciare la parola “Burqa” come espressione di sottomissione al potere maschile e religioso. E’ cambiato qualcosa in meglio con il governo Karzai?

Il miglioramento della condizione femminile è tra le poche cose positive che si sono registrate in questi anni. Ma ci ricordiamo come erano ridotte le donne sotto il regime misogino dei Talebani? Basti pensare che si sono riaperte le porte di scuola per decine di migliaia di bambine e ragazze, che prima erano recluse a casa. Scuole riaperte spesso in condizioni difficili, come tante che ho visitato dal nord al sud del paese, a volte sotto semplici tende, fredde d’inverno e calde e polverose in primavera, ma pur sempre meglio del divieto d’istruzione. Nelle città molte donne hanno ricominciato a lavorare e a partecipare alla vita civile. Il governo Karzai si è dovuto muovere tenendo conto della nuova Costituzione afghana del 2004 che sancisce alle donne pari dignità e dovrebbe garantire i loro diritti umani e civili. Dico "dovrebbe" perché le consuetudini tribali, non solo sciite ma anche pashtun, sono dure a morire. Per questo non dobbiamo assolutamente desistere: il ritorno dell’Afghanistan alla democrazia e allo stato di diritto passa obbligatoriamente dal miglioramento della condizione femminile e dal ruolo centrale che le donne devono riprendersi.

Adesso con la legge Karzai che consente lo stupro maritale, le donne afgane rischiano di tornare (o sono già tornate) alla condizione precedente?

Mi pare che la pressione internazionale e il sostegno dato alle donne afghane che si sono opposte dall’interno abbiano per il momento scongiurato la promulgazione della legge. Ma anche in questo caso non dobbiamo abbassare la guardia. Nelle settimane scorse ho lanciato un appello internazionale contro questa legge che ha raccolto moltissime firme, anche di personalità femminili del mondo musulmano. E in questi giorni, a Bruxelles, abbiamo consegnato una petizione all’ambasciatore afghano. Credo che la nostra presenza in Afghanistan non possa ritenersi conclusa solo dopo un’eventuale vittoria militare sul campo - che tra l’altro è lungi dall’essere imminente, anzi il rafforzamento della presenza talebana in Pakistan indicherebbe il contrario - ma che il nostro impegno sarà coronato dal successo solo quando in Afghanistan le donne potranno finalmente vedere i loro diritti riconosciuti.



In Inghilterra, soprattutto in alcune regioni, vige legalmente la Sharia per quanto attiene al diritto civile. Lei vede in questo il rischio che la legge coranica si estenda anche in altri Paesi europei, per esempio che il matrimonio imposto, la sottomissione della sessualità femminile, la condanna dell’omosessualità ecc, vengano giudicati dal tribunale civile musulmano?

Sono sempre stata contraria ad un’integrazione "comunitaristica" degli immigrati che così continuano a vivere all’interno delle loro comunità chiuse e isolate dal contesto legale del paese di accoglimento. In uno stato moderno il comportamento dei cittadini non può essere dettato dall’Imam nel corso della preghiera del venerdì ma dalle leggi dello stato. E alla sua lista potrei aggiungere le mutilazioni genitali femminili contro le quali in Italia è stato necessario addirittura passare una legge per renderle illegali. L’unica strada è quella faticosa ma ineludibile dell’integrazione individuale, con il singolo immigrato che riconosce lo stato e le sue leggi e conosca i propri doveri oltre che i propri diritti.  

Che cosa può fare l’Unione Europea per contrastare tale tendenza?

Agire non in ordine sparso ma in maniera unita e coordinata, facendo tesoro dell’esperienza maturata in questi anni. Perché una cosa è certa: i flussi migratori non cesseranno anzi, con la crisi economica che ha investito il mondo impoverendo ancora di più i paesi di origine delle popolazioni migranti e travolgendo mercati dove avevano trovato occupazione in questi anni, il rischio è che aumentino.

Commenti all'articolo

  • Di efisio sucunnu (---.---.---.230) 1 maggio 2009 17:16

     ma la bonino non e’ quel sinistro personaggio che ha sponsorizzato tutte le ultime aggressioni occidentali ai danni di vittime come Serbia, Iraq e lo stesso afghanistan?
     che pena strumentalizzare le donne per legittimare l’imperialismo.
     a sentire voi si direbbe che in Afghanistan le donne vadano al bar in minigonna, grazie, ovviamente, al progresso occidentale.
     Quanta retorica.
     Quanti luoghi comuni, triti e ritriti.
     Quante menzogne, quanta ipocrisia.

    Sono finito su questo sito per caso, ma, visto il livello di questa redattrice, mi sposto su siti migliori.
     brrr....

  • Di mazzetta (---.---.---.127) 4 maggio 2009 10:36

    insomma Virginia, ancora a scrivere:"In Inghilterra, soprattutto in alcune regioni, vige legalmente la Sharia per quanto attiene al diritto civile." pur sapendo che è falso?

    La Sharia non "vige" in GB, come ti ho già spiegato è "legislazione volontaria" non è legge della Gran Bretagna, ma si tratta di arbitrati secondo la Sharia che possono essere SCELTI dalle parti in causa

     E’ solo la terza volta che te lo scrivo, ma a parte il darmi del maleducato vedo che continui a reiterare quella che è una falsità, perché lo fai?

    Perché scrivi poi "soprattutto in alcuni regioni" come se in Gran Bretagna la legge si applicasse a macchia di leopardo qua e là?

    • Di virginia (---.---.---.216) 4 maggio 2009 15:19

      Mi sono riferita adun articolo del Times on line http://www.timesonline.co.uk/tol/news/uk/crime/article4749183.ece dove si dice espressamente che nonostante tutto esiste il timore che le donne siano svantaggiate dall’applicazione della Sharia ( in UK) perché si sa che questa avvantaggia gli uomini.
      Grazie per la tua paziente continua cvorrezione. Come vedi il dubbio esiste.

    • Di il sol dell’avvenire (---.---.---.2) 4 maggio 2009 16:10

       riconoscerai mazzetta che il fatto che le parti possano concordare di usare la Sharia, in qualche modo, inserisce questa barbarie nel diritto anglosassone perchè è ben noto che le fonti di legittimità nel diritto sono le leggi e le sentenze. Dunque ha ragione Virginia nel ribadire questa mostruosità delle legislazione britannica ed additarla al pubblico ludibrio.

    • Di mazzetta (---.---.---.241) 4 maggio 2009 18:30

       direi proprio di no, una sentenza emessa all’interno di un arbitrato non fa da precedente nemmeno nel diritto anglosassone

      quanto alla "mostruosità", ricordo che ci sono parecchi paesi nei quali vige la Sharia senza che vi si dia corso a "mostruosità", l’equivalenza tra Sharia e fanatismo è una sciocchezza, anche perché non esiste un testo unico di diritto islamico e anche quella viaggia in coerenza con gli stili di vita locale. Ce ne sono di mostruosi e di meno mostruosi, ce ne sono anche di perfettamente assimilabili a quelli dell’Italia di qualche decina d’anni fa, starei attento prima di dare del mostro a destra e a manca, anche perché poi finisce che si pensa che sia legittimo far guerra ai mostri, un meccanismo che tutti dovrebbero avere ben presente

      quanto al "nonostante tutto esiste il timore he le donne siano svantaggiate dall’applicazione della Sharia" andrebbe spiegato che non è un dubbio, semmai una certezza, ma trattandosi di legislazione volontaria e trattandosi di persone capaci di intendere e di volere (le donne musulmane in UK sono tutto fuorché delle dementi illetterate), si tratta pur sempre di una -libera scelta- da parte delle donne

      ma dove Virginia ci ricasca (male) e nel citare "la condanna degli omosessuali" che non c’entra con il diritto civile e che in GB non è per niente possibile, essendo al contrario sanzionata rudemente in diversi modi, per non parlare del "matrimonio imposto", che trattando un diritto non disponibile nel diritto anglosassone non può certo dar vita a "contratti"sostenuti dalla forza del diritto britannico, l’arbitrato secondo la Sharia in questo caso non avrebbe alcuna validità, anche perché poi Virginia dovrebbe spiegare perché una donna dovrebbe accettare di sottoporsi a un giudizio secondo la sharia con il rischio di dover sposare uno che non vuole (la cosa comunque non esiste, era solo per evidenziare un vulnus logico grande come Gibilterra) 

      come già ho fatto notare, l’applicazione dell’arbitrato avviene per mano del sistema giudiziario inglese, che non recepisce certo una sentenza che obblighi qualcuno a sposarsi


      Il che continua a farmi pensare che tutto questo "sbagliare in una direzione sola" sia propedeutico al pubblicizzare una tesi precostituita, piuttosto che ad informare onestamente chi legge

      resto sempre in attesa di un cenno di scuse per gli insulti raccolti in precedenza, poi se posso dare un consigli a Virginia, le suggerirei di scrivere di cose che conosce, o di temi che non mettano a rischio la sua lucidità e correttezza


    • Di il sol dell’avvenire (---.---.---.2) 5 maggio 2009 01:25

       la sharia è sicuramente una "mostruosità" giuridica non perchè questo mio dire voglia significare richieste di guerre o di epurazioni ma semplicemente perchè crea una commistione inammissibile tra religione e stato.
       Sembri non capire che la gente può essere ricattata e lo è di fatto in molte comunità islamiche come in molte altre realtà nel mondo intero. La vergogna della legge inglese sta nel fatto che sembra non rendersi conto che le donne possono essere "messe sotto tutela" in ambienti che non le garantiscono e che non riconoscono l’eguaglianza tra i sessi. Una donna dovrebbe esporsi di fronte alla sua comunità dando scandalo e col rischio di essere esclusa ed emarginata. No chiedere questo non è nè giusto nè ragionevole.
       Gli inglesi dovrebbero vergognarsi per questo cedimento rispetto ai valori dello stato di diritto che ci siamo conquistati col sangue e non certo per gentile concessione. E’ un cedimento che deriva da paura e che deve essere combattuto con molta fermezza. La società del domani e dell’oggi non si costruisce sull’arrendevolezza rispetto ai diritti ma sulla fermezza. Io la penso così.

    • Di mazzetta (---.---.---.241) 5 maggio 2009 10:08

       non rileva

      lo stigma sociale colpiva le donne che si ribellevano alle consuetudini anche in Italia, dove la Sharia non c’era

      se una donna poi è "ricattabile" non c’è nemmeno bisogno dell’arbitrato secondo la Sharia per sottometterla, no?
      se invece è sottoposta a pressioni indebite la legge e i servizi sociali inglesi sono perfettamente in grado di proteggerla e di rispondere alla minaccia, non è che la Gran Bretagna sia diventata l’Iran, come sembrano voler sostenere con forza taroccando qua e là

  • Di magilla gorilla (---.---.---.3) 5 maggio 2009 18:00

    secondo l’autrice di questo articolo (articoletto) la sharia vigerebbe in Inghilterra. Ma mi faccia il piacere...
    e questo sarebbe "giornalismo"! semmai giornalettismo, questo si.

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