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Thyssen Krupp 365... anni dopo

Taranto, foto mia. Ilva. Carro siluro. Vi si cola la ghisa proveniente dalla bocca dell’alto forno. Nella sua bocca sono cadute diverse persone. Non ci sono mai entrate, perchè si polverizzavano prima...

Ho lavorato 14 anni nell’ambiente siderurgico. Progettista informatico, diciamo così.
In Ansaldo come cliente di Ilva, Tyssen, Sidmed spagnola, Acroni slovena, Perwaja malese, Nitco iraniana, Lucchini di Piombino, Riva di Terni Genova e di Taranto, Pittini di Osoppo, una ditta americana di cui non ricordo il nome, cinesi, iracheni e altri grandi impianti nel mondo.

Sono riuscito a fuggire da quell’ambiente pagando un caro prezzo: il dimezzamento del mio stipendio.

Ora sono un "fannullone"... dello stato, grazie alla superficialità e alla campagna denigratoria del mancato Premio Nobel Brunetta.
Ne ho viste di tutti i colori negli impianti siderurgici, situazioni tragiche, feriti e morti.
Ora sto vedendo alcuni miei compagni di una volta e il mio amico Dario morire per tumore legato all’amianto.

Vivo con questa spada di Damocle.
Non ho diritto alle agevolazioni della legge per il pensionamento, mentre molti miei ex colleghi che non sono mai usciti dal loro ufficio, sono già in pensione, a carico della collettività, grazie ai benefici della “legge sull’amianto".
Dopo un primo momento di sconcerto e paura ho superato tutto grazie ad un’iniezione di sana follia nelle mie vene.


Praticamente, "me ne fotto", nel senso che non mi prendo tanto sul serio e sdramatizzo situazioni di lavoro e sociali dove i personaggi si gonfiano come pavoni maschili.

Lo scherzo del destino?
Lavoro in Inail, sempre come tecnico informatico.
Buffo vero?
Ora sono da quest’altra parte.

L’oggetto del mio ente è il lavoratore assicurato, il cliente, ossia l’infortunato.
Nei meeting sento parlare di morti, numeri, cifre, statistiche, sicurezza.
Come se il mondo del lavoro, delle fabbriche e dei cantieri, fosse lontano, in un’altra dimensione.

E intanto là fuori continuano a morire.
Mentre noi aspettiamo la stitica tredicesima...

Commenti all'articolo

  • Di la nausea (---.---.---.67) 11 dicembre 2008 10:07

    ma è naturale tutta sta sofferenza.....ma è possibile che ci siamo ridotti in questo stato semi vegetativo....ma che cosa ne è rimasto della dignità.....dell’amore...della vita.....del presente....dei nostri progetti.
    siamo diventati carne da cannone......carrne da macello.....carne che si consuma nella noia o nell’ansia del percicolo.
    ma oggi noi......chi siamo.

  • Di Vittorio (---.---.---.43) 11 dicembre 2008 14:52

    Anche oggi un altro ragazzo se ne è andato a Taranto, precipitato dopo essere stato colpito da un pezzo caduto da una gru in manutenzione.

    Fortunatamente, durante la mia attività lavorativa, a Taranto sono stato solo per pochi mesi e, pur trovandomi benissimo con colleghi e persone del posto, l’ambiente di lavoro era quasi da incubo. Ricordo che in alcune giornate di fine Agosto l’aria era irrespirabile, sembrava di essere sopra una cucina a gas con i rubinetti aperti e il fuoco spento, l’acciaieria spesso era avvolta da nubi rossastre che oscuravano la vista dell’intero edificio. Ho visto ragazzi adetti alla manutenzione che uscivano dagli impianti con il viso sporco di chissà quali sostanze nere, per non parlare dei fiumi di acqua e olio che scorrevano sotto i treni di laminazione e che dubito venissro trattate prima di finire in mare.
    Sono stato pure in uno simile a Saltzgitter in Germania. L’ambiente era decisamente diverso, l’aria respirabilissima, il pavimento lungo i treni di laminazione era in cemento e non in terra impregnata di olio e i percorsi di accesso ben evidenziati e sgombri da ostacoli. L’intero complesso era addirittura circondato da alberi in modo da ridurre l’impatto ambientale visivo. E in più, le varie pratiche burocratiche per l’accesso erano molto più semplici e si riusciva così a sfruttare meglio le ore lavorate sugli impianti, senza attendere i tempi morti che occorrevano a Taranto per venire portati prima al cantiere e poi sul posto di lavoro.
    Pensandoci bene, di rischi ne abbiamo corso molti sugli impianti, non solo a Taranto; dobbiamo ringraziare il cielo che siamo arrivati qui, quasi indenni.
     

  • Di Willy (---.---.---.95) 11 dicembre 2008 16:50

    Troppa burocrazia e stringi stringi poca sicurezza...il Testo unico sulla Sicurezza doveva migliorare il contorno legilativo ma in realtà l’ha burocratizzato ulteriormente...e le morti bianche sono ancora là. Mi colpisce oggi il Presidente che dichiara che essendo in tempo di crisi non possiamo fare di più per l’ambiente...mi chiedo se non sia meglio essere un po’ più poveri ma vivere in un contesto più salubre...spero che l’acciaieria di Taranto, che non conosco, evolva verso i migliori standard di sicurezza, salute e ambiente

    • Di Sabatino Di Giuliano (---.---.---.182) 11 dicembre 2008 20:17
      Sabatino Di Giuliano

      In nome del capitalismo e del consumismo, la nostra società accetta più di 1000 morti l’anno sul lavoro e quasi 10 mila sulle strade. Per non parlare di alcol e fumo da un lato sponsorizzati dallo Stato, dall’altro disincentivati in modo soft da campagne pubblicitarie. Ipocrisia folle. Siamo in mano di pochi.... La sicurezza costa, non è degno di un paese civile. Vittorio ci dà l’esempio tedesco, non quello di un mondo diverso, di un’altra galassia. Questo vuol dire che si può fare. Se si vuole.
      E che non fingano di indignarsi...

  • Di nartek (---.---.---.49) 11 dicembre 2008 22:10

    In realtà se ne potrebbero dire di peggio , tu sai mio padre è morto dopo anni di vari tumori scoppiati dopo anni passati al lavoro in ILVA, Nessun riconoscimento , e pe rdi piu’ la beffa , fatta richiesta per il riconoscimento della invalidità (gli ultimi anni mio padre ha sofferto molto tra un ospedale e l’altro, operazioni, chemio ect... , e ha passato due anni praticamente immobilizzato), è stata negata. Costringendo noi eredi a fare ricorso , il colmo della sventura (dato che non è stato riconosciuta nessuna causa valida e che ci abbiam dovuto mettere pure le spese.

    Ora non ho neinte contro le istituzioni, ma a volte ti viene da dentro dire andate a farVi fottere tutti.

  • Di delfino cosson (---.---.---.138) 6 febbraio 2009 14:29

    ancora continuano a mantenere gli impianti(paradie "grossi ingranaggi telecomandati "privi delle piu’ elementari misure di sicurezza, cab. elettriche a media tensione 10kv con finestra rotta, etc,etc e le autorita’ ternane tacciono. Continuano a fare aggressioni ad un pensionato di 60 anni per toglierli una casa che abito esattamente dal 1949 anno della mia nascita anno corrotto pagando e promettendo cifre a titolo di spese legali super parcelle ai miei legali che vado ad elencare assumendomi tutte le responsabilita’ del caso
    avv. piero buti foro di terni, avv giancarlo ferrami terni , avv. walter pacelli terni.
    da piu’ di 20 anni la thyssen krupp continua a ricattarmi togliendomi soldi dalla busta paga ,e’ responsabile dell’allontanamento con abbandono di minori di mia moglie con gravi problemi dei mie figli della mia salute (diabete ipertensione aritmie e aumento della frequenza cardiaca, la prossima aggressione ci sara’ il 12 cm.
    se l’ufficiale giudiziario ordinera’ di tirarmi fuori di casa io rischio l’infarto spero eventualmente di sopravvire cosi potro’ farmi giustizia da solo, visto che i sig. della thyssen krupp possono con i loro soldi e amicizie comprarsi tutto e tutti

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