• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Mondo > Texas, non passa legge contro aborto: tutti in piedi per Wendy!

Texas, non passa legge contro aborto: tutti in piedi per Wendy!

Ap­pas­sio­na­ti del­le evi­den­ze, lon­ta­ni dai rac­con­ti mi­to­lo­gi­ci, la gran par­te dei lai­ci è qua­si na­tu­ral­men­te alie­na alla re­to­ri­ca. Ep­pu­re quan­to ac­ca­du­to ieri in Te­xas ha tut­to il sa­po­re del­l’e­po­pea. Ma cer­che­re­mo di rac­con­tar­lo in modo so­brio.

I re­pub­bli­ca­ni del Te­xas, ca­peg­gia­ti dal go­ver­na­to­re Rick Per­ry e dal suo vice Da­vid Dewhur­st, han­no ten­ta­to di far pas­sa­re al Se­na­to del­lo sta­to ame­ri­ca­no una leg­ge for­te­men­te re­strit­ti­va nei con­fron­ti del­l’in­ter­ru­zio­ne di gra­vi­dan­za (Se­na­te Bill 5). Era­no pre­vi­sti il di­vie­to del­l’aborto ol­tre le 20 set­ti­ma­ne, la chiu­su­ra di qua­si tut­te le cli­ni­che (già po­che) dove era con­sen­ti­to l’a­bor­to e al­tre re­stri­zio­ni che avreb­be­ro reso di fat­to im­pos­si­bi­le il di­rit­to al­l’au­to­de­ter­mi­na­zio­ne del­le don­ne. Come la ne­ces­si­tà di una strut­tu­ra do­ta­ta di sale chi­rur­gi­che e il fat­to che i me­di­ci sono abi­li­ta­ti a ese­gui­re abor­ti in un ospe­da­le solo en­tro tren­ta mi­glia.

La leg­ge è sta­ta però ap­pro­va­ta fuo­ri tem­po mas­si­mo, a le­gi­sla­tu­ra or­mai sca­du­ta: dopo la mez­za­not­te del 25 giu­gno. I re­pub­bli­ca­ni han­no ten­ta­to di al­te­ra­re le date per far rien­tra­re l’ap­pro­va­zio­ne en­tro mar­te­dì, come con­te­sta­to dai de­mo­cra­ti­ci. Il me­ri­to di aver im­pe­di­to l’ap­pro­va­zio­ne del­la nor­ma no-choi­ce è del­la for­mi­da­bi­le ope­ra di ostru­zio­ni­smo del­la se­na­tri­ce de­mo­cra­ti­ca Wen­dy Da­vis, che ha par­la­to per die­ci ore, no­no­stan­te le in­ter­ru­zio­ni de­gli an­ti-abor­ti­sti, fa­cen­do slit­ta­re il voto de­fi­ni­ti­vo dopo il 25 giu­gno e in­va­li­dan­do­ne così l’ap­pro­va­zio­ne. Da­vis è in teo­ria il per­fet­to caso da pro­pa­gan­da an­ti-abor­ti­sta: una ra­gaz­za ma­dre che è riu­sci­ta a com­ple­ta­re gli stu­di ad Har­vard. Ma ha scel­to di sta­re dal­la par­te del­le don­ne e dei loro di­rit­ti. La di­scus­sio­ne in aula si è svol­ta men­tre fuo­ri dal Se­na­to cen­ti­na­ia di at­ti­vi­sti per i di­rit­ti ci­vi­li e don­ne pro­te­sta­va­no con­tro la leg­ge. Una mo­bi­li­ta­zio­ne che si è dif­fu­sa an­che sui so­cial net­work, con l’ha­stag #stand­wi­th­wen­dy (“in pie­di con Wen­dy”).

In vari sta­ti de­gli Usa, come Ohio, Kan­sas, Ne­bra­ska, Ar­kan­sas, Nor­th Da­ko­ta, gli in­te­gra­li­sti stan­no ap­pro­van­do una se­rie di nor­me che col­pi­sco­no for­te­men­te l’ac­ces­so al­l’a­bor­to. Spes­so stru­men­ta­liz­zan­do un caso re­cen­te, quel­lo di Ker­mit Go­snell, ar­re­sta­to con l’ac­cu­sa di omi­ci­dio per­ché ef­fet­tua­va abor­ti il­le­ga­li in una ‘cli­ni­ca’ fai-da-te, in con­di­zio­ni igie­ni­co-sa­ni­ta­rie ri­schio­sis­si­me per le don­ne. Igno­ran­do vo­lu­ta­men­te che una pro­po­sta come quel­la te­xa­na, in cui si met­te­va­no di fat­to fuo­ri leg­ge 37 strut­tu­re sul­le 42 esi­sten­ti, avreb­be spin­to an­co­ra più don­ne a ten­ta­re la stra­da de­gli abor­ti clan­de­sti­ni af­fi­dan­do­si a per­so­nag­gi come Go­snell.

La pro­mo­tri­ce te­xa­na del con­te­sta­to bill, Jo­die Lau­ben­berg, si è la­scia­ta scap­pa­re una gaf­fe. Ha mo­ti­va­to la pro­pria op­po­si­zio­ne a emen­da­men­ti sul li­mi­te del­le ven­ti set­ti­ma­ne per stu­pro e in­ce­sto in quan­to, a suo dire, le don­ne pos­so­no uti­liz­za­re i “rape kit” per abor­ti­re. In real­tà que­sti kit ven­go­no usa­ti solo per pre­le­va­re pro­ve bio­lo­gi­che del­l’av­ve­nu­ta vio­len­za, per me­di­ci­na fo­ren­se e con l’in­ter­ven­to di me­di­ci, e so­prat­tut­to non in­ter­rom­po­no una gra­vi­dan­za.

La de­stra cri­stia­na sta­vol­ta è sta­ta scon­fit­ta, i di­rit­ti del­le don­ne sono an­co­ra sal­va­guar­da­ti. Al­me­no in Te­xas. Ep­pu­re ba­sta­va poco, ve­ra­men­te poco per­ché una leg­ge rea­zio­na­ria e li­ber­ti­ci­da fos­se ap­pro­va­ta. Gli elet­to­ri lai­ci, a dif­fe­ren­za di quel­li cle­ri­ca­li, sono so­li­ti ana­liz­za­re vari aspet­ti pri­ma di vo­ta­re. E tut­ta­via sce­glie­re rap­pre­sen­tan­ti lai­ci è sem­pre più im­por­tan­te. Oggi noi pure sia­mo in pie­di per Wen­dy Da­vis. Ma quan­do an­da­te a vo­ta­re, ri­cor­da­te­vi an­che di gen­te come lei.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.89) 27 giugno 2013 16:08
    Sandro kensan

    Brava Wendy e bravo UAAR che da notizie interessanti.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 28 giugno 2013 11:31
      Fabio Della Pergola

      Non solo i reazionari tentano di rilanciare il ricorso all’aborto clandestino che ammazza le donne con estrema facilità, a differenza dell’aborto legale (perché questa è la realtà delle leggi "contro" l’aborto) ma non si fermano nemmeno davanti alla truffa di alterare i documenti ufficiali pur di raggiungere lo scopo. Quindi sostanzialmente sono imbroglioni, assassini e truffatori. A cui probabilmente si potrebbe aggiungere anche l’accusa di essere degli speculatori sulla pelle altrui, se si pensa che una legge "contro" l’aborto, apre immediatamente ampi spazi di guadagno per chi pratica aborti illegali. Chi quindi ha interesse a votare contro l’aborto legale e a favore di quello illegale ? A pensar male spesso ci si azzecca...

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares