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 Home page > Tribuna Libera > Tossicodipendenze: la relazione-fantasma di Maria Elena

Tossicodipendenze: la relazione-fantasma di Maria Elena

E' stata diffusa di soppiatto a fine dicembre 2016, a firma di M.E.Boschi, l'ultima relazione istituzionale sulle tossicodipendenze, con raccomandazione ai media di non darle troppa visibilità.

Nessun organo di stampa del mainstream mediatico infatti ne ha scritto o parlato come si dovrebbe, ad ulteriore ed ennesima conferma della sudditanza dell'odierna “informazione generalista” alle strategie occultative e strumentali legate al fenomeno “droga”, sudditanza capace oltre che di nascondere anche di falsificare spesso la realtà delle cose.

Tra le perle di questa relazione alcuni precetti da catechismo da applicare ai giovani adulti affinché crescano praticando i sani principi clerical-governativi imposti, oppure una tragicomica formula per testare il consumo, sempre tra i giovani adulti, nella quale le domande più cretine si susseguono in un crescendo di comicità:

The Cannabis Abuse Screening Test - CAST

È una scala di screening composta da 6 domande che descrivono il comportamento d’uso o eventuali esperienze problematiche vissute a causa dell’utilizzo della sostanza e misura la frequenza dei seguenti eventi nei dodici mesi precedenti all’intervista:

a) Hai mai fumato cannabis prima di mezzogiorno?

b) Hai mai fumato cannabis da solo? c) Hai mai avuto problemi di memoria dopo aver fumato cannabis?

d) Gli amici o i tuoi familiari ti hanno mai detto che dovresti ridurre il tuo uso di cannabis?

e) Hai mai provato a ridurre o a smettere di consumare cannabis senza riuscirci?

f) Hai mai avuto problemi a causa del tuo uso di cannabis (discussioni, risse, incidenti, brutti voti a scuola, ecc.)?”

Al quale test le risposte probabili possono essere le seguenti:

a) anche parecchio prima... ; b) che te lo dico a fare...; c) non ricordo...; d) di solito mi passano loro una canna...; e) non saprei, per trovare una canna fumabile ci metto dei mesi e per far crescere una pianta ce ne vuole altrettanti...; f) mah, direi di no, forse i brutti voti, ma quello dipende dalla competenza dei professori, non dalla cannabis.

Per quanto riguarda la catechesi, il dogma e i comandamenti, esaminiamo questo inciso tratto sempre dalla relazione della signorina Boschi: “Frequent Users (F.U.)”

Gli studenti che hanno assunto frequentemente cannabis nell’ultimo mese, 20 o più volte, evidenziano un’associazione fortemente positiva con l’intraprendere altri comportamenti a rischio, quali fumare quotidianamente sigarette, aver assunto sostanze psicoattive “sconosciute”, bere 5 o più unità alcoliche in un tempo ristretto (praticare cioè il binge drinking), ma anche giocare d’azzardo e avere un comportamento di gioco definibile problematico.

Da quali dati avranno desunto queste osservazioni non è dato capire; il tabacco è ancora assai diffuso in ogni generazione di viventi, ma tra i giovani F.U. che conosco si privilegiano tabacchi naturali e se ne fa un uso moderato; “sostanze psicoattive sconosciute”? E che vuol dire? Troppi caffè? Il binge drinking è una stoltezza giovanile che nulla ha a che fare con i consumatori di Cannabis, passata fortunatamente di moda già da una decina d'anni. Per il gioco d'azzardo si accenna a comportamenti di dipendenza patologica, nel banale accostamento alla credenza, da sostenere nonostante l'evidenza, che la Cannabis provochi dipendenza, come il gioco compulsivo; al massimo i F.U. giocano appassionatamente al Monopoli, e fanno bene a studiare poiché sussistono argomenti che sostengono l'illeicità del monopolio di Stato in tempi di globalizzazione economica...

...I frequent users di cannabis evidenziano, inoltre, associazioni fortemente positive anche con alcune caratteristiche relative alla famiglia d’origine, come vivere in una famiglia “non tradizionale” (ad esempio famiglia monogenitoriale o allargata), (e qui si manifestano i reali intenti paralleli di discriminazione nei confronti delle famiglie non approvate dalla chiesa cattolica romana) avere fratelli che utilizzano sostanze psicoattive illegali e/o genitori che non controllano la gestione dei soldi da parte dei figli (il Grande Fratello nelle nostre stanze e nelle nostre tasche?). Dall’altra parte gli studenti che riferiscono di avere una condizione economica familiare medio-alta, di essere monitorati dai genitori nelle attività del sabato sera o ancora di essere soddisfatti del rapporto con i propri genitori e/o con i fratelli evidenziano una minore probabilità di essere un frequent users di cannabis... (no comment).

Dove invece non si può più riderci sopra è l'incidenza di dati forniti, che stanno lì, bruttini e impersonali, a testimoniare tutte le ignobiltà della guerra italiana alla Cannabis.

dati 2016: 29/12/15 - 02/01/17

sequestri

droghe leggere: Kg 217.200

droghe pesanti: Kg 31.320

cannabis: piante 629.750...

...e il 2017 è partito alla grande:

riepilogo settimanale dal 10/01/2017 al 16/01/2017

sequestri

droghe leggere (kg) 1100

droghe pesanti (kg) 900

piante di cannabis 800

...e centinaia di persone arrestate o perseguite penalmente, delle quali gran parte consumatori o piccoli produttori di cannabis per autoconsumo o per autoterapia, cioè criminalizzati impropriamente.

Nel 2015 gli arbusti di marijuana scoperti dai carabinieri erano stati 5.733...

...Una sostanza definita scientificamente “droga leggera” oramai quasi sdoganata dalla ricerca scientifica e medica a parte qualche resistenza clericale dovuta a interessi temporali, che viene perseguitata al punto di far risultare una percentuale di sequestro, di azioni penali (e dunque mirate), contro le sue piante e fiori, fino al 70% superiore a quella risultante dalla lotta alle altre droghe ben più tossiche e pericolose!?

Tra gli arrestati o i denunciati ci sono agricoltori di professione, pastori, assicuratori, commercianti, universitari, giornalisti...e poliziotti; tutte persone giudicabili socialmente estranee alla criminalità sia comune che organizzata...sulle quali si scatena quello che potremmo comodamente definire il “terrorismo di stato”.

Ho definito “terroristiche” le azioni repressive in atto, avendo riscontrato una recrudescenza parossistica di tali azioni, da poco più di un anno a questa parte. Ho usato questo termine nel suo senso lessicale, termine che oggi è orientato a descrivere crimini contro l'umanità ben più sanguinosi, e la cosa può sembrare a molti spropositata. Pertanto vorrei partire dalla definizione stessa di terrorismo, cioè azione che provoca paura, atta a terrorizzare persone con comportamenti arbitrari, violenti, moralmente insani e ingiustificabili. Ed è questo il caso di quel che sta accadendo in Italia nei confronti delle attività legate alla produzione domestica, al consumo personale di Cannabis. Peraltro metodi ampiamente autorizzati dalle norme vigenti. Le forze dell'ordine seguono alla lettera le indicazioni dei legislatori; qualche volta non vi è dubbio che esagerino, in special modo quando intervengono su minori o su persone indebolite psicologicamente dalla criminalizzazione in atto, vomitando giudizi, precetti morali e codici di comportamento personali e sommari.

Quello che però non dovrebbero fare, e invece fanno, è propagandare le teorie proibizionistiche, calandosi imprudentemente in un ruolo politico, riversando enfaticamente attraverso la stampa notizie sul benché minimo “reato” relativo alle attività di repressione della Cannabis, tipo la foto del cacciatore, armatissimo, mimetico e guerriero, con un fringuello in mano a mo' di trofeo. E' di questi giorni una notizia che funge da esempio smagliante di questo deplorevole andazzo: “Scovato giovane spacciatore e coltivatore di marijuana... Operazione dei militari del nucleo radiomobile della locale Compagnia Carabinieri”; il commento sui social dell'esponente radicale Rita Bernardini chiarisce di cosa si tratti: “Scovato il criminale: 20 euro in contanti aveva in tasca... poi a casa hanno trovato una piantina di marijuana alta ben 50 cm, "contante di 100 euro in banconote di vario taglio" (c'è scritto proprio così), e poi in tutto ben 81 grammi. Insomma, un narcotrafficante, non c'è che dire!” (per chi volesse approfondire...link)

Certa Stampa contribuisce con notizie scandalistiche ai danni di gente comune, ragazzi per bene, studenti meritevoli, contadini improvvisati, vivaisti professionali, da dare in pasto ad un pubblico disinformato ad arte per montare l'odio verso il “diverso”, come da copione istituzionale, grazie all'attivismo politico improprio e anticostituzionale della Forza Pubblica.

Non sarò certo il primo né il più imprudente ad affermarlo: è legittima la comparazione tra le azioni repressive, intentate dallo Stato nei confronti dei consumatori e degli autoproduttori di Cannabis, (per uso principalmente “ricreativo”), e il narcotraffico (ovvero la Mafia internazionale, sia quella “casual” che quella dei “colletti bianchi”)? A giudicare dai dati ufficiali di questa guerra sporca e dagli intrecci economici e finanziari che si stanno organizzando attorno a questo gigantesco business, si direbbe proprio di si.

Anche in questo caso tutto ruota attorno al denaro, oggi che la politica è diventata denaro: la miniera d'oro che qualche multinazionale dalle mille ramificazioni societarie e i mille agganci politici vuole controllare; e col denaro si costruisce un sistema di dominio monopolistico totalitario, e il dominio monopolistico totalitario è esattamente quello che organizzano le mafie a difesa dei loro affari sporchi.

Mi è proprio venuta la curiosità di conoscere di persona queste “multinazionali” che stanno dietro agli eventi descritti, invece di fare appelli generalisti privi di riferimenti reali; nomi e cognomi, intrecci e interessi, corruzione di ministri e lobby regolamentate (oggi che i buoi sono già qualche chilometro lontano dalla stalla?). Vado a documentarmi sufficientemente; alla prossima!

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