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Terzigno: la polizia smonta i gazebo dei manifestanti e Cosentino torna a comandare

Chi ha dato ordine alla polizia di smontare i gazebo?

Siamo alla Rotonda, Terzigno.

I comitati anti discarica fanno una colletta e acquistano due gazebo che dovevano servire a dare riparo, in vista del gelo e della pioggia, ai presidianti, di giorno e di notte. È inverno, fa un freddo boia, spesso piove, ma loro sono sempre là a vigilare la loro Terra di giorno e di notte. Hanno degli elenchi in mano, sono i numeri di targa degli autocompattatori autorizzati a sversare a Terzigno, dentro cava Sari. Il capo del governo italiano ha acconsentito, con lo scopo di tenere a bada i presidianti vesuviani, che fossero soltanto i 18 comuni del Vesuvio a sversare dentro il Parco Nazionale del Vesuvio. Quante volte hanno riscontrato camion non autorizzati e provenienti fuori dalla zona vesuviana? Quante volte, i presidianti hanno bloccato camion perdenti percolato? Quante volte hanno trovato questi mezzi privi del tagliando dell'assicurazione? Moltissime volte garantendo addirittura dei sequestri e tutti i casi sono ben documentati; è normale debbano essere dei cittadini a vigilare, controllare, si sversi nel nome della legge? I due gazebo vengono montati in una area privata con il permesso del proprietario del terreno; non intralciano il traffico, non toccano il suolo pubblico. Praticamente è come se i due gazebo fossero stati montati nel giardino di un amico e affacciassero sulla strada.

È come se all'improvviso degli agenti di polizia entrassero, senza mandato, nel giardino di questa persona e, usando la forza, smontassero i gazebo. Violazione di domicilio?

Proprio così è andata. Un abuso di potere in piena regola.

“Hanno abbattuto i gazebo che servono da punto di ritrovo per la popolazione civile che ogni notte scende in strada per dare un segnale, costante e permanente e non violento sulla necessità di chiudere e bonificare la mortifera Cava Sari”, si legge in una nota dei comitati. Alla richiesta di esibire un mandato, le forze dell’ordine hanno risposto di non essere tenute a farlo e senza aggiungere parole o spiegazioni hanno proceduto allo smantellamento delle tende, dei gazebo e di tutte le strutture che davano riparo durante le notti di protesta. ''

Uno sgombro, forzato, in violazione di ogni procedura.

Il giorno dopo la risicata fiducia rinnovata a questo governo la Camera doveva discutere il decreto legge sui rifiuti in Campania con alcune modifiche approvate dalla commissione Ambiente, poi slittata a martedì prossimo, questi i punti del decreto; il presidente della Regione, Caldoro, potrà nominare commissari ad hoc non solo per realizzare i termovalorizzatori, ma anche per individuare i siti di discarica. Prevista, inoltre, la proroga delle competenze alle province in materia di raccolta e smaltimento dei rifiuti. E ancora: i lavoratori in esubero impiegati nei consorzi dei rifiuti dovranno essere obbligatoriamente riassorbiti dalle province campane e fino alla fine del 2011, comunque, potranno godere degli ammortizzatori sociali. Ricordiamo lo scandalo delle assunzioni in Campania? Quando si scoprì che molti impiegati veniva assunti perchè uomini del padrone e quindi, come le tre scimmiette, non devono parlare, sentire o vedere? Anche questi devono essere obbligatoriamente riassorbiti? Gli stessi consorzi sono ancora nelle grinfie dei magistrati incatenati: il gup Alessandra Ferrigno, accogliendo la richiesta della procura, ha inoltrato al Parlamento la richiesta di utilizzare le intercettazioni telefoniche tra il deputato e vice-coordinatore regionale del Pdl, l’imprenditore Sergio Orsi e l’ex presidente del consorzio intercomunale Ce 4, Giuseppe Valente. Per lo stesso motivo è stato sospeso il procedimento che riguarda il parlamentare Pdl. Anche la posizione del coordinatore regionale del partito in Campania, Nicola Cosentino, era stata oggetto di interesse dei pm: accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per rapporti col clan e costretto alle dimissioni da sottosegretario all'Economia. Nei suoi confronti una richiesta d'arresto era stata respinta dalla Camera.

Nessuna voce si leva contro la società che gestisce cava S.a.r.i., la Società Agricola Recupero Industriale srl di Somma Vesuviana. Questo decreto legge non ha i concetti di progettualità idonei a traghettare la Campania verso un futuro fatto di diritti garantiti e di legalità gestionale; ancora una volta si punta tutto sugli inceneritori. Ma senza un ciclo dei rifiuti, cosa bruceranno negli inceneritori? Il talquale. Ancora oggi non si è pensato ad allestire un solo impianto per il compostaggio, ancora oggi non sappiamo dove vengono spediti la carta, il vetro e la plastica, ancora oggi i campani non sanno dove smaltire elettrodomestici da buttare o rifiuti particolari, speciali. Ancora oggi troviamo non autocompattatori, ma enormi tir con rimorchio e senza copertura trasportare tonnellate di rifiuti misti a terra, come foto dimostrano, e diretti in discarica. Questa è l'idea che il governo ha di ciclo integrato dei rifiuti? Poi perchè altri comuni di Italia possono dotare i propri cittadini e in forma gratuita, di impianti di compostaggio domestico mentre ai campani vengono negati?

Intanto la Puglia rispedisce al mittente i sei tir carichi di 180 tonnellate di rifiuti prelevati nei giorni scorsi dagli Stir di Giugliano e Tufino. I mezzi, arrivati nella discarica Italcave di Statte, in provincia di Taranto, sono stati rigettati dopo i controlli effettuati dai tecnici dell’Arpa che hanno contestato le modalità di trasporto. Secondo gli accordi, i camion avrebbero dovuto avere chiusure ermetiche per evitare dispersioni nell’ambiente. L'Arpac della Puglia esercita controlli e blocchi, in Campania si autorizza tutto, senza verificare nulla. A fine settimana sarà programmato lo svuotamento dei magazzini degli impianti Stir anche della frazione secca destinata all’impianto di termovalorizzazione di Acerra. Il Presidio permanente contro la discarica di Chiaiano, Comitato civico Cambiamo Mugnano, ha diffuso un comunicato stampa che riguarda l'Interdittiva antimafia alla Ibi. Ecco i punti da sottolineare: - Abbiamo appreso di ritorno dalle manifestazioni di Roma della notifica alla Ibi Idrocarburi di una interdittiva antimafia che nei prossimi giorni porterà alla cessazione di ogni rapporto tra la Provincia di Napoli, ente competente della gestione delle discariche e la stessa Ibi che gestisce la discarica di Chiaiano.

Da due anni denunciamo con forza che la Ibi non ha mai presentato la certificazione antimafia. La stessa Ibi che gestisce anche la discarica di Savignano Irpino ed ha vinto diversi appalti anche per la realizzazione di isole ecologiche per il Comune di Napoli oltre a gestire uno dei depuratori del litorale campano, si è resa responsabile di diversi episodi controversi in particolar modo nella gestione scellerata della discarica di Bellolampo a Palermo. Abbiamo denunciato in tutte le sedi l’assenza di garanzie sulla Ibi, non ultimo nella nostra audizione alla commissione ecomafie della Regione Campania che si sta occupando della vicenda di Chiaiano.

çGrazie al commissariamento ed alla gestione della Protezione Civile la concessione di appalti avveniva, ed avviene, in deroga ad una miriade di regolamenti e procedure. Non è un caso dunque che la Ibi abbia potuto lavorare per oltre due anni senza il benché minimo disturbo. Ciò che ci preoccupa, dopo che le nostre ragioni denunciate per anni si sono rivelate tali, è ovviamente cosa succederà adesso. La procedura infatti prevede che la Sap.Na. la municipalizzata della Provincia di Napoli guidata da Luigi Cesaro, personaggio di pessime frequentazioni e su cui pende un mandato d’arresto bloccato solo dall’immunità parlamentare che il presidente-deputato possiede, debba assegnare a chiamata diretta e senza gara d’appalto ad una nuova ditta la gestione di transizione. In pratica va via una ditta che non possiede certificazione antimafia e ne arriva un’altra senza nemmeno la gara d’appalto ma a chiamata diretta. Ci chiediamo dove sia la garanzia per i cittadini e la trasparenza ! Rischiamo di finire dalla padella alla brace!
La discarica di Chiaiano dovrebbe chiudere nei prossimi mesi, ma a Cava del Poligono c’e’ ancora da gestire la tombatura, un affare da 7 milioni di euro e la gestione post mortem della discarica che prevede l’estrazione di biogas per 11 anni. Inoltre appare singolare che proprio a tre mesi dalla chiusura ci si ricordi che la Ibi non ha la certificazione antimafia, è legittimo pensare che in una fase di crisi come questa Provincia e Regione possano pensare di mandare a Chiaiano rifiuti di ogni tipo. Per questo ci mobiliteremo nei prossimi giorni, a partire dalla manifestazione di sabato 18 dicembre insieme a tutti gli altri comitati di Napoli e provincia per chiedere la raccolta differenziata e l’installazione di impianti alternativi al posto di discariche ed inceneritori.
Alla Provincia di Napoli, ente responsabile delle discariche del territorio, chiediamo chiarezza immediata sulle procedure, ed un controllo dei cittadini sulle modalità di assegnazione della gestione della discarica nel periodo di transizione. -

Ai disagi di una popolazione in lotta, alla dura repressione esercitata da questo governo a danno di questi uomini e di queste donne, fatti oggetto di manganellate e offese verbali, si aggiungono gli iter biblici di questa Giustizia macchinosa e spesso super controllata. Si aggiungono alle inchieste Globalservice, Magnanapoli, Ecoballe, Pianura, e sul porto di Napoli da dove verrebbero spediti rifiuti pericolosi in qualche ''colonia '' italiana, le ultime vicissitudini di personaggi capaci di offendere, con un sorriso fisso sul volto, Stato e popolazione.

Che dire poi del piano regionale dei rifiuti che riposa, da lunghi mesi, nei cassetti della Regione soltanto perchè non fa contenta la lobby che da 20 anni gestisce i rifiuti in Campania? La tracciabilità dei rifiuti, il progetto Sistri, altro affare milionario e coperto dal segreto di Stato; sono settimane che la Prestigiacomo lancia l'invito per la conferenza stampa, puntualmente annullata.

Napoli è zozza come tutta la Regione, le strade laterali offrono spettacoli vergognosi con collinette di rifiuti che danno l'idea di esser scivolati dal rimorchio di qualche camioncino.

Uno sciopero dei 450 lavoratori prima inquadrati da Enerambiente ha fatto saltare questa notte la raccolta in diversi quartieri di Napoli. I lavoratori di Enerambiente, trasferiti a due nuove società di Genova che hanno vinto l' appalto per la raccolta dei rifiuti non hanno ancora percepito le spettanze arretrate di novembre ed hanno indetto uno sciopero. Nel quartiere collinare del Vomero ed in diverse zone del centroi sacchetti di rifiuti hanno ripreso ad accumularsi. Il Comune di Napoli ha reso noto di aver saldato «ogni spettanza» ad Enerambiente, azienda veneta che ha operato nella raccolta di rifiuti a Napoli fino al 30 novembre scorso.

Non si tratta di scoprire la verità, si tratta di riuscire a portare la verità in una aula di tribunale.

Questa è la vera sfida!

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