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Torture nelle carceri israeliane, i bambini vengono duramente picchiati

L’organizzazione umanitaria Euro-Med Human Rights Monitor Palestina attraverso anche il sito ufficiale dell’ OCHA denuncia le sconvolgenti rivelazioni degli ex prigionieri tra questi molti provenienti dalla Striscia di Gaza, in merito alle torture subite durante i giorni di detenzione

Viene evidenziato il disumano trattamento soprattutto all’interno del campo militare di Sde Teman, situato tra Beersheba e Gaza, è stato trasformato in una prigione simile a Guantánamo. Dal 7 di ottobre due prigionieri all’interno di questo centro sono recentemente deceduti a causa di gravi torture, uno dei due corpi si è potuto appurare avesse anche un piede amputato. Le documentazioni riportano gli abusi inflitti ai palestinesi da parte dello Shin Bet e dai militari israeliani, tra queste compaiono detenzioni all’interno di gabbie di ferro privati di abiti, bruciature dovute a spegnimento di sigarette sulla pelle, torture con l’utilizzo dell’Elettro Schock, obbligati a maledire ad alta voce se stessi e subire umiliazioni costanti e percosse.

Euro-Med Human Rights Monitor Palestina inoltre attraverso una lettera ufficiale ha esortato negli scorsi giorni sia la Croce Rossa Internazionale che l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite ad intervenire tempestivamente nella formazione di una delegazione che documenti le violazioni ed i crimini all’interno dei campi di detenzione in Cisgiordania, dove ad oggi sono recluse circa 9,000 persone. Dal 7 di ottobre i civili arrestati in strada e nelle proprie case sono circa 5,789, ogni anno vengono arrestati dai 500 ai 700 bambini per essere processati dinanzi ad un tribunale militare.

Nella Cisgiordania occupata alla popolazione palestinese si applica la legge militare, quindi l’Ordine Militare israeliano 1651 che consente la detenzione amministrativa fino a sei mesi, soggetta a rinnovi per un tempo indeterminato.

L’organizzazione Defense for Children International-Palestine il 10 gennaio 2024 rende nota la più recente e devastante testimonianza di un ragazzino di 17 anni, di cui verrà divulgato solamente il nome fittizio per una evidente tutela del minore. Il giovane Yousef racconta di essere stato rilasciato il 25 novembre 2023, lui ed altri bambini vennero svegliati nel cuore della notte per poi essere ammanettati, venendo poi condotti in una stanza. Durante il viaggio per la loro liberazione i bambini vennero selvaggiamente picchiati dalle guardie carcerarie.

Yousef è stato arrestato il 30 marzo 2023 dopo che i militari israeliani fecero irruzione nella sua casa prendendo in ostaggio suo padre perché si costituisse, cosa che ovviamente scelse di fare, durante la reclusione è bene evidenziare che il bambino non ha mai subito un processo e tanto meno ricevuto accuse chiare nei suoi confronti.

Racconta che dal 7 ottobre il carcere è divenuto il loro inferno, vennero subito confiscati tutti gli apparecchi elettronici per tenerli così all’oscuro di ciò che stava accadendo all’esterno, di essere stato duramente bastonato e di portare ancora addosso le cicatrici dovute ai morsi di un cane che le guardie carcerarie hanno aizzato contro di lui all’interno della cella.

Il giovane Yousef racconta inoltre:

“Il 30 ottobre 2023, l’amministrazione penitenziaria ha appeso una bandiera israeliana all’interno della sezione infantile della prigione di Megiddo, nel nord di Israele, e un bambino detenuto ha bruciato la bandiera. Circa 50 soldati israeliani hanno poi picchiato tutti i bambini nel cortile della prigione per circa due ore. Circa 18 bambini sono stati picchiati duramente, urlando di dolore”

“Ho visto cani poliziotto attaccarli, sanguinando dalla bocca e dalla testa. Sono stati gettati in celle di isolamento fuori dalla sezione. Le guardie hanno fatto irruzione in tutte le stanze, prendendo a calci tutti fuori nel cortile, picchiandoli con bastoni. I bambini sono stati violentemente presi a calci, aggrediti verbalmente, legati dietro la schiena con manette di plastica, umiliati e trascinati nella zona delle docce.”

“Quando le guardie hanno raggiunto la mia cella, una di loro ci ha detto da fuori della stanza di andare fino al muro e inginocchiarci, ma noi abbiamo rifiutato, così ha aperto la porta e ha scatenato contro di noi un cane senza museruola. Ho provato a difendermi e a prendere il cane, ma il cane mi ha morso e mi ha ferito.”

Le organizzazione palestinesi Addameer, Defense For Children, Euro-Med Human Rights Monitor Palestina e OCHA evidenziano l’aggravarsi della vita penitenziaria dopo il 7 ottobre, denunciando aggressioni all’interno delle celle, la scarsa somministrazione di cibo per lo più scaduto, assalti violenti attuati anche con l’utilizzo di cani feroci, regime di isolamento soprattutto a danno di minori, la mancata somministrazione di farmaci anche per i malati cronici, inoltre, torture fisiche che ad oggi hanno portato alla morte di 7 prigionieri causate anche dall’ assenza di cure mediche dopo le violenze fisiche subite dalle guardie carcerarie. Numerosi prigionieri hanno denunciato la privazione di abiti e le finestre aperte anche durante la notte, l’impossibilità di ottenere materassi e cuscini lasciandoli così sdraiati completamente nudi sul cemento. All’alba del primo gennaio 2024 perde infatti la vita un ragazzo di soli 23 anni nel carcere di Megiddo in Israele, il giovane era detenuto dal 22 maggio 2022 ricevendo una condanna a 35 mesi di reclusione da un tribunale militare israeliano. I prigionieri morti a causa di torture dal 7 ottobre all’interno delle carceri israeliane ad oggi sono:

Omar Daraghmeh di Tubas – Arafat Hamdan di Ramallah – Majid Zaqoul di Gaza – Abdel Rahman Mar’i di Salfit – Thaer Abu Assab di Qalqilya – Abdul Rahman al- Bahsh di Nablus

Il settimo martire è ancora anonimo perché Israele rifiuta di rendere noti i suoi dati, sappiamo solo che proviene dalla Striscia di Gaza.

Le carceri israeliane in cui sono detenuti i prigionieri palestinesi sono:

Centro di detenzione e tribunale militare di Salem

Questo centro di detenzione può contenere sino a 40 prigionieri, si trova vicino al villaggio di Salem, nord-ovest dalla città di Jenin

Prigione Clinica di Ramleh

Questo plesso esiste dal 1934, solitamente viene utilizzato come luogo di transito durante i trasferimenti da un carcere all’altro. All’interno vi è una sorta di ospedale nonostante sia privo delle attrezzature di base.

Prigione di Neve Tirza

Venne inaugurata nel 1968 e si trova adiacente alla prigione di Ayalon, destinato alle sezioni femminili ed ai criminali israeliani.

Prigione di Ayalon

Questo istituto carcerario è parte della prigione di Ramleh, venne aperta per la prima volta nel 1950 con diverse sezioni, riservata esclusivamente all’isolamento.

Ayala

Detto complesso carcerario di Bersheba, venne fondato nel 1970 esclusivamente utilizzata per prigionieri palestinesi, situata nel sud della Palestina. Il complesso carcerario è composto da ben quattro prigioni: Ohli Keda ed Esher, Dekel e Ayala per criminali pericolosi. Alcune sezioni vengono utilizzate per delinquenti arabi ed ebrei.

Gush Etzion

Questo sito viene utilizzato esclusivamente per gli interrogatori ed è situato tra Hebron e Betlemme, nella zona sud della Cisgiordania.

Centri di Detenzione di Huvwara e Kedumin

Situato nelle vicinanze di Nablus a nord della Cisgiordania, viene solitamente impiegato come primo sito di detenzione anche per gli interrogatori prima che i prigionieri vengano trasferiti verso i tribunali militari. Kedumin si trova invece accanto all’insediamento di coloni da cui prende il nome, famoso perché vengono lanciati ventiquattro ore al giorno botti artificiali che ricordano forti esplosioni, questo metodo viene utilizzato per terrorizzare i prigionieri.

Prigione di Ramon

Situata a sud-est della Palestina, di costruzione recente è stata creata sul modello americano delle prigioni per la detenzione dei narcotrafficanti ed è suddiviso in tre sezioni ognuna della quale può ospitare sino a 120 detenuti.

Prigione del deserto del Negev ( Ketziot)

Venne aperta nel 1988, dove vennero rinchiusi più di 50,000 prigionieri palestinesi, chiusa dopo gli accordi di Oslo nel 1995, riaperto dopo l’intifada di Al-Alqsa nel 2002. Una parte della sezione fu bruciata dai detenuti, oggi vengono quindi rinchiusi in celle simili a delle roulotte, con tutte le altre sezioni questo carcere può contenere sino a 350 detenuti.

Prigione di Ohalei Keidar

Fondata nel 1970 ed è compreso nel complesso di Beersheba.

Prigione di Nafha



Questo vecchio edificio si trova nella zona desertica della Palestina a 200 km da Gerusalemme.

Prigione di Eshel

Anch’esso facente parte del plesso di Beersheba.

Centro di detenzione e tribunale militare di Ofer- Insediamento di Beit El

Si trova a quattro km dalla città di Ramallah e sorge su terreni espropriati al villaggio di Beitunia, Cisgiordania.

Ashkelon Prigione Centrale

Questa prigione venne creata durante il mandato britannico, inizialmente veniva utilizzata come quartier generale per i leader dell’esercito inglese e per ospitare le delegazioni degli ufficiali. 

Prigione di Rimonin e di Asharon (Telmond)

Inizialmente questa prigione conteneva numerosi bambini palestinesi ma anche pericolosi criminali ebrei, le loro vite erano quindi in costante pericolo e subirono infatti violazioni fisiche e psicologiche.

Prigione di Hadarim

Questo plesso può contenere 600 detenuti, destinata al popolo palestinese

Prigione di Damon

Creata durante il mandato britannico nel 1953 fu riaperta dopo l’intifada del 2000

Prigione di Gilboa

Situata nel nord della Palestina, venne istituita nel 2004 accanto alla prigione di Shatta nella zona di Beesan, si tratta di una prigione di massima sicurezza ed è descritta come la più sorvegliata. Esclusivamente per prigionieri palestinesi.

Prigione di Nitzan

Fu fondata nel 1978 coordinata dalla prigione di Ayalon denominata anche “ Detenzione di Ramleh”, ribattezzata Nitzan in onore di Gondan Rooney Nitzan, ex direttore della prigione ucciso nello stesso anno. Questo istituto può ospitare sino a 740 prigionieri ed è destinato esclusivamente all’isolamento.

Prigione di Chison

Situato all’incrocio di una strada principale tra Haifa e Nazareth, costituito da un centro per interrogatori di alta sicurezza.

Centro di detenzione Petah Tikva

Centro per interrogatori dotato di celle totalmente prive di finestre si trova all’interno del governariato della stazione di polizia di Yafo.

Centro Interrogatori Al-Moscobiyeh

Situato al centro di Gerusalemme, detto anche “ Composto russo” divenuto noto come il “mattatoio” a causa dell’uso di tecniche di tortura estremamente violente.

Prigione di Shatta

Inaugurata nel 1952, sita nella valle del Beesan

Prigione di Megiddo

Situata nella zona dei prati di Beni Amer lungo la strada per Haifa, inizialmente doveva custodire essenzialmente criminali ebrei e libanesi. In questo carcere sono reclusi anche bambini e i detenuti amministrativi.

Comunicato Stampa del Fronte Popolare Per La Liberazione Della Palestina – FPLP:

“Il nemico continua i suoi crimini contro il movimento dei prigionieri sotto il silenzio e la complicità internazionale.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) ha affermato che l’occupazione ha assassinato il martire prigioniero 
Abdul-Rahman al-Bahsh, 23 anni, figlio della città di Nablus, nel carcere di Megiddo è un nuovo crimine contro il movimento dei prigionieri, che viene condannato sotto il silenzio e la complicità delle istituzioni internazionali, in particolare la Croce Rossa Internazionale.

L’FNL ritiene che i continui massacri e le politiche difensive del nemico contro il movimento dei prigionieri, che si espansero dopo il 7 ottobre, approfittando dello stato di preoccupazione per la guerra di sterminio nella Striscia di Gaza come politica di occupazione criminale, con la ratifica e la legislazione del livello politico e il gabinetto di guerra sionista guidata dai criminali di guerra Netanyahu ed il rappresentante razzista e fascista Ben Gvir.
FNL ha sottolineato che il continuo massacro di prigionieri, il crescente numero di martiri nel movimento dei prigionieri, nonostante le innumerevoli comunicazioni di richiesta di intervento verso la Croce Rossa per porre fine alle loro sofferenze, si prega di inviare commissioni urgenti per la ricerca della verità nelle carceri e di identificare le violazioni in corso dei diritti dei prigionieri.

L’FNL ha sottolineato che l’assassinio dei prigionieri di Al-Bahsh e i continui crimini contro i detenuti e il nostro popolo nella Cisgiordania occupata e nella Striscia di Gaza non rimarranno senza risposta. I sionisti, Netanyahu e Ben Gvir si pentiranno di aver commesso questi crimini contro il nostro popolo.

Il FMLN ha concluso ribadendo che la resistenza è ancora in corso e si realizzerà liberando tutte le donne e i prigionieri dai centri di detenzione dell’ occupazione.”


- Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina-

Martiri, prigionieri e ufficio feriti 2-1-2024

 

 

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