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Telese dice basta al Fatto Quotidiano e fonda un altro giornale (cartaceo)

"Un altro giornale di carta?" ha commentato qualcuno in rete apprendendo la notizia della scissione interna al Fatto Quotidiano e alla conseguente volontà di Luca Telese di voler fondare un altro quotidiano che si chiamerà "Pubblico". Erano ormai arrivati a un punto di non ritorno, lui e l'altro co-fondatore del quotidiano diretto da Antonio Padellaro, Marco Travaglio che alla richiesta di un cambiamento di linea editoriale dopo la caduta di Berlusconi si era sentito rispondere un bel niet. E così al Corriere della Sera che lo ha intervistato, ha spiegato che il punto di rottura è arrivato quando, di ritorno dalla Francia nel post elezioni coincidente con l'elezione a sindaco di Parma di Pizzarotti, ha letto il titolo di apertura del proprio giornale: "Parmacotti", e non ne ha potuto più.

Non ne ha potuto più per Travaglio, quindi, perché non si è passati "dalla protesta alla proposta" ma anche per una linea troppo grillina dice.

Un Travaglio che secondo lui "vive nei miti della sua infanzia" dice e che stava troppo appresso a Grillo e Casaleggio:

«Diciamo che al Fatto eravamo divisi tra Bosnia-Erzegovina e Croazia. E che politicamente, a un certo punto, hanno preso il potere i croati. Così dopo il primo turno delle amministrative Beppe Grillo è diventato Gesù. Casaleggio un guru. Ma il povero Tavolazzi non lo si poteva intervistare... Troppo per me». Ci ha provato, dice, a cambiare la linea «nichilista-gesuitica» di Travaglio, «giovane vecchio che vive nei miti della sua infanzia. Due culture diverse avrebbero potuto convivere. Ma con Marco non si parla. In una discussione ha due reazioni: se è arrabbiato gira il collo a 37 gradi da un lato, tace e gli si gonfia una vena. Se non è d'accordo sorride. Non è interessato al dibattito democratico».

La sua prossima avventura sarà, quindi, Pubblico, un giornale

«costruito sul modello di un garage della Silicon Valley. Voce ai giovani contro la casta dei 60enni. Cambiare l'agenda di sinistra. E finalmente non sarò più vittima dell'ossessione di Travaglio, e di tutti i mafiologi, del "papello" di Spatuzza. D'altronde Marco ammetteva: il 75% di quello che scrivete non mi interessa. 

Pubblico avrà 20 pagine, uscirà a partire da settembre a 1,50€ e sarà formato prevalentemente da giovani. Telese, come dice sempre al Corsera, si porterà con sé alcuni collaboratori che aveva proprio al Fatto:

tra cui Federico Mello e Manolo Fucecchi. Ma anche Francesca Fornario ( l'Unità ), Tommaso Labate (già al Riformista ) e Stefania Podda ( Liberazione ). E poi firme come Ritanna Armeni, Corrado Formigli, Mario Adinolfi, Marco Berlinguer e Carlo Freccero

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.72) 7 giugno 2012 21:39

    Bravo Telese...buona sinistra a Te, se ti riuscirà

  • Di Giorgio Zintu (---.---.---.232) 8 giugno 2012 11:12
    Giorgio Zintu

    L’Italia è un paese straordinario, se sei un giornalista e litighi con un altro fai un nuovo giornale, se ti occupi di politica ma non vai d’accordo con chi sta con te, fondi un altro partito, se ti occupi di ambiente ma non vai nella direzione giusta fai un’altra associazione.
    Mancherebbe solo di fare un’altra nazione perché questa non ci soddisfa. E non è una cattiva idea ma mi chiedo: c’è qualcosa che non va nel nostro modo di vedere il mondo intorno a noi e nel modo di reagire per trovare una soluzione?

  • Di Geri Steve (---.---.---.124) 8 giugno 2012 11:32

    Mi associo: BUONA FORTUNA!

    Non è affatto vero che in Italia siano nati tanti giornali e tanti partiti da scissioni.

    Per i giornali, gli unici precedenti che mi vengono in mente sono Il manifesto (oltre cinquant’anni fa) e La voce di Montanelli. Per i partiti è difficile fare una sintesi, ma se invece che ai nomi si guarda ai dirigenti, si nota una sostanziale immobilità. Soltanto a sinistra del PCI ci sono state un paio di scissioni (Rifondazione e poi PdCI). Quella di Rutelli, a destra dei DS, non merita storia. La nascita di Forza Italia è stata dovuta allo sputtanamento di Craxi e della DC e alle manovre di Dell’Utri, non certo ad una scissione.

    Non è neanche giusto considerare negativamente questi fatti: in Italia abbiamo cattivi giornali e pessimi partiti, quindi ben vengano i nuovi!

    I finanziamenti ai partiti-giornali (vedi Lavitola e de Gregorio) e gli sbarramenti elettorali hanno proprio lo scopo di impedire ogni cambiamento.

  • Di حكيم النور (---.---.---.238) 8 giugno 2012 11:50

    Non vedo l’ora di inviargli il curriculum. :D

  • Di (---.---.---.163) 8 giugno 2012 12:27

    Sono contento, ultimamente lo sento asservito, la natura del quotidiano, che ha me piace, non collima più con un telese che si è seduto in cattedra e che come tutti i professori montiani crede di non sbagliare mai e di essere insindacabile, di possedere il verbo assoluto. non ho bisogno di menti tostate, voglio menti libere.
    purtroppo essere in tv con una certa frequenza crea a tutti la fobia dell’"ISOLA DEI FAMOSI" e telesa ne è stato infettato con piacere.

  • Di (---.---.---.132) 8 giugno 2012 23:10

    In Italia è molto in voga creare veline e uffici stampa sotto mentite spoglie di giornali e/o quotidiani degni di tale appellativo. Normalmente i primi o campano il tempo sufficiente per tirare una campagna politica di qualche padrino magari gravando pacchi di € sui contribuenti neppure lettori. I secondi con fatica e sforzi non sempre premiati, rimangono in edicola e talvolta diventano i nuovi riferimenti dell’informazione. L’importante sarebbe non fermarsi ai pregiudizi politici di parte. L’ "in bocca al lupo" ai promotori del nuovo progetto è d’obbligo. I contenuti e le professionalità, ci auguriamo, possano essere apprezzate e valutate esclusivamente dai lettori. 

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