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 Home page > Tribuna Libera > Da Orwell ai Talking heads le nefandezze della repressione psichica

Da Orwell ai Talking heads le nefandezze della repressione psichica

Assassino psichico (Psyco Killer-Talking Heads)

"Non riesco ad affrontare la realtà

Sono teso e nervoso e non riesco a rilassarmi

Non riesco a dormire, perché il mio letto è in fiamme

Non toccarmi sono al limite"

Forse non molte persone hanno fatto caso alle prospettive di una legalizzazione della coltivazione ad uso personale, non penalmente perseguibile fino ad un tot di piante, nelle proposte di legge ad oggi presentate oscillanti entro i dieci esemplari. Se tutti coltivassero qualche pianta ci sarebbe così tanta erba in giro che non avrebbe più valore quel valore economico critico che ha oggi, levando una fonte di guadagno, illecito o truccato che sia, a tutte le “confraternite” che ci vogliono lucrare sopra. Era solo una riflessione minima per passare all'argomento.

La domanda è: La punibilità penale della coltivazione personale di cannabis è intesa quale reato d'opinione pur non avendo tale coltivazione elementi che la possano riconoscere come tale?

Si stenta a riconoscere per vero che la realtà di coloro che consumano cannabis in modo continuativo (un europeo su cento consuma cannabis quotidianamente o quasi) rappresenti una scelta relativa al proprio benessere psicofisico e in sostanza al mantenimento della propria salute generale. Il beneficio erboristico della sostanza è dunque predominante ed è ormai accertato che debba essere sempre sottinteso, quale che sia l'attitudine manifestata dal soggetto utilizzatore, provocata da malattia o bisogno di ricreazione, in quanto agente a prescindere da essa.

Il consumo infatti non viene considerato penalmente rilevabile, trattandosi né più e né meno che di una scelta basata su un opinione fortemente radicata. Ma se il consumo personale viene organizzato in forma di autocoltivazione, poche piante per scorta annuale o per sfuggire il più possibile alla mafia dello spaccio, ecco che scatta la persecuzione.

Per punire ogni forma di psicoreato, il Partito ha istituito un apposito reparto di polizia, la Psicopolizia.”

La psicopolizia entra in azione, in forma esponenziale contro la Cannabis, un terreno che per chi non frequenta questa abitudine è sconosciuto. E' la criminalizzazione di un opinione, di una scelta, è uno psicoreato, cioè reato d'opinione, che però non risulta nel novero dei comportamenti punibili.

Con il termine psicoreato si intende il reato commesso da qualunque cittadino di Oceania quando elabora, anche solo a livello interno alla propria mente, anche involontariamente e inconsciamente, pensieri e/o parole contrastanti le teorie del Socing.”

L'autocoltivazione per fini terapeutici o ricreativi è il frutto di una scelta, di un'opinione e la repressione in atto è spietata.

Eppure anche la tua azione di seminare qualche seme comprato regolarmente o portato da amici viaggiatori è il frutto di quella stessa opinione che te la fa consumare. Con quale metro si giudica penalmente rilevante il frutto di una opinione non considerata punibile in quanto facoltà di scelta e di pensiero, estranei al concetto di reato d'opinione? E' probabile che tra coloro che sono stati perseguiti penalmente per una coltivazione domestica, ce ne siano molti che si sentano colpiti da un'accusa basata su tale reato.

"I reati di opinione rappresentano una categoria che comprende gran parte dei delitti contro la personalità dello Stato, con particolare riferimento ai reati di propaganda e apologia sovversiva, nonché di vilipendio della repubblica e delle istituzioni costituzionali."

Seminare e raccogliere piante medicinali per uso personale è causa di pericolose derive sociali oppure solamente urta, sciocca, inquieta o offende una parte qualunque della popolazione?

"La giurisprudenza comunitaria ha affermato in più occasioni che la libertà di espressione è una delle condizioni di base per il progresso della società democratica e per lo sviluppo di ciascun individuo. Essa riguarda non esclusivamente le informazioni, le idee e i propositi accolti come favorevoli o considerati come inoffensivi, per le quali non si porrebbe nessuna esigenza di garantirne la tutela, ma quelle che urtano, scioccano, inquietano o offendono una parte qualunque della popolazione, così richiede il pluralismo, la tolleranza, lo spirito di apertura senza il quale non vi è una società democratica."

Basterebbe non assimilare la coltivazione personale per autoconsumo allo spaccio e si risolverebbe un problema che potrebbe presto investire la corretta gestione democratica del nostro paese.

Sotto anatema e conseguente scomunica universale è ilThc. Non lo vogliono, non ne vogliono sentir quasi parlare. Creano gigantesche coltivazioni ibridate, e anche bioingegnerizzate, nelle quali le piante vengono private di questa componente e ci organizzano pure un bussines per le masse: la Cannabis Light (per adesso ancora libera dall'invasione delle company). Organizzano megalaboratori chimici per produrre estratti da incapsulare, menomati nelle componenti molecolari originali. Per giustificare il Suo tentativo d'annientamento lo definiscono poco astutamente “psicoattivo”.

Tra gli innumerevoli “psicoattivi” il Thc è quasi l'unico demonizzato.

La criminalizzazione di questa molecola, presente naturalmente nella Cannabis in concentrazione più o meno forte secondo le modalità di crescita, luoghi e i climi, è la conferma del tentativo di esercitare controllo indebito e illegale sulla psiche degli individui. E non nei riguardi di soggetti socialmente pericolosi, non di criminali mafiosi narcotrafficanti; in gran parte dei casi di chi tratta in modo diverso il suo rapporto con la società, senza arrecarle danno, anzi probabilmente il contrario. Siamo di nuovo ai lager-manicomi per i non-conformi?

Chi viene incriminato di psicoreato viene "vaporizzato", ovvero arrestato dalla Psicopolizia e portato nel Ministero dell'Amore, dove a seguito di torture ed umiliazioni gli viene lavato il cervello ed inculcato l'amore assoluto per il Partito e per il Big Brother.”

E non siamo allora davvero in presenza di anticostituzionali addebiti arbitrari e antidemocratici, più vicini all'orrida società ipotizzata da Orwell, ma anche da altri autori importanti quali Huxley e il più recente Dick?

A chi questo inganno è costato caro, moralmente e economicamente, verrà riconosciuto la facoltà di chiedere i danni allo Stato, appellandosi al Tribunale per i Diritti Umani?

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