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Ilva: fino ad oggi Renzi non sapeva neanche che esistesse Taranto. Ed oggi viene a rottamare. Cosa?

Renzi oggi si sarà chiesto: allora Taranto è in Italia? Intanto politici e media si occupano della vicenda Ilva dopo 40 anni di scempi. Hanno un solo scopo: quello di alimentare il proprio potere e chiedere consensi. Quanti sanno che comunque Ilva dovrà chiudere nel 2016 e Riva ha cominciato a portare soldi in Lussemburgo?

Era il 1997. Lavoravo presso l’Ilva di Taranto, all’interno dello stabilimento, in qualità di progettista di sistemi industriali di Ansaldo Industria. Respiravo a pieni polmoni l’aria e i veleni dell’Altoforno 5, la Colata Continua 5, il Treno Nastri 2 e la Zincatura a Caldo, quel casermone enorme bianco e rosso che vedete affianco lala Direzione blu.

L’Ansaldo era presente a Taranto sin dalla nascita dell’Italsider, negli anni 60. I 1100 addetti di quel decennio diventarono 300 nel 97. La crisi dell’industria siderurgica e il passaggio dell’Ilva a Riva dettero una spallata all’esistenza di Ansaldo a Taranto. Dovevamo chiudere. Facemmo tante manifestazioni, vennero l’allora segretario del PD Veltroni, andammo a protestare sotto i balconi del Ministero dell’Industria a Roma, davanti al ministro Bersani. Sì, proprio lui. Ci garantì che una presenza d’eccellenza nell’automazione industriale come Ansaldo, patrimonio intellettuale di Taranto, non doveva sparire. I cervelli dovevano continuare a esistere e rafforzare le conoscenze tecniche e tecnologiche del Sud. Si firmarono accordi. Bene. Ci ritrovammo nel 2003 tutti via da Ilva. Ansaldo sparì per sempre da Taranto.

Io me ne andai nel 2001, disgustato dalla falsità e dall’ipocrisia di chi manipola la povera gente in cambio del potere, in cambio dei voti elettorali. E tornai al nord, da dove ero venuto (emigrante studente e lavoratore) pensando di dare un contributo alla mia terra jonica. Altri hanno continuato invece a servire Riva contro i propri interessi di salute e quelli della propria famiglia e concittadini, in nome del dio denaro. Ho la nausea e sono mortificato.

Operai, cittadini. Non credete a nessuno. La vostra salute, il vostro posto di lavoro non è preoccupazione di nessuno. Siamo numeri. Quanti di voi sanno che nel 2016 comunque l’Ilva dovrà chiudere? State certi. Riva ce la farà. Spegnerà pian piano gli impianti, tirerà per altri 3 anni. Poi, se non si adeguerà alle normative europee, sarà costretto comunque a chiudere. E lui, la sua famiglia, sa bene che andrà via da Taranto.

Ma lo sapete che mentre l’Ilva muore la famiglia Riva, scrive Il Mondo, immette 3,6 milioni di franchi svizzeri (3 milioni di euro) in Utia, società lussemburghese che detiene il 39,9% di Riva Fire, holding che a sua volta controlla lo stabilimento tarantino? Ha spremuto la machinetta per 15 anni, ora prepara le valigie. E vi lascerà senza lavoro e coin una terra distrutta e avvelenata, senza futuro e vita.

Ecco perché i politici e i mass media si sono svegliati dopo più di 40 anni di scempi. Ecco perchè ora Taranto è alla ribalta. Siamo ancora una volta carne da macello. Siamo materiale umano. Siamo lo strumento per il potere dei nostri politici che ci salveranno (!) e dei media che hanno cura di noi (!). La manipolazione continua.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.61) 8 ottobre 2012 19:01
    Renzo Riva

    ??????????????

    Ora ti senti meglio?
  • Di (---.---.---.40) 18 ottobre 2012 16:45

    ...non penso che ci si senta bene quando vedi morire di TUMORE due genitori e una zia nel giro di due anni. E quando un fratello di 45 (con moglie in attesa del terzo figlio), si ammala di una forma di leucemia diffusasi maggiormente a Taranto (linfoma di non Odginks). Non credo ci si senta bene quando l’opinione pubblica non fa un càzzo per tutelare migliaia di cittadini che muoiono a causa degli interessi di pochi. Quando vedi crepare ridotte a larve umane, madri, padri e bambini per via di tumori e neoplasie non penso sia bello. Non credo ci si senta meglio, per un parente superstite, pensare a tutti i dolori e i lutti che ti proterai come traumi per una vita. Non credo ci si senta meglio quando un tuo amico di infanzia subisce l’asportazione parziale di un peròne: lui che giocava a rugby, e che ora non può nemmeno più correre per prendere un bus in ritardo per via di un maledetto sarcoma. Non credo ci si senta meglio quando per via della disoccupazione e dello sfruttamento di una terra MERAVIGLIOSA (e priva di nebbia ma ricca di luce e sole), sei costretto ad emigrare per forza e vivere a 1000 km per via della disoccupazione e di una vocazione territoriale obbligatoriamente industriale, militare e portuale. Caro Riva, non so se appartieni all’industriale, ma noi apparteniamo a quei luoghi che hanno ospitato la civiltà ellenistica e il pensiero occidentale, dando la possibilità alle popolazioni del nord di emanciparsi e sucire dalla barbrie. Ora, noi CI RIPREDNEREMO il nostro suolo. Con le pezze al cùlo, ma finalmente liberi, di vivere e respirare!

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