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Torino: i bambini rom scrivono "Non vogliamo bruciare anche noi

Hanno scritto al Prefetto della città i bambini dei campi Rom di Torino per chiedere che quanto accaduto a Roma domenica scorsa non si ripeta più.

Hanno scritto al Prefetto della città i bambini dei campi Rom di Torino per chiedere che quanto accaduto a Roma domenica scorsa non si ripeta più.

«Siamo i bambini rom che abitano nella tua città e come i 4 bimbi di rom morti giorni fa noi abitiamo nelle baracche. Abbiamo paura che le nostre case prendano fuoco e tutto bruci

Chi a scuola ci va obbligato, «perché poi non ci danno più il permesso di soggiorno».

«Abbiamo sentito dai grandi che tu sei buono e puoi fare tante cose belle per noi. Ci puoi aiutare - chiedono i piccoli rom - perché non succeda niente di brutto dove abitiamo? Perché non ci vieni a trovare? Così vedi che non siamo come scrivono tanti giornali, siamo bimbi come tutti, contenti di essere rom, anche se le nostre case non sono grandi come la tua». «Ti mandiamo un bacio. I bambini rom dei campi sosta di Torino.

La Presidente di Idea Rom è preoccupata per la situazione e mette l'accento sui passi avanti che sono stati fatti finora in materia di integrazione: le persone iniziano a desiderare di vivere in una casa, di lavorare, mandano i figli a scuola e le famiglie iniziano a incontrare gli insegnanti autonomamente.

 «I bambini quando vanno a scuola si presentano come bosniaci, romeni...» e in questo modo evitano di essere stigmatizzati da un pregiudizio che sembra impossibile sradicare: «Il campo è come un lager, ti vedono come se non sei una persona. Tra gagè e rom c'è un muro».

«Devono loro sbrigarsi le cose. Devono uscire. Se vogliono l'integrazione devono uscire. Se portiamo tutto in campo, li chiudiamo, come se non esistessero. Si devono aprire le porte».

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