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Terra dei fuochi: le analisi ministeriali mostrano dati "troppo" positivi

L'esito delle indagini scientifiche sulla Terra dei Fuochi, condotte dal Ministero delle Politiche Agricole, è stato presentato lo scorso 11 marzo e i dati rivelati hanno mosso numerosissime critiche da parte di chi vive questa terra e conosce la vera entità dei danni provocati da anni di smaltimenti illegali di rifiuti da parte dei clan camorristici.

I risultati delle indagini tecniche mostrano infatti che, dalla mappatura di 57 terreni sotto indagine (corrispondenti a circa 1076 chilometri quadrati di territorio), solo una minima parte di essi, ovvero il 2%, è stata considerata "area sospetta". Si parla quindi di 21,5 chilometri quadrati, di cui solo 9,2 sarebbero destinati all'agricoltura. Insomma, dati positivi, forse anche un po' troppo, al punto che non convincono affatto buona parte dell'opinione pubblica.

In un articolo publlicato ieri su Repubblica, Roberto Saviano commenta e analizza il dossier presentato dai tecnici del Ministero e si interroga sulla credibilità dei dati presentati. 

 "La cosa più paradossale, grottesca e offensiva è quel grafico a torta in cui spicca un unico dato, posto lì trionfante, come a voler chiudere definitivamente il sipario su tutto ciò che si è detto e scritto in questi anni sulla Terra dei fuochi. Un microscopico spicchio rosso con su scritto 2% e l'intera circonferenza verde a segnalare, persino nel colore, la sanità della parte maggiore dei territori".

E in effetti è davvero difficile credere che questi dati possano corrispondere al vero. Forse non c'è da mettere in dubbio la loro effettiva esattezza, ma piuttosto andrebbe chiarito il metodo d'indagine utilizzato per raccogliere tali risultati.

Ed ecco che la voce del popolo si divide: da un lato c'è chi inneggia al falso allarmismo puntando il dito contro coloro che per "convenienza" hanno marciato sulla tragedia ecologica e sanitaria della Terra dei Fuochi; dall'altro c'è chi vede una sorta di connivenza tra camorra e politica, alleate forse per l'ennesima volta a discapito di una regione la cui economia agricola è stata messa in ginocchio dalle stesse forze che ora vogliono "salvarla".

Risulta, inoltre, davvero facile gridare al complotto, ed è assolutamente innegabile che l'affare della Terra dei Fuochi ha raccolto un tale clamore mediatico da far gola agli interessi di molti. Nonostante ciò non si può neppure dimenticare che, come ricorda sempre Saviano: 

"In ventidue anni sono stati smaltiti nella Terra dei fuochi oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni specie. Dal 1991 al 2013 sono state censite da Legambiente 82 inchieste per traffico di rifiuti, con 915 ordinanze di custodia cautelare, 1.806 persone denunciate e il coinvolgimento di 443 aziende in gran parte del Centro e del Nord Italia. Negli ultimi cinque anni nella Terra dei fuochi si sono concentrati 205 arresti per traffici e smaltimenti illegali, pari al 29,2% del totale nazionale, e oltre mille sequestri, il 10% di quelli effettuati in tutta Italia. Tutti questi dati, già dimostrati dalle inchieste, dove sono finiti?".

Data la divergenza di opinioni, non possiamo far altro che sperare in un ulteriore chiarimento da parte delle istituzioni, intanto ascoltiamo la testimonianza di chi questa terra la coltiva con le proprie mani.

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