• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Musica e Spettacoli > Torna Striscia la notizia, la voce dell’improvvidenza

Torna Striscia la notizia, la voce dell’improvvidenza

Ritorna il programma di Antonio Ricci capeggiato da quel simpatico mattacchione di Ezio Greggio, a chi non piace?

Per il 25esimo anno, ecco di ritorno Striscia la notizia, il watchdog satirico del belpaese. Il problema è che c'è cane e cane, vogliamo mettere un rottweiler con un chihuahua? Ci corre la differenza che passa tra un agguato mortale e una simpatica carezzina.

Qualcuno pensa, ad esempio, che apostrofare B. come ”il cavaliere mascherato”, con chiaro riferimento alla sua pretesa onnipotenza, sia prova tangibile di libertà editoriale: nulla di più falso. Vederlo rappresentato come un supereroe un po' imbranato, non ce lo rende più simpatico? Può un uomo ridicolo essere pericoloso?

La tecnica è sottile, molto efficace, ed estesa ai politicanti di tutto l'arco costituzionale, che sghignazzano (fintamente) divertiti dalle gag dell'intervistatore di turno. Striscia affonda a piene mani in quell'humus di sana indignanzione popolare portatore di audience, ma la sua azione ”moralizzatrice” approda a conclusioni demagogiche, degne di una Santanchè qualsiasi che grida a gran voce ”è uno schifo”. Sulle responsabilità, che sono sempre individuali, pochi confusi accenni, adagiati sul motto ”tutti colpevoli, nessuno colpevole”.

L'ignaro spettatore non subdora neppure la manovra, intrattenuto da un assetto complessivo che sollecita svago; perché dovrebbe porci attenzione? E' qui che si sono perse molto battaglie: se chi rappresenta per antonomasia il regime da demolire, riesce a venderci l'informazione di denuncia, abbiamo già perso la guerra. E poco importa se qualche singolo truffatore venga poi realmente perseguito fino alle estreme conseguenze (vedi Wanna Marchi); l'effetto di straniamento della realtà e dei veri nodi da focalizzare e combattere è compiuto: non sappiamo più bene chi ha fatto cosa e perché.

La vera informazione è altra; ”Report” ad esempio: i politici non sorridono, ma denunciano. La satira feroce è quella di Vauro o Forattini; il Gabibbo è solo un triste incantatore.

Ad incrementare l'auditel e la raccolta pubblicitaria c'è il contentino sessuale, sconcio al pari dei contenuti. Sì, perché se le gemelle Kessler solleticavano l'immaginario erotico, se le ragazze del ”Drive in” erano sexy, le veline sono oscene. Rimandano cioè ad un'idea di sessualità distorta, fomentando un voyeurismo di ragazzine ventenni che sgambettano con gonnellini svolazzanti, inseguite da una telecamera che dispensa zummate repentine di ginecologica fattura. Si definiscono programma per famiglie con toni scanzonati ed un cagnolino che saltella festoso; io, ai bambini, non la farei vedere (la trasmissione).

Si vocifera di un prossimo Tg5 condotto da Minzolini, futuro Luna park della campagna elettorale; considerati i presupposti, potrebbe essere il traino ideale.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares